Erik Viani: un “libraio” valtellinese … innamorato dell’Africa!

(Silvio Mevio)  Sondrio – Nel centro storico del capoluogo valtellinese e valchiavennasco, prospiciente la caratteristica piazza Garibaldi, esiste (oramai da parecchi anni) una bella e fornita libreria (VEL – LA LIBRERIA DEL VIAGGIATORE) il cui molto disponibile e attento proprietario, al secolo Erik Viani, oltre a condurre in modo impeccabile la sua fornitissima libreria … risulta essere anche un “provetto” conoscitore dell’Africa e in particolare del Ruanda … oppure “Rwanda” nome in swahili, francese e/o inglese!
Il Ruanda (per chi non lo conoscesse “in profondità”) è un Paese dell'Africa orientale senza sbocco sul mare, con un paesaggio verdeggiante e montuoso, immerso nel famoso parco nazionale dei vulcani, il quale ospita gorilla di montagna e cercopitechi dorati; nell’oasi protetta si erge, maestoso, il monte Karisimbi, che supera abbondantemente i 4000 (per l’esattezza 4507 metri), oltre ad altri quattro vulcani ricoperti di foreste; a sud-ovest si trova, invece, il parco nazionale di Nyungwe che ospita un'antica foresta pluviale di montagna, tipico habitat di scimpanzé e di altri primati.
Bene! A tale proposito lo abbiamo incontrato nel suo “atelier” sondriese e - tra un libro e l’altro e tra una chiacchiera e l’altra – così siamo riusciti a porgli alcune domande …

Il perché di un amore così “viscerale” per il continente “NERO”?
<<Per quanto mi riguarda (bene), l’Africa l’ho tatuata da ormai quasi vent’anni nel mio DNA. Non posso dire di soffrire del classico “mal d’Africa”, ma è si è creata talmente una sinergia che va oltre ogni mia immaginazione. Un ponte immaginario che mi trasporta prima, e mi conduce poi, in Terra Rossa (il colore di questo straordinario territorio); di questi vent’anni, una dozzina li ho dedicati al Rwanda, soprattutto! Un territorio incastonato nel cuore pulsante del continente africano, pieno di contraddizioni, uscito con le ossa rotte dopo il genocidio del ’94, ma in grado di riemergere dalle ceneri grazie ad un popolo: caparbio, umile e legato alla sua terra da profonde radici>>.

Conoscenza & Esplorazione: due motivazioni “forti”! Ed un progetto …
<<Il Rwanda mi ha dato la possibilità di affinare la mia voglia di conoscenza e di esplorazione; nel 2011 ho trascorso, con due amiche, più di tre mesi di permanenza presso una missione a Rulindo, per progetti di collaborazione solidale con locali. L’idea di iniziare una rete di collaborazione è iniziata proprio nel mio primo viaggio nel 2008 visitando il profondo sud, sul confine con il Burundi, una zona tanto ricca di valori quanto povera di “tasche”! Negli ultimi anni, ho maturato l’idea di entrare sempre più in profondità nel Paese grazie a viaggi slow. “Il tempo è la cosa più preziosa”, mi son detto:” spesso lo si accusa di volare via quando siamo noi a correre” … ed allora ho iniziato a percorrere le 1000 colline a piedi, senza meta, con la consapevolezza che ormai conoscevo più il reticolato di sentieri che le collegavano che i muretti a secco dei vigneti di casa in Valtellina>>.

Anno fatidico il 2018; che cosa è successo?
<<Oramai da più di due anni (2018) pratico il famoso “Congo Nile Trail”, un bellissimo ed appassionante circuito di trekking (e/o mtb biking) che segue tutto il braccio rwandese del lago Kivu: da Giseny a Cyangugu! 227 chilometri di vera e profonda atmosfera africana, immersi in un caleidoscopio di colori e sensazioni uniche nel loro genere (a tale proposito vedi il website: www.lonelyplanet.com). Questo “circuito” l’ho organizzato senza ausilio di guide, avvalendomi – soprattutto - della mia esperienza e della mia conoscenza … sul campo. Ho tessuto una rete logistica di collaborazione che mi ha permesso di ottimizzare pesi, costi e fatica, rendendo più “semplice” e serena l’andatura; ho attraversato villaggi, piantagioni, boschi in un saliscendi di sorrisi e strette di mano e dove non è mancata … una bevuta di birra in compagnia>>.

Ed il salire…in cima alle montagne ruandesi: cosa mi racconti?
<<Le montagne ruandesi fanno parte del gruppo del Virunga, che include nel comprensorio Congo RDC ed Uganda. Le più famose e conosciute sono: il Sabinyo, il Bisoke, il Muhabura, il Gahinga, il Mikeno, il Nyiragongo (l’unico delle sette sorelle ad essere ancora attivo) ed il Karisimbi (il più alto). Ho avuto la fortuna di toccare la vetta dei primi due, ma ci sarà tempo per raggiungere anche gli altri. La voglia non manca! E’ come aprire una finestra e se ne trova un’altra davanti>>.

Silvio Mevio
Cultura e spettacoli