“A Christmas Carol” al Teatro Sociale. La voce della coscienza

di Nello Colombo
Un regalo di Natale: la pace nei cuori. C’è uno strano parallelismo tra il musical “A Christmas Carol” messo in scena al Teatro Sociale e la città di Sondrio. A tarda sera la neve scende copiosa sulle vie cittadine creando quell’atmosfera magica di un grande Natale. La stessa con i candidi fiocchi che cadono dall’alto sotto le luci rutilanti degli spot in teatro nel finale della narrazione dickensiana.  Un musical di grande rispetto con 19 grandi artisti e 9 fenomenali bambini dalla voce candida e suadente. Su tutto e su tutti un superbo Roberto Ciufoli nei panni di Ebenezer Scrooge il taccagno misantropo infine redento dalle visioni notturne di tre spettri, una triade coscienziale che lo tormenta in una notte insonne e rivelatrice. Una grande oleografia scenica la regia di Fabrizio Angelini sorretto dalla mirabolante colonna sonora di Alan Menken e da una splendida scenografia intimista che ha dipinto magnificamente un sobborgo della vecchia City del 1843. Muri scalcinati di una dimora “parvenu” dai mille occhi finestrati sulla piazza accanto all’umile dimora dei Cratchit.  Perfetto il gioco di luci su paratie che si aprono all’improvviso per l’entrata tumultuosa del corpo di ballo quasi in una effervescente operetta cabarettistica, mentre nel fondo nero pece si addensano le nubi sul sonno dell’usuraio che detta le sue massime ideali: “Che crepino i poveri! Siamo troppi a questo mondo!” o “La povertà non è un mio problema!”. Ma nel cuore della notte ecco un lampo accecante, e dal fumo diavolesco appare lo spirito di Marley, il vecchio socio morto praticamente d’indigenza, quasi uno zombie avvolto da pesanti catene che trascinano pesanti forzieri. Le stesse che avvolgono il cuore di Scrooge, ancorate sul fondo melmoso di un’avidità senza pari. E le torbide visioni non sono certo frutto di una brutta peperonata piccante, ma aprono infine lo spiraglio della redenzione con la visita degli spiriti del Natale passato che gli farà rivivere i momenti salienti di una vita in ascesa economica fino al degrado morale, poi quello del presente a casa del piccolo Tim e del nipote Fred, e infine quello del futuro che gli preannuncia una fredda lugubre tomba, dimenticato da tutti. Ma è ancora in tempo per cambiare. L’ottimo cast (Fabrizio Angelini – Mr. Fezziwig/ Carolina Ciampoli – Spirito del Natale Passato/ Gabriele de Guglielmo – Spirito del Natale Presente/ Giancarlo Teodori – Jacob Marley/ Maria Maddalena Adorni – Mamma di Scrooge / Luca Benini – Vecchio Joe / Mattia Cavallari – Scrooge a 18 anni/ Cristian Cesinaro – Mr. Smythe/ Valentina Di Deo – Sally Anderson / Filippo Di Menno – Fred Anderson /Edilge Di Stefano – Emily /Pietro Galetta – Bob Cratchit/ Claudia Mancini – Fan/ Monja Marrone – Mrs. Cratchit/ Serena Mastrosimone – Mrs. Mops/ Giulia Rubino – Spirito del Natale Futuro/ Serena Segoloni – Mrs. Fezziwig/ Claudia Vissani – Mrs. Pickwick, e  ancora Alessandro Carulli, Maria Lara Cieri, Luca Civitarese, Mattia Di Nardo, Filippo Di Paolo, Mariele Oliva), l’intenso l’amalgama delle voci e le frizzanti coreografie hanno reso più solennemente gioiosa e più viva la narrazione che sfugge alla cupezza del travaglio della terribile notte dell’Innominato manzoniano incamminato verso la conversione. Il succo però è lo stesso: l’avidità sfrenata e molesta, sorretta dall’indifferenza colposa di una sacca del mondo d’oggi non paga perché frutto di una umanità distratta, o forse soltanto indolentemente egoista. Ma tutti i nodi, presto o tardi, vengono al pettine. Finale da standing ovation per l’intero cast e soprattutto per Ciufoli che,  sulla scia dell’ultima battuta della pièce teatrale pronunciata dal piccolo Tim “Che Dio vi benedica tutti!”, esorta la bella Sondrio a emozionarsi sempre dinanzi a spettacoli dal vivo.
Nello Colombo

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