A Lugano: “Miti e Misteri - Il simbolismo e gli artisti svizzeri”

La mostra è a due passi da noi ma fossero quattro o otto meriterebbe comunque andarci

Oggi una delle espressioni che più soddisfano i nostri stati di ansietà e di perplessità è la parola “inquietante”. Forse dipende dalle condizioni attuali di un mondo in grande mutamento che spesso c’è difficile comprendere. Ma forse abbiamo anche la memoria storica un po’ corta. Perché momenti di trasformazione il mondo e, con il mondo, l’uomo ne hanno già avuti molte volte. Particolarmente singolare anche perché in parte un po’ negletto è il periodo fra la fine 800 e l’inizio del 900, sul quale si dovrebbe scrivere molto ancora sia sul versante filosofico che su quello artistico e che passa sotto il nome di “Simbolismo”.  Eccoci allora a definirlo meglio con altre parole oltre il termine “inquietante" e sono tutte tratte dai temi a corredo della grande esposizione luganese: “Miti e Misteri - Il simbolismo e gli artisti svizzeri”. I termini sono tutti interamente presi dal catalogo della mostra. “Il sogno, l’inconscio, la donna persona angelica e demoniaca, e poi la violenza e la morte ed altro ancora oltre l’ibrido e l’oscurità”. Duecento opere esposte. Un’operazione culturale di grande significato e rilievo. “Il Simbolismo e gli artisti svizzeri – Miti e misteri”. Sgombriamo subito il campo dal pensare solo ad artisti svizzeri. Con questo non vogliamo limitare o pensare ad un margine  nel termine ”svizzero” perché già così è ricchissimo di riferimenti e  grandi affermazioni ma, piuttosto perché la mostra presenta anche artisti di diversa estrazione ma tutti legati (in parte) al rapporto con il mondo e la cultura svizzera, o, meglio, con la cultura mitteleuropea. Ora duecento opere esposte possono trascinare a lampi di grande entusiasmo ma anche di forti scontri e, nel medesimo tempo d’inusitati contatti. Eccoci ad ammirare lo stupendo olio di Hans Thoma, difficilmente fruibile perché proveniente da una collezione privata “Passeggiata in barca al chiaro di luna” avvicinato a “Rovine sul lungomare” olio su tela di Arnold Bocklin che aumenta la dose di mistero. Oppure, per passare dal quadro di paesaggio al ritratto di Gustav Klimt “ritratto di Helene Klimt” olio su cartone a quello di “Ritratto di Marguerite Landuyt” di Fernand Khnopff dove il mistero femminile è tutto nascosto, arcano sotto l’ombra di un’innocenza, appena schizzata ma viva come non mai. Questo lungo lavoro di scelta e di confronti è dovuto a Valentina Anker e a un gruppo di valentissimi collaboratori. Di Valentina Anker resta fondamentale per gli studiosi ma anche per il grande pubblico di appassionati il suo libro “Le symbolisme suisse. Destins croisés avec l’arte européen.”  Con questa mostra la studiosa ha lavorato molto con una capacità e attenzione singolari. La mostra e i curatori porgono una particolare attenzione, con apposite sezioni al simbolismo belga e da Bruxelles: luogo dì incontro per l’Europa. Poi a Vienna e Monaco, capitali di un certo modo di intendere questo fenomeno. Ma per noi resta fondamentale il capitolo dedicato all’Italia che apparentemente sembra lontana dal mondo simbolista e invece qui è presente. Ci basta un nome: Gaetano Previati.  Vogliamo segnalare la ricca presenza svizzera con artisti come Arnold Bocklin, Filippo Franzoni i Giacometti e la mostra propone una serie di fotografie sul monte Verità di Ascona che è un punto di riferimento ineludibile di tutto il mondo legato al Simbolismo. Poi la ricca partecipazione di un grande pittore come Ferdinand Hodler di cui, fra l’altro, si ammira l’impressionante “Le anime deluse” (nella foto). Ma infine da citare e ammirare più di un’opera di  Giovanni Segantini. Del grande maestro. Forse un artista che appartiene al Simbolismo ma anche lo supera. Lo attraversa e, poi, lo oltrepassa.La mostra è corredata da un bellissimo catalogo in quattro lingue con un apparato critico e un ricchissimo numero di tavole a colori. Edito da Somogy Editions d’art di Parigi.
MITI E MISTERI. IL SIMBOLISMO E GLI ARTISTI SVIZZERI. Museo d’Arte di Lugano- Riva Caccia, 5 e Museo Cantonale di Lugano Via Canova,10  sino al 12 gennaio 2014- Chiuso il lunedì. Visite guidate- Conferenze – Concerti.  

Carlo Mola
Cultura e spettacoli