MOLA: Leonardo da Vinci, prodigiosa Mostra a Milano

La mostra prodigiosa che inaugurata il 15 aprile 2015,  stesso giorno dell’anniversario della nascita di Leonardo - Vinci il 15 aprile 1452 - e che in concomitanza dell’EXPO 2015,  a Palazzo Reale, è la più grande e fondamentale esposizione dedicata a Leonardo mai realizzata in Italia. Su questa mostra avremmo parecchie cose da dire e definire anche con le cose tratte dagli interventi dei due curatori Pietro C. Marani e Maria Teresa Fiorio, “tra gli storici dell'arte più importanti per gli studi sul grande genio”. Allora abbiamo pensato, sulla scorta della divisione per argomenti che caratterizza la mostra di iniziare a commentare gli argomenti. . Queste le dodici sezioni e i conseguenti argomenti della mostra:

1. Il disegno come fondamento
2. Natura e scienza della pittura
3. Il paragone delle arti
4. Il paragone con gli antichi
5. Anatomia, fisiognomica e moti dell’animo
6. Invenzione e meccanica
7. Il sogno 
8. Realtà e utopia
9. L’unità del sapere
10. De coelo e mundo: immagini del divino
11. I leonardeschi: la diffusione dei modelli di Leonardo e Trattato della Pittura
12. Il mito di Leonardo 

1 LEONARDO DA VINCI 1452-1519. IL DISEGNO COME FONDAMENTO

Durante il Cinquecento, la disputa sul “Primato delle Arti”, era argomento nelle botteghe fiorentine del Rinascimento  ed il disegno rappresentò un ruolo centrale e basilare  Già Cennino Cennini (1370-1440) nel suo Libro dell’arte disse che “El  fondamento dell’arte e di tutti questi lavorii di mano principio è il disegno e ‘l colorire”. Anche  Lorenzo Ghiberti (1378-1455) nei suoi Commentari scrive “il disegno è il fondamento e teorica di queste due arti (pittura e scultura) ”. Poi arrivano le descrizioni di Benvenuto Cellini (1500-1571) e del Vasari (1511-1574). Il “disegno bono”, come Leonardo lo definisce nelle sue tarde indagini anatomiche, inteso come disegno a penna e inchiostro, è lo strumento indispensabile a Leonardo nel suo progetto di descrizione e decrittazione della natura, strumento di indagine scientifica (nelle scienze naturali, nell’anatomia, nella tecnologia,) oltre che di pura creazione artistica. Il sottotitolo di questa Mostra, “Il disegno del mondo”, sottintende le aspirazioni di Leonardo nel tutto rappresentare, esaminare intendere e, leggiamo “mettere ordine nel mondo naturale e accidentale prima di tutto attraverso il mezzo del disegno che però, nelle sue mani, diviene anche strumento interpretativo dei processi osservati (dall’occhio) e intuiti (dalla mente) ”

2 NATURA E SCIENZA NELLA PITTURA

Leonardo è prima di tutto un osservatore attento della realtà. Egli contempla la natura, “maestra de’ maestri”,  e vuol capire sino in fondo le leggi che dirigono i fenomeni naturali. Per lui pittura, prima ancora di essere attività artistica, è scienza e legittima “figliola della natura”. Pittura e scienza formano dunque un nesso inscindibile, a volte con una precedenza dell’osservazione scientifica che porta Leonardo a guardare con occhi nuovi i fenomeni naturali e quindi a creare formule visive del tutto inedite. Riportiamo un brano “Nel disegno a penna degli Uffizi – il Paesaggio del 15 agosto 1473, prima opera datata di Leonardo – sono evidenti i rapporti con la lettura fiamminga del paesaggio e con la veduta topografica “a volo d’uccello” introdotta dai fratelli Piero e Antonio del Pollaiolo, ma l’aspetto innovatore è dato dalla capacità di Leonardo di restituire la percezione visiva dell’ambiente naturale, il vibrare delle fronde degli alberi, l’attenuarsi della definizione delle forme in lontananza secondo i principi di quella che sarà definita dall’artista la “prospettiva de’ perdimenti”. Le formazioni rocciose, comuni anche nella pittura fiamminga, sono un tema frequente nelle opere degli artisti contemporanei – si vedano i dipinti di Perugino e di Filippino Lippi qui esposti – ma solo Leonardo saprà darne un’interpretazione più emozionante, unita a una più profonda comprensione degli aspetti geologici, nel San Girolamo vaticano e nellaVergine delle rocce, premesse al grandioso spettacolo naturale della Sala delle Asse al Castello Sforzesco”.

3 IL PARAGONE DELLE ARTI

Il paragone delle arti è un tema che animò il dibattito sulla materia artistica nel Rinascimento. Che è rinato ai nostri giorni tramite Roberto Longhi e la sua famosa rivista. Ma soprattutto nel XV secolo e proseguì sino al XV a tutto il XVI secolo, il dibattito fu intenso da parte  di umanisti, i letterati,  poeti,  musicisti (meglio musici). Leonardo da Vinci,  definito "genio in tutte le arti versato",  affermava il primato della pittura, divulgandone la supremazia rispetto alla musica e alla poesia, poiché essa era "scienza" che rappresenta «con più verità e certezza le opere di natura» e siccome imitare equivaleva a ricreare, il pittore si avvicinava più di ogni altro all'atto creativo divino.

Michelangelo e altri sostenevano invece il primato della scultura, in particolare quella "del levare" .

Leggiamo e riportiamo fedelmente “A questa obiezione i pittori risposero che anche le cose dipinte permettevano "tutte le sorti delle vedute" e "senza avere camminamento attorno": tipici esempi erano le figure rappresentate vicino a specchi, in cui si potevano vedere contemporaneamente molteplici vedute del soggetto. Lorenzo Lotto ad esempio dipinse il Triplice ritratto di orafo (frontale, di profilo e di tre quarti) e Gian Girolamo Savoldo, prendendo spunto da un perduto lavoro di Giorgione, ritrasse un uomo in armatura accanto a due specchi, che ne moltiplicano la veduta laterale e tergale.

La questione del "paragone" prese particolare importanza nelle corti e in centri artistici come Venezia e Firenze. In quest'ultima, nel 1547, ebbe particolare importanza il contributo di Benedetto Varchi, che chiese l'opinione per lettera a tutti i maggiori artisti attivi alla corte di Cosimo I e non solo: in queste lettere, in larga parte conservate, e in altri scritti legati alla questione si leggono le prese di posizione di Pontormo, di Vasari, di Cellini, di Bronzino e di altri. Bronzino ad esempio dipinse un doppio ritratto del Nano Morgante sulle due facce di una tavola. Oltre alla doppia veduta, frontale e tergale, con la pittura mostrò anche il trascorrere del tempo: se infatti sul recto l'uomo è in procinto di partire a caccia, sul verso mostra fiero le prede catturate.”

Siamo al punto  4  IL PARAGONE CON GLI ANTICHI
Un altro argomento forte della mostra è «Il paragone con gli antichi: «Leonardo, chiarisce il curatore Marani, si riferisce all’antichità in alcuni suoi passi lungamente trascurati. Non solo scrive “imita quanto puoi li Greci et i Latini”, e quando vede a Pavia la statua del “Regisole” considera  che “l’imitazione delle cose antique è più laudabile che quella delle moderne”, ma da un  suo scritto sappiamo che il 10 marzo 1501 visitò la Villa Adriana a Tivoli. Ed osservò attentamente  numerosi esempi di statuaria antica, nel giardino di San Marco a Firenze ed infine durante il soggiorno a Roma. Ed il suo amore per tanti miti antichi come Leda, Ercole, Nettuno, di cui sono presenti in mostra meravigliosi disegni».
Riportiamo da uno scritto di  Ada Masoero, tratto da Il Giornale dell'Arte numero 352, aprile 2015 “In questa sezione figurano confronti stringenti tra pezzi archeologici e sue carte, come i due bronzi ellenistici di cavalli rampanti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e il primo progetto per il monumento equestre a Francesco Sforza, o un torsetto ellenistico da Padova e il sublime disegno, da Windsor, della testa di Leda”.

Ed eccoci al punto 5. ANATOMIA, FISIOGNOMICA E MOTI DELL’ANIMO

Non meno appassionanti e ricche di capolavori la  sezione, dedicata ad «Anatomia, fisiognomica e moti dell’animo»».  Il “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina, gioiello delle collezioni del museo Mandralisca, é esposto a Milano. (Il Museo Mandralisca è l'unico museo della città di Cefalù). La fondazione si deve al barone Enrico Piraino di Mandralisca, (1809-1864) che raccolse numerosi oggetti d'arte  e capolavori mettendoli nella sua abitazione, (dove tuttora si trovano). L’ultima volta che il “Ritratto” ha lasciato la Sicilia è stato nel 2006 per essere esposto al Metropolitan Museum di New York e alle Scuderie del Quirinale. Stavolta potrà essere ammirato a Palazzo Reale di Milano. dove sarà esposto all’interno di una teca con gli stessi valori termoigrometrici mantenuti a Cefalù. Sono state rispettate tutte le condizioni di sicurezza e di conservazione indicate nell’autorizzazione al trasferimento rilasciata dalla Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali di Palermo.
Il “Ritratto” di Antonello sarà collocato nella sezione tematica “Anatomia, fisiognomica e moti d’animo”, accanto al dipinto “Ritratto di Musico” di Leonardo da Vinci. Della Pinacoteca Ambrosiana. Si deve a Leonardo un mutamento della fisiognomica  rispetto alla tradizione scolastica medioevale,  che riguarda l’introduzione in questo campo di studi finalità scientifiche e artistiche. Leonardo tuttavia non si limita a introdurre questo nuovo criterio ma rinnova anche mezzi e modalità di trasmissione del sapere stesso.  Leggiamo:”La scienza fisiognomica, infatti, aveva già stabilito paradigmi e modelli teorici e comunicativi nell’ambito della filosofia naturale scolastica, ma questi sono esclusivamente di tipo testuale. L’artista toscano fonda, attraverso la rappresentazione grafica del disegno, un linguaggio visivo per la fisiognomica sulla base dei cinque generi in voga nelle botteghe artistiche fiorentine con cui ha occasione di entrare in contatto: rappresentazioni di genere comico, il ritratto eroico-marziale, le teste di adolescente, gli studi sull’espressione delle emozioni e i ritratti realistici di morfologie facciali particolari.

Siamo al punto 6 dell’analisi per argomenti  INVENZIONE E MECCANICA

Secondo  Leonardo Da Vinci il mondo è una grande macchina fatta andare da forze spirituali e disciplinata nei suoi compiuti congegni, da una mente superiore che ordina il tutto secondo una legge matematica. Abbandonando i fenomeni spirituali, Leonardo si appassiona a quelli naturali che vuole cercare di conoscere e studiare attraverso l’esperienza. Con questo Leonardo vuole  approdare a comprendere le “infinite ragioni” dell’universo. Tutto ai suoi occhi  è una macchina vivente: il movimento di un braccio, il battito di un’ala che sono regolati da leggi meccaniche e matematiche che Leonardo, una volta individuate, riproduce nelle sue macchine fatte di leve, congegni e ingranaggi. Il termine “macchina” era in quel tempo  molto più grande di quello contemporaneo (erano “macchine” anche tutte quelle utensili che aiutano l’uomo nel lavoro ma anche le scenografie, le armi, gli strumenti e le opere idrauliche o architettoniche). Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia intitolato al grande maestro presta tre modelli storici di macchine – il carro automotore, il maglio battiloro e il telaio meccanico - realizzati dall’interpretazione dei disegni di Leonardo

LEONARDO 1452-1519
Dal 15 Aprile 2015 al 19 Luglio 2015
MILANO Palazzo Reale
CURATORI: Pietro Marani, Maria Teresa Fiorio
ENTI PROMOTORI: Comune di Milano - Assessorato alla Cultura -
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 12, ridotto € 10
E-MAIL INFO: info@milanoguida.com
SITO UFFICIALE: http://www.mostraleonardodavinci.it/

- 1. SEGUE -

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Carlo Mola
Cultura e spettacoli