Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 Paesi. E quattro sono i film che ha diretto e interpretato

(Maria de falco Marotta- Elisa Marotta- Enrico Marotta- Antonio De Falco)    Ha amato Napoli, l’ha vissuta e raccontata. Ci ha lasciato il poliedrico Luciano De Crescenzo, scrittore, regista e attore. Per lui, classe 1928, è stata fatale una polmonite. Era ricoverato infatti da alcuni giorni a Roma dove è stato assistito fino all’ultimo dalla figlia Paola, dai nipoti e dall’agente Enzo D’Elia. Luciano De Crescenzo è una parte fondamentale dell’arte italiana e partenopea, uno di quelli che difficilmente sarà dimenticato. La sua arte nasce con i numeri. Laureatosi in ingegneria, ha lavorato per diverso tempo presso l’Ibm Italia, raggiungendo anche il livello di dirigente nella sede di Roma. Dal suo amore folgorante per i libri e per la filosofia nel 1977 venne pubblicato da Mondadori il testo “Così parlò Bellavista”. La passione per queste arti non lo allontana in un primo momento dal mondo del lavoro “pratico”, diventa per lui un piacere più complesso e più partecipato ma sempre con il sentore della tranquillità accanto al “posto fisso”. Una piccola partecipazione a “Bontà loro”, il talk show allora condotto da Maurizio Costanzo, lo convince a rinunciare allo stipendio sicuro per una carriera artistica ricca di colpi di scena e di battute esilaranti. Egli ha pubblicato una cinquantina di libri, vendendo 18 milioni di copie nel mondo(ALL’INCIRCA). Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 paesi. E quattro sono i film che ha diretto e interpretato: “Così parlò Bellavista” nel 1984, “Il mistero di Bellavista” nel 1985, poi “32 dicembre” nel 1988 e “Croce e delizia” nel 1995. Da attore è stato diretto anche da Renzo Arbore nel film “Il pap’occhio” nel 1980 e da Lina Wertmüller in “Sabato, domenica e lunedì” nel 1990. Al grande pubblico, quello appassionato di De Crescenzo, certamente non sfuggiranno né Il pap’occhio e “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? “(di Renzo Arbore).

COSÌ PARLÒ DE CRESCENZO
“Guagliù stateme a sentì: questo è il bene e questo è il male. Il bene è il dubbio, quando voi incontrate una persona che ha dei dubbi state tranquilli, vuol dire che è una brava persona, vuol dire che è democratico, che è tollerante, quando invece incontrate questi qui, quelli che hanno le certezze, la fede incrollabile, e allora stateve accorte, vi dovete mettere paura, perché ricordatevi quello che vi dico: la fede è violenza, la fede in qualsiasi cosa è sempre violenza. Gli uomini, invece, gli uomini si dividono in uomini d’amore e uomini di libertà, a seconda se preferiscono vivere abbracciati gli uni con gli altri, oppure preferiscono vivere da soli e non essere scocciati”. Così recita il Prof. Gennaro Bellavista alias Luciano De Crescenzo nel film cult del 1984, da lui anche diretto, “Così parlò Bellavista”. Un film eccezionale, un film di vita vera, un film sempre attuale. La storia di un napoletano e un milanese inizialmente nemici a causa di pregiudizi razziali e divisioni tra nord e sud, e poi grandi, inseparabili amici e consiglieri. “Così parlò Bellavista” è un susseguirsi di suggestioni e di sketch arricchiti da attori teatrali, da cabarettisti, da caratteristi. Isa Danieli, Renato Scarpa, Marzio Honorato, Geppy Gleiyeses sono solo alcuni dei volti che hanno reso grande questo racconto cinematografico. A Luciano De Crescenzo il merito di una storia che riflette su temi forti con una dosata leggerezza, mezzo perfetto per essere ancora più diretti e penetranti. Un vero dipinto su pellicola dell’anima di Napoli di quei giorni, e forse sì, anche di adesso(mah!).
L’ARTE MODERNA E LA FILOFIA SECONDO L’INGEGNERE
Secondo voi l’arte moderna è arte o è una “strunzata”? Luciano De Crescenzo non solo aveva un grande pensiero sull’arte ma ha regalato un scena cinematografica a questo interrogativo (in “Il mistero di Bellavista “). L’attenzione della domanda, secondo lui, non va posta riguardo l’arte ma riguardo l’uomo. Proprio come diceva Protagora, essendo l’uomo il centro dell’universo è all’uomo che spetta giudicare, dare un giudizio. Per De Crescenzo quindi l’arte moderna, o l’arte in genere, è arte in base al pensiero del singolo. Si tratta di un aspetto altamente soggettivo che forse va in conflitto con l’opinione di molti ma che fornisce una chiara “lettura” dell’uomo e del filosofo De Crescenzo: libero nelle sue idee e nel suo pensiero. Protagora e De Crescenzo concordavano su un aspetto: su ogni argomento, qualunque fosse, non esiste una verità assoluta ma sussiste un’opinione soggettiva che inevitabilmente, per l’animo dell’uomo, genera una opinione contraria. Chi ha letto o studiato la sua “Storia della filosofia greca, medioevale, moderna” non può che restare piacevolmente sorpreso e ammirato nei confronti di questo maestro della parola. La filosofia per Lui è stata un’arma con la quale affrontare la vita, relazionarsi agli altri sempre con grande professionalità e simpatia. Leggendo questi volumi si immagina l’Ingegnere passeggiare per le vie di Napoli discutendo dei grandi temi della vita senza mai sentenziare ma affidandosi a una elasticità di pensiero rara nel nostro tempo. Vogliamo solo ricordare una sua risposta che ci diede tanti anni fa, sulla terrazza dell’Excelsior, mentre stava bevendo il caffè:” Per lei chi è il più potente al mondo?” Stette un attimo zitto e poi con il suo solito fare ricco di napolitudine ci rispose” Totò, Gesù Cristo e tanti altri. Totò nella sua maschera ridicola nasconde il dramma dell’uomo, di tutti gli uomini. Gesù Cristo, questo poveraccio vissuto in mezzo a gente che s’accerevene come cani feroci, parlava di pace. Era perciò un vero rivoluzionario, altro che uomo pacifico! Se stessimo attenti a questi due, il mondo diverrebbe certamente più vivibile per tutti”
Luciano De Crescenzo? E' morto il 18 luglio , il giorno in cui era nato nel 1928

Maria de falco Marotta- Elisa Marotta- Enrico Marotta- Antonio De Falco
Cultura e spettacoli