Mola: Mostre e CNR

Il simbolismo
“Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra”. E’ la nuova grande mostra che apre un chiaro programma che Palazzo Reale dedica all’arte tra fine Ottocento e inizio Novecento e che ha già visto l’inaugurazione di Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau (fino al 20 marzo 2016).
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.
“La prima grande mostra del 2016 di Palazzo Reale è dedicata a uno dei movimenti artistici che hanno marcato il passaggio dall’Ottocento al Novecento, segnando il superamento della rappresentazione oggettiva della realtà e approdando a una dimensione più intima e soggettiva del reale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un percorso suggestivo e affascinante che accompagnerà il visitatore in mostra, conducendolo lungo un percorso di opere straordinarie realizzate da quegli artisti che, nel corso della loro vita, hanno abbracciato il movimento simbolista”.
Son9 oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale di Milano, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra paragona e raffronta i simbolisti italiani con quelli stranieri con circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una straordinaria selezione di grafica, che rimane da sempre uno degli aspetti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo. Opere provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private. La mostra, oltre a permettere un approfondito e aggiornato studio del periodo, che vede la pubblicazione di importanti saggi di approfondimento nel catalogo edito da 24 ORE Cultura, ha reso possibile il restauro, la pulitura e la manutenzione di oltre dieci opere provenienti da Ca’ Pesaro di Venezia, dell’Autoritratto di Arnold Böcklin, della Galleria degli Uffizi di Firenze e delle cornici de L’Eroica di Gaetano Previati, dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, e del polittico di Giulio Aristide Sartorio, Le Vergini Savie e Le Vergini Stolte, di proprietà della Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma. Troviamo scritto “Si tratta di un’importante operazione che dimostra come le mostre temporanee, oltre a valorizzare le opere, possano essere anche l’occasione per una partecipazione attiva alla conservazione del patrimonio artistico italiano grazie ai finanziamenti che da esse ne derivano. Il Simbolismo è, al tempo stesso, un momento di chiusura al progresso e a una società dominata dall’imperio della quantità e di apertura per affermare una modernità che, sulla scia della poesia di Baudelaire, fa della resistenza al moderno il proprio segno di riconoscimento. Emblema della caduta e del fallimento, I fiori del male sono il punto di partenza di un momento culturale che si definisce in primo luogo attraverso la negazione: rifiuto del reale ridotto alla semplice percezione intuitiva, rifiuto dell’accademismo, rifiuto del naturalismo e del verismo. La lunga lista dei rifiuti sembra definire il simbolismo come l’ultima risposta alla triplice frustrazione dell’uomo moderno: frustrazione generata, storicamente, da Copernico (l’uomo non è più al centro dell’universo), da Darwin (l’uomo non è il compimento dell’evoluzione) e da Freud (l’uomo è incapace, per natura, di dominare le proprie pulsioni interiori).Dal punto di vista figurativo, si avvia un recupero delle immagini di quel’paradiso perduto’ identificato nella pittura dei primitivi italiani e, in generale, dei miti originari. Grande tramite di questa rivoluzione delle immagini è la letteratura, in cui il tema del sogno, del delirio indotto dagli oppiacei, della follia sembra unificare quella cultura europea che verrà rivoluzionata dal volume dell’Interpretazione dei sogni pubblicata da Sigmund Freud a Vienna nel 1900. Ne deriva il recupero della dimensione onirica, del mondo eroico della mitologia, di temi scabrosi come l’amore erotico, la morte e il peccato. La mostra presenta per la prima volta in Italia alcuni tra i più significativi capolavori del Simbolismo europee: innanzitutto vedremo alcune delle icone dell’idea simbolista del mondo: Carezze (L’Arte) la straordinaria donna/ghepardo di Fernand Khnopff; la testa di Orfeo galleggiante sull’acqua di Jean Del ville, entrambi provenienti dal Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles; l’enorme, sublime opera di Ferdinand Hodler, intitolata l’Eletto, dall’Osthaus Museum di Hagen e Il silenzio della foresta di Arnold Böcklin, dalla Galleria Nazionale di Poznan. Si tratta di opere mai viste in Italia che già stanno generando una grande aspettativa fra pubblico e critica.
Una delle sezioni più scenografiche della mostra saranno poi le sale dedicate alla Biennale del 1907: una straordinaria vetrina di confronto tra l’arte italiana più evoluta, cresciuta anche dal confronto con le grandi mostre della Secessione di Berlino e di Vienna. Giulio Aristide Sartorio è presente con l'imponente ciclo pittorico Il poema della vita umana, realizzato per la Biennale del 1907, la stessa dove venne allestita la famosa Sala dell'Arte del Sogno che ha rappresentato la consacrazione ufficiale del Simbolismo in Italia. Il ciclo di Sartorio sarà affiancato in mostra dall’istallazione sonora dell’artista vicentino Alberto Tadiello, il cui intervento sonoro - lo incipit di una composizione musicale ripetuto molte volte in modo sfalsato- crea una nuova esperienza di fruizione artistica. Attraverso 18 sezioni tematiche, il percorso espositivo si svolge poi tra atmosfere e dimensione oniriche: accompagnato dalle poesie di Baudelaire, tratte dalla raccolta ‘I fiori del Male’ il visitatore attraverserà le sale della mostra passando dalle rappresentazioni demoniache di Odillon Redon, alle rappresentazioni dei miti di Gustave Moreau, al vitalismo di Ferdinand Hodler, al colorismo dei Nabis. Le interpretazioni dell’amore di Giovanni Segantini, l’immaginario divisionista di Gaetano Previati e la magia della decorazione di Galileo Chini renderanno conto, tra l’altro, dell’importanza del movimento simbolista in Italia, permettendo così di riscoprire nomi meno conosciuti: Luigi Bonazza, seguace italiano di Klimt, Leo Putz, Giorgio Kienerk e gli scultori Leonardo Bistolfi e Amleto Cataldi. Il percorso espositivo si chiude immergendo lo spettatore nell'atmosfera fantastica delle Mille e una notte, il ciclo decorativo realizzato da Zecchin alla vigilia della Grande Guerra”.
Milano Palazzo Reale Dal 3 febbraio al 5 giugno  Orari apertura lunedì 14,30 - 19,30martedì - mercoledì - venerdì - Domenica 9,30 - 19,30 giovedì - sabato 9,30 - 22,30 Biglietti: Intero 12 € Ridotto 10 € Ridotto speciale 6 € Biglietto Famiglia € 10,00 adulto (1 o 2 adulti) € 6,00 per bambino da 6 a 14 anni. Informazioni e prenotazioni: 02 54914 - www.mostrasimbolismo.it  (A CURA di CARLO MOLA)

Picasso
In mostra da Deodato Arte una ristretta raccolta di opere grafiche di Pablo Picasso dagli anni '20 agli anni '70 che evidenzia la sua universale modernità artistica e la genialità composita del grande maestro. I lavori sottolineano l’incessante desiderio di sperimentazione che l'artista racconta valicando una piena varietà di contenuti. Temi mitologici, letterari, classici, ed erotici si congiungono a spunti autobiografici come testimoniano le preziose incisioni della SUITE VOILLARD, le acqueforti e le acquetinte de LA CELESTINE e numerose litografie tra cui la serie REALIZZATA SU LINOLEUM dai colori vivaci. CARLO MOLA
Galleria@deodato-arte. Indirizzo: Via Santa Marta, 6, 20121 Milano - Orari martedì - sabato 10.30-14.00 e 15.00-19.00 Info Tel. 02 80886294 - Dall’11 febbraio al 30 marzo.
Amaci
Un richiamo di importanza unica. Ne dobbiamo parlare. MUSEO CHIAMA ARTISTA TERZA EDIZIONE Un programma promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Direzione generale arte e architettura contemporanea e periferia urbana. AMACI: Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani A cura di Ludovico Pratesi e Angela Tecce. Prosegue con nuove tappe in altri otto musei . AMACI la terza edizione di Museo Chiama Artista. Dalla Lombardia al Trentino Alto Adige, passando per Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Toscana, continua e si arricchisce di nuovi appuntamenti il viaggio di Bora (2015): la scultura-video commissionata a Yuri Ancarani dalla Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani. E’stata presentata in anteprima alla GAM di Torino lo scorso novembre, Bora sarà ospitata dal 2 al 18 febbraio alla GAMeC di Bergamo, dal 20 febbraio al 28 marzo al MA*GA di Gallarate, dall’8 al 10 aprile al Museo del Novecento a Milano, dal 15 aprile al 1 maggio a Ca’ Pesaro a Venezia, dal 7 maggio al 5 giugno al ambo di Bologna, da giugno a settembre al MAXXI di Roma, dal 13 al 16 ottobre a Palazzo Fabroni a Pistoia, dal 1 al 20 novembre al MUSEION di Bolzano e per l’intero 2016 andrà ad accrescere la programmazione  nei musei associati AMACI. Nato dalla collaborazione tra la Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane del MiBACT e AMACI il progetto Museo Chiama Artista alla sua terza edizione conferma l’obiettivo di sostenere attivamente l’arte contemporanea nel nostro Paese, incaricando di anno in anno ad artisti italiani la produzione di una nuova opera che potrà circolare nei musei associati, costituendo le basi per la creazione e fruizione di un patrimonio comune. Con questa terza edizione di Museo Chiama Artista prosegue e si rafforza ulteriormente la collaborazione tra MiBACT e AMACI, che ha tra i suoi obiettivi quello di favorire e divulgare le più nuove forme di sperimentazione artistica. In questo senso Museo Chiama Artista è un progetto semplice ed efficace che si colloca nella cornice del Piano per l’Arte Contemporanea, lo strumento che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo si è dato per il finanziamento di iniziative volte all’incremento del patrimonio pubblico di arte del nostro tempo.“Con il progetto Museo Chiama Artista– afferma Federica Galloni, Direttore generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane – la Direzione generale raggiunge due dei propri obiettivi strategici: la promozione e la valorizzazione dell’arte contemporanea italiana e l’incentivazione alla produzione di opere d’arte di giovani talenti. Quando un museo commissiona un’opera a un artista, aggiornato e consapevole dei temi e delle urgenze della contemporaneità, stabilisce con lui un’osmosi: se da un lato il museo lo aiuta a crescere e a esprimere la propria creatività, dall’altro l’artista dona linfa vitale al museo che attiva e attrae le diverse fasce di pubblico nel pieno raggiungimento della propria missione. La scelta di quest’anno è ricaduta su Yuri Ancarani, uno degli artisti più originali del panorama italiano, che predilige il video come strumento per raccontare il mondo, dando spazio all’interpretazione e alla poesia delle piccole cose quotidiane.”
“AMACI è lieta di vedere confermato l'impegno di tanti soggetti istituzionali – dichiara Gianfranco Maraniello, Presidente di AMACI – a favore di nuovi talenti della scena italiana. Museo Chiama Artista non esisterebbe senza il convinto sostegno della Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane del MiBACT e di chi ne determina le strategie di intervento, assumendo la responsabilità di pensare ad azioni di valorizzazione e di produzione nell'ambito delle tendenze più attuali. La nostra soddisfazione sta nel vedere concretizzato un processo che presenta molti aspetti virtuosi, anche da un punto di vista di gestione finanziaria, in un'epoca di sacrifici e necessità di scelte che comportano inevitabilmente innovazione metodologica. Il Ministero e i musei collaborano alla produzione di un'opera inedita e, nel fare ciò, realizzano una strategia di promozione che, nel rispetto delle autonomie di ciascuna istituzione, offre maggiore visibilità e sancisce il riconoscimento pubblico alla proposta di un artista che può contare sulla circolazione del proprio lavoro. Così è stato per Gianluca e Massimiliano De Serio, per Marinella Senatore e così accadrà per Yuri Ancarani, protagonista della terza edizione del progetto e, soprattutto, di uno dei percorsi più interessanti della scena artistica italiana e internazionale degli ultimi anni.” Per questa terza edizione di Museo Chiama Artista, a cura di Ludovico Pratesi e Angela Tecce, i Direttori dei musei AMACI hanno scelto di commissionare la realizzazione di una nuova opera a Yuri Ancarani, artista che negli ultimi anni ha raccolto un crescente consenso in Italia e all’estero, dalle mostre in prestigiose istituzioni quali l’Hammer Museum di Los Angeles, il Palais de Tokyo di Parigi, il Mart di Rovereto o il Solomon Guggenheim Museum di New York, sino alla partecipazione alla 55° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Il Palazzo Enciclopedico, a cura di Massimiliano Gioni. Ancarani è un videoartista e film-maker le cui opere nascono da una continua commistione fra cinema documentario e arte contemporanea, risultato di una ricerca tesa a esplorare regioni poco visibili del quotidiano, forse i limiti stessi del visibile, in una continua sfida personale in cui l’artista si immerge in prima persona.“Bora è un progetto in progress avviato nel 2011 e che si determina come opera autonoma in quest’occasione – scrive Ludovico Pratesi nel testo in catalogo – Tutto sembra ruotare intorno Per questa terza edizione di Museo Chiama Artista, a cura di Ludovico Pratesi e Angela Tecce, i Direttori dei musei AMACI hanno scelto di commissionare la realizzazione di una nuova opera a Yuri Ancarani, artista che negli ultimi anni ha raccolto un crescente consenso in Italia e all’estero, dalle mostre in prestigiose istituzioni quali l’Hammer Museum di Los Angeles, il Palais de Tokyo di Parigi, il Mart di Rovereto o il Solomon Guggenheim Museum di New York, sino alla partecipazione alla 55° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Il Palazzo Enciclopedico, a cura di Massimiliano Gioni. Ancarani è un videoartista e film-maker le cui opere nascono da una continua commistione fra cinema documentario e arte contemporanea, risultato di una ricerca tesa a esplorare regioni poco visibili del quotidiano, forse i limiti stessi del visibile, in una continua sfida personale in cui l’artista si immerge in prima persona.“Bora è un progetto in progress avviato nel 2011 e che si determina come opera autonoma in quest’occasione – scrive Ludovico Pratesi nel testo in catalogo – Tutto sembra ruotare intorno all’instabile equilibrio tra suono e immagine, a quel particolare interesse dell’artista per situazioni “ai confini del visibile”, per quell’impalpabile terra di mezzo tra sguardo e pensiero capace di generare una viscerale tensione narrativa. Un equilibrio che costituisce l’essenza di un lavoro come Bora, dove il paesaggio carsico della Val Rosandra – una riserva naturale tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia – viene agitato dalla bora, un vento che soffia a 140 chilometri orari scuotendo e modellando quella natura rigida ed essenziale ripresa dall’artista con un’attenzione compositiva che rimanda ai dipinti di Caspar David Friederich e all’estetica romantica del sublime.”Per i quattro anni successivi Bora è stato “interpretato” da diversi musicisti mentre il video veniva proiettato su grandi schermi durante i loro concerti, un palinstesto per immagini che sembrava vivere soltanto come background per un palcoscenico musicale. Fino a maggio 2015, quando il lavoro prende un’evoluzione inaspettata e il video diventa un tutt’uno con un piccolo monitor Brionvega, assumendo il suo assetto definitivo: l’integrazione tra il video e il monitor, che funziona senza ausilio di fili o cavi, lo trasforma in una scultura video a tutti gli effetti, un lavoro autonomo che si definisce come punto d’arrivo di una riflessione sulle contaminazioni tra opera e contesto.
“Nel caso di Bora – spiega Yuri Ancarani – dopo aver sperimentato la scala 1:1 attraverso i live, volevo che il lavoro diventasse un oggetto di piccole dimensioni e il più possibile autonomo”.“Bora diventa quindi “una scatola magica piena di vento” – sottolinea ancora Ludovico Pratesi – che porta con sé il genius loci di un’antica terra di confine, in un mondo dove i confini fisici sembrano essere stati cancellati per sempre, ma quelli ideologici, sociali ed economici appaiono più saldi e impenetrabili che mai.”“Bora è un’opera anomala – suggerisce Angela Tecce – chi l’osserva è indotto a oscillare“Bora è un’opera anomala – suggerisce Angela Tecce – chi l’osserva è indotto a oscillare dall’impressione che sia sottilmente criptica a quella opposta, che sia invece limpidamente letterale; a interagire con una scultura “animata” e al contempo con un lavoro di videoarte. Infine, ci si abbandona al suono del vento che sembra scompigliarci i capelli mentre osserviamo il paesaggio che scorre sul televisore. Il senso estetico si disvela chiaramente, e come spesso accade la fruizione lascia il posto a una molteplicità di suggestioni, che contribuiscono a focalizzare l’interesse verso il punto di vista intorno al quale l’opera si struttura.” Dopo essere stata presentata in anteprima dal 4 novembre al 13 dicembre 2015 alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, la scultura-video Bora verrà presentata all’interno dei musei associati AMACI seguendo un programma itinerante ricco di appuntamenti che copriranno l’intera penisola, da Bergamo a Gallarate, da Milano a Venezia, da Bologna a Roma, da Pistoia a Bolzano (di seguito l’itinerario completo). Bora di Yuri Ancarani è accompagnato dalla pubblicazione di un catalogo interamente dedicato al progetto, edito da Libri Aparte, con testi di Federica Galloni, Gianfranco Maraniello, Ludovico Pratesi, Marianna Liosi e una conversazione tra Angela Tecce e l’artista.  (A CURA di CARLO MOLA)

Cybersecurity
Cybersecurity: si parla di  livello mondiale. Si prevedono entro tre anni 6 milioni di posti di lavoro disponibili nel settore. L’argomento  è stato  l’essenza di una giornata di lavori (riservata soprattutto ad enti e imprese del settore tecnologia e telecomunicazioni) disposta presso la sede romana del Cnr da quest’ultimo assieme ad Anitec e Cotec, con la partecipazione della Polizia di Stato. Tra i risultati l’esigenza di poter controllare le reti di comunicazione allo scopo di sicurezza senza violare la privacy e la natura libera del web; il legame fra antispionaggio industriale e strategie antiterrorismo; l’impatto su cloud e big data. Comune denominatore e punto di partenza: l’importanza di rafforzare il rapporto tra l’industria, le istituzioni ed il mondo della ricerca Per questo Anitec, l’associazione confindustriale del settore Ict ed elettronica di consumo, assieme al Consiglio nazionale delle ricerche, a Cotec – Fondazione per l’innovazione tecnologica, con la collaborazione della Polizia di Stato ha organizzato una giornata di lavoro e confronto riservata alle imprese dell’Ict e delle telecomunicazioni. L’appuntamento si è tenuto il 13 gennaio a Roma, presso la sede del Cnr.  Presenti Cristiano Radaelli, presidente Anitec, Luigi Nicolais, presidente Cnr e Alessandro Pansa, prefetto, capo della Polizia, direttore generale della pubblica sicurezza. I principali temi affrontati sono stati: sicurezza delle reti, cyberattacchi e crittografia per la cybersecurity; sicurezza dei dispositivi mobili e dei sistemi di cloud computing; sicurezza dei software; gestione del rischio e della sicurezza dei sistemi; big data e condivisione delle informazioni nel rispetto della privacy; aspetti di informatica forense. Per Cristiano Radaelli “le informazioni, assieme al capitale umano, sono il patrimonio principale di imprese ed organizzazioni. Per questo la loro gestione e la loro sicurezza rappresentano una priorità che, nell’era dell’Internet of everything, si traduce nell’esigenza di valorizzare sempre più figure professionali come data scientist, chief technology officer, sviluppatori mobili, big data architect. A livello europeo, le professioni Ict sono date in crescita del 27%. Il mercato della sicurezza informatica, in particolare, è fiorente ed è destinato a crescere da 75 miliardi di dollari di valore generato nel 2015 a 170 nel 2020. Più di 209.000 posti di lavoro nel campo della sicurezza informatica negli Stati Uniti sono attualmente vacanti e si prevede che la domanda mondiale sarà di 6 milioni entro il 2019, con un deficit previsto di 1,5 milioni. Per questo, l’emergere dirompente del tema della cybersecurity rende ancora più evidente questo scenario”. “Per governare questo sviluppo e creare valore nel nostro Paese – conclude Radaelli – è necessaria la collaborazione tra imprese, centri di ricerca e forze dell’ordine. Il nostro Paese ha le competenze e le risorse per svolgere un ruolo importante per la difesa interna ed anche per fornire tecnologie e applicazioni ai Paesi e alle organizzazioni amiche. L’avvio della collaborazione tra Anitec, Cnr, Cotec e Polizia di Stato è una tappa importante in questa direzione”. Come illustrato da Luigi Nicolais, “Il tema della cybersicurezza, fino a pochi anni fa argomento prossimo alla fantascienza, oggi è uno degli asset strategici in ogni organizzazione su cui si concentrano investimenti in infrastrutture tecnologiche, sviluppo di competenze, definizione di profili professionali. È un settore in continua evoluzione destinato a crescere esponenzialmente e che pone intriganti sfide culturali e politiche. Mentre nei settori produttivi gli ambiti di intervento sono abbastanza definiti soprattutto laddove si opera in funzione di un obiettivo ben definito e circoscritto, la cybersicurezza sociale tocca ambiti molto più ampi, delicati e problematici perché investe la sfera dei diritti del singolo. È quindi opportuno che su questi temi non ci siano deleghe in bianco, ma che tutti, soprattutto se preposti ad assumere decisioni collettive, siano parte attiva” Il capo della Polizia, direttore generale della pubblica sicurezza, prefetto Alessandro Pansa ha dichiarato: “La complessità della tematica della cybersecurity impone oggi un inevitabile sforzo sinergico per soddisfare la quotidiana esigenza di sicurezza informatica. Per questo motivo la Polizia di Stato ha avviato una serie di collaborazioni per creare una rete di partneship, mettendo altresì a disposizione la propria competenza esclusiva del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (C.N.A.I.P.C.), quale organo di eccellenza per la fornitura dei servizi di sicurezza per le infrastrutture critiche”.A partecipare all’iniziativa i rappresentanti di Accenture, Adb, Ads, Alenia Aermacchi, AlmavivA, Centro Fiat, Cisco, Cliocom, Comdata, Crf, Enac, Enel, Ericcson, Eustema, Facilitylife, Fastweb. Finmeccanica, H3G, Hewlett Packard Enterprise, Ids, Italtel, Microsoft, Nokia, Selex-es, Selta, Sitael, SmOptics, System Management Srl, Telecom, Thales Alenia Space, Università di Modena e Reggio Emilia, Vitrociset, Vodafone, Welcome Italia spa. (CARLO MOLA)
Cnr, Anitec, Cotec. Giornata di studio sulla cybersecurity

 

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