TEGLIO. Si scava nel passato

Iniziate le indagini archeologiche al Castello di Teglio. Grazie alla collaborazione tra Università di Bergamo, Soprintendenza e Comune nell’area della «pineta» si cerca il castrum romano con droni e sondaggi archeologici.

Teglio è noto per essere stato uno dei luoghi più importanti di tutta la Valtellina, già a partire dalla preistoria. Vero e proprio centro eponimo di tutta la Tillina Vallis dalla tarda età romana, nel corso del Medioevo rimase sotto la diretta amministrazione dell’Arcivescovo di Milano, confermandosi uno dei luoghi centrali ancora in età viscontea e durante il successivo dominio grigione. L’importanza di Teglio nell’antichità emerge dai numerosi rinvenimenti di statue stele e dai risultati dei numerosi scavi di archeologia preventiva condotti dalla Soprintendenza negli ultimi trent’anni.
Il castello di Teglio, di cui rimane oggi solo la Torre de li belli Miri, si colloca probabilmente su un’area abitata già in età romana e potrebbe sorgere nel luogo di un precedente castrum, sede del potere civile e religioso e a capo di una circoscrizione amministrativa e militare. Nonostante la centralità di questo sito, l’area non è stata finora oggetto di appositi studi a carattere scientifico, a differenza invece di quanto avvenuto per altri castelli della valle.  Per rimediare a questa situazione è nata una collaborazione tra Università degli studi di Bergamo, Soprintendenza e Comune, al fine di avviare un progetto ambizioso di ricerca sull’area, che possa produrre la piena valorizzazione e restituzione alla collettività di questo sito dallo straordinario potenziale archeologico. Questa collaborazione continua quanto già iniziato con l’intervento di “Ripristino e valorizzazione della pineta di Teglio" finanziato da Fondazione Cariplo.

Le ricerche dell’Università di Bergamo, condotte da Riccardo Rao, professore di Storia medievale e di Storia del Paesaggio, e da Federico Zoni, archeologo e assegnista di ricerca, sono state realizzate con droni con camera multispettrale e georadar. Si tratta di nuove tecnologie sofisticate e non invasive, che consentono di prevedere il potenziale archeologico del sottosuolo, individuando nelle immagini prodotte particolari “anomalie” che possono nascondere la presenza di resti archeologici.
Le “anomalie” individuate dalle indagini multispettrali sono state verificate con sondaggi archeologici mirati condotti dall’archeologa Chiara Marveggio, con la direzione scientifica della Soprintendenza.
Sebbene siano ancora preliminari, i risultati appaiono decisamente promettenti: sono emerse numerose strutture murarie e sono stati raccolti materiali ceramici e ossa di varie epoche, che dovranno essere adeguatamente analizzate. Le future pubblicazioni dei risultati delle sperimentazioni condotte a Teglio consentiranno di portare questa “capitale” della montagna lombarda nel dibattito internazionale storico, archeologico e paesaggistico.

   DICHIARAZIONI
   Elio Moretti, Sindaco di Teglio
«Teglio ha un territorio straordinario, ricco di arte, cultura e storia, i ritrovamenti fatti fino ad ora confermano quello che i nostri avi hanno tramandato nel tempo.
Come cittadino credo che l’amore per il proprio territorio sia alla base della volontà di conoscere il nostro passato attraverso la ricerca nel sottosuolo che cela ancora molti misteri.
Non posso che ringraziare per la straordinaria collaborazione la soprintendenza, l’Università di Bergamo e la professionalità della dott.ssa Marveggio che hanno dimostrato una grande disponibilità e una qualità del lavoro svolto fino ad ora encomiabile.
Proprio l’amore per il nostro territorio è alla base delle scelte fatte dalla mia amministrazione da tempo: la volontà di riappropriarci di palazzi storici, di forgiare gli acronimi Teglio Arte Cultura/di Natura Storia e la necessità di creare un ponte tra passato e futuro per le nuove generazioni.
Sono sicuro che potremo andare avanti con le ricerche e fare di Teglio la capitale dei ritrovamenti di reperti storici e di scavi archeologici tra i più importanti in Valtellina.»
   Dott.ssa Nicoletta Joli, Assessore alla Cultura e al Turismo
«Premettendo che oggigiorno i progetti legati alla tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico risultano essere un volano dal punto di vista turistico, ho ritenuto interessante puntare sull’area della Torre che, oltre ad essere il simbolo di Teglio, è un’area che recentemente è stata interessata da lavori di riqualificazione che ne hanno aumentato la fruibilità. Detto ciò, sono veramente felice e soddisfatta che la nostra Amministrazione abbia puntato e creduto in questo progetto, visti i primi ottimi risultati. Mi auguro che vada in porto anche l’idea di proseguire l’indagine l’anno prossimo, coinvolgendo gli studenti dell’Università di Bergamo.
Ringrazio di cuore i funzionari della soprintendenza, nella persona del Dott. Stefano Rossi, i funzionari dell’Università degli Studi di Bergamo, Prof. Riccardo Rao e Prof. Federico Zoni, la Dott.ssa Chiara Marveggio, archeologa Valtellinese, che si sono impegnati per far si che questo tesoro sommerso venisse a galla».
   Dott. Stefano Rossi, funzionario archeologo della Soprintendenza
«Sembra quasi scontato, ora alla luce dei primi risultati delle indagini al Castello, che la ricerca archeologica della Valtellina possa ripartire da Teglio. Rispetto al potenziale che questo territorio ha da offrire però si è aspettato anche troppo tempo. Nessun altro posto della provincia di Sondrio può, infatti, vantare la ricchezza di testimonianze archeologiche di Teglio.
Le indagini archeologiche, frutto di una collaborazione molto stretta con l’Università di Bergamo e il Comune, sono un importante tassello di un progetto più ampio, che coinvolge anche Palazzo Besta e la Direzione Regionale Musei della Lombardia e, che intende riportare a Teglio ed esporre al pubblico i reperti venuti alla luce negli ultimi vent’anni, come il “tesoro” di quasi trecento monete romane rinvenuto nel 2014 in via Antognoli».
   Prof. Riccardo Rao, Università degli Studi di Bergamo
«Negli ultimi anni, come Università di Bergamo stiamo operando con sempre maggiore decisione nell’ambito della valorizzazione dei beni paesaggistici, archeologici ed ambientali della montagna lombarda e in particolare della Valtellina. Il castello di Teglio ci è parso fin da subito un contesto straordinario su cui applicare tecnologie di indagine archeologica all’avanguardia, che abbiamo sperimentato con successo in questi giorni. I risultati estremamente positivi ci incoraggiano a proseguire nelle ricerche, di modo che si possa restituire alla cittadinanza la storia del sito che alla Valtellina ha dato il nome».
   Dott.ssa Chiara Marveggio, archeologa libera professionista incaricata delle indagini.
«Poter lavorare in un contesto di così spiccato interesse storico come Teglio è sempre un privilegio, soprattutto avendo già avuto occasione più volte in passato di confrontarmi con la ricchezza del suo patrimonio archeologico, che attesta la continuità di frequentazione del territorio dall'epoca preistorica ai giorni nostri. Le recenti indagini hanno avuto la duplice finalità di iniziare a riscoprire l'importante sito del Castello e al tempo stesso, partendo proprio dal cuore del paese, sensibilizzare la comunità locale alla valorizzazione delle proprie origini ed è in questa direzione che spero possano muoversi anche i progetti futuri».
 

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