Legge lombarda sul flagello cinghiali. Roma non ci sente e la impugna

La decisione nel Consiglio dei Minisri di ieri, 15 settembre - La nostra nota

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, ha esaminato otto leggi regionali, deliberando:

di impugnare la legge della Regione Lombardia n. 19 del 17/07/2017, recante “Gestione faunistico-venatoria del cinghiale e recupero degli ungulati feriti”, in quanto alcune norme in materia di prelievo venatorio violano la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema di cui all’art. 117, secondo comma, lett. s), della Costituzione.
Sin qui il comunicato ufficiale.
Immediata reazione a Milano da parte dell'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava:  "(Lnews - Milano, 15 set) "In merito alla decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale lombarda numero 19 del 17 luglio 2017 sulla gestione faunistico-venatoria del cinghiale e il recupero degli ungulati feriti, con la presunta pretesa che, come riportato da alcune agenzie di stampa, alcune norme in materia di prelievo venatorio violino la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema,  corre l'obbligo di dichiarare che ancora una volta il governo sceglie di coprirsi di ridicolo, arrecando gravi disagi ai cittadini e agli agricoltori facendosi scudo di un centralismo patetico, antistorico, figlio della piu' farraginosa burocrazia borbonica". E poi "Ancora una volta succede, come per le nutrie, che il governo si opponga alle soluzioni individuate da Regione Lombardia". "Ora - conclude Fava - i fanatici di questo governo imbalsamato abbiano il coraggio di spiegare ai cittadini come intendono contenere le popolazioni di cinghiali e ungulati presenti allo stato selvatico e come pensano di salvaguardare le colture agricole e la biodiversita' e, ancora, quali illuminati piani hanno per tutelare l'incolumita' delle persone e la sicurezza dei trasporti". (Lnews)

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Nostra nota
Due osservazioni.
1.   La prima di merito. Vengano in Valtellina da Roma, vadano in tante altre zone, si fermino sulle vie alte di Genova. Potranno rendersi conto che ormai il cinghiale è un flagello che va combattuto da chi è in prima linea e non in qualche Palazzo romano.
2.   La seconda riguarda il commento di Fava. Se ha ragione nella sostanza ha torto nel linguaggio, Si può esprimere il dissenso, magari anche la rabbia nel vedere vanificato un lavoro svolto, senza bisogno di usare termini ridondanti. Avrebbe, per fare un esempio, più efficacia un commento sobrio nel testo, severo nella sostanza, inviato agli oltre 1500 Sindaci lombardi, quelli che vedono zone di territorio, vigneti e quant'altro massacrati da quello che per Roma è il "Sus scrofa Linnaeus, mammifero artiodattilo della famiglia dei Suidi" e che invece per tanti contadini è un giustificato nemico, é "quel porco di un cinghiale".
 

Cronaca