Fotomostra "Deserti" alla Pinxi di Milano

Fotografia che mostra le sue grandi possibilità comunicative e poetiche. Un invito a visistarla per l'Associazione Valtellinesi a Milano

Forse non l’abbiamo sufficientemente approfondito ma questa età, nel campo delle arti figurative è caratterizzata da un’ampia possibilità di espressione con un numero vario e forte di tecniche mai come in passato. Ma forse non è vero.

E’ stato così anche in passato. E’ stato il secolo XIX con il suo trionfo del quadro ad olio che ci ha un poco confuso. Ora si cambia. Anche dalle nostre parti. Vedi le recenti opere di Floriana Palmieri e quelle di Cesare Bedognè. Due artisti che stanno esprimendo alte qualità con tecniche legate al mosaico alla pietra ed alla fotografia. Ed è alla fotografia che vogliamo dedicare questo nostro passo. E’ la recentissima mostra “Deserti” dove sei artisti presentano le loro opere alla Galleria Pinxi di Milano. Qui è appunto è la fotografia che mostra ancora una volta le sue grandi possibilità comunicative e poetiche. Per questi artisti e non è sbagliato, sono stati rievocati i celebri nomi del passato da Edward Weston ad Ansel Adams sino a Minor White. Ora sono sei artisti che qui si cimentano con il tema del deserto. Un argomento e un tema di un tale irresistibile carisma che non abbandona e tralascia le nostre ansie contemporanee, le nostre inquietudini.. I fotografi sono: Ermanno Barchiesi, Carlo Garzia, Gianni Maffi, Roberto Toja, Alessandro Vicario e Pio Tarantini. Oggi l’argomento deserto potrebbe essere, in un primo momento, un pretesto anche abbastanza facile. E non ci sarebbe niente di superficiale e futile. Ma poi, dopo un’attenta visita alla mostra, non è solo così non è solo un facile pretesto, una “occasione”. Il deserto osservato, analizzato, scrutato nella sua complessa dimensione. Il deserto come parte ma anche completamento della nostra visione del mondo di ciò che ci sta intorno e ci  da esaltazione , ci turba. Per Ermanno Barchiesi il deserto nasce da un reportage dal Sud Ovest degli Stati Uniti ma non soltanto il deserto americano, quello fisico e geografico, ma il deserto che nasce dalla solitudine profonda cui ci abituò Edward Hopper.  Carlo Garzia ci parla anche lui degli States, dove con luminosi colori si avvicendano i miti più consumistici e postmoderni di una società che forse noi europei non abbiamo ancora completamente compreso.  Gianni Maffi ci fa ritornare alle nostre pietraie ai nostri silenzi alpini in un connubio tra mucchi di pietre e la presenza di una nebbia che avvolge e spesso tradisce. Roberto Toja ci descrive il doloroso cammino di un deserto nato da un vecchio ospedale abbandonato e perciò rifiutato, smesso. Una storia di dolore cui ci aveva abituato anche la fotografia di Cesare Bedognè e qui ancora ci costringe ad uno spasimo privo della parola. Alessandro Vicario si sofferma con grande gusto estetico  ad ammirare le saline di Margherita di Savoia e le accomuna ad altre componenti lontane dall’arido deserto come l’acqua ed in parte anche il sale. Infine Pio Tarantini che ha curato anche l’introduzione al bel catalogo edito da Pinxi New Art, indugia sulle bellissime fantastiche immagini “Cosmogonie” che descrivono mondi chimerici facenti parte dei nostri sogni più reconditi.

La mostra rimane aperta sino al 9 novembre – Galleria Pinxi New Art Via Savona 61 Milano.

 

Carlo Mola
Cultura e spettacoli