MOLA: Giacometti, Perugino, 'dOCUMENTA', Ta Pum, Carbonio, giovedì 23

Giacometti

Dopo la bella mostra romana, ad ottobre si è aperta a Milano la mostra dedicata allo scultore Alberto Giacometti. Curata da Catherine Grenier, direttore della Fondazione Annette Giacometti di Parigi, che presenterà una selezione significativa di 30 opere tra sculture, dipinti e disegni e metterà in luce il ruolo fondamentale dell’artista svizzero nello sviluppo della scultura internazionale del Novecento. La mostra, allestita alla Gam dall’8 ottobre 2014 al primo febbraio 2015, è promossa dal Comune di Milano-Cultura, organizzata e prodotta dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE ed è la prima di 4 grandi mostre dedicate alla scultura che saranno ospitate alla GAM di Milano, recentemente riallestita.
Attraverso le sculture, i dipinti e i disegni realizzati tra gli anni Venti e Sessanta, si potrà seguire l’evoluzione artistica di Giacometti, dai suoi inizi in Svizzera alla maturità, trascorsa quasi sempre nell’atelier di rue Hippolyte-Maindron a Parigi. Un viaggio cronologico che si suddivide in cinque sezioni, costituite a loro volta da diversi gruppi a soggetto e che consente di ripercorrere la strada scelta dell’artista: dal debutto a contatto con il Post-cubismo e il Surrealismo, all’età più avanzata. Con “Alberto Giacometti” si inaugura Il Nuovo Corso Della Gam come Polo Milanese Della Scultura. L’assessore Del Corno ci dice: “Prosegue il percorso di questa Amministrazione per dare un’identità definita e una precisa funzione a tutti gli spazi espositivi milanesi consolidando così l’identità di un museo che dalla sua nascita accoglie ed espone permanentemente capolavori assoluti come l’Ebe del Canova, il nucleo più importante in Italia delle opere di Medardo Rosso, molti lavori di Vincenzo Gemito e alcune splendide opere di Wildt”. La mostra “Alberto Giacometti” è realizzata in collaborazione con la Fondazione ‘Alberto e Annette Giacometti’ di Parigi e curata da Catherine Grenier, direttore della Fondazione. La mostra  propone l’intero percorso artistico di uno dei più significativi scultori del Novecento, offrendo capolavori assoluti come Boule suspendue, Femme qui marche, La cage, Quatre femmes sur socle, Buste d’Annette o ancora la monumentale Grande femme.  “La GAM, che conserva e propone ai suoi visitatori le sue preziose collezioni di dipinti e sculture che vanno dal neoclassicismo al XX secolo, ospiterà in futuro nei suoi straordinari spazi una serie di mostre dedicate al linguaggio della scultura, realizzate in collaborazione con alcune importanti istituzioni museali internazionali – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Il visitatore potrà seguire, attraverso le sculture, i dipinti e i disegni realizzati tra gli anni Venti e Sessanta, A corredo e integrazione del percorso di visita saranno esposte una selezione di disegni e schizzi, immagini d’archivio, foto intime e d’autore, che aiuteranno il visitatore a meglio contestualizzare il procedimento artistico di Giacometti, dal periodo Surrealista agli ultimi anni.
La mostra fa parte di Milano, continua Del Corno, Cuore d’Europa, il palinsesto culturale multidisciplinare dedicato all'identità europea della nostra città anche attraverso le figure e i movimenti  Nella prima sezione il visitatore sarà introdotto prima nell’universo intimo di Giacometti, con le sculture che rappresentano i ritratti del padre, della madre Annetta, del fratello Diego e della sorella Ottilia; e poi direttamente a Parigi, dove si era trasferito su consiglio paterno dopo il 1922 e dove realizzò lavori che sono il frutto del clima artistico cubista di quegli anni. Nel 1931 Giacometti aderisce al Surrealismo, cui era stato avvicinato da Cocteau, Masson e dai coniugi Noailles: la seconda sezione presenta i lavori nati da questa parentesi di breve durata (verrà escluso dal movimento nel 1935): veri e propri capolavori quali Femme qui marche, concepita come manichino per l’Esposizione Surrealista del 1933, Le Couple, che ben mostra il suo interesse per l’arte africana e, ancor più celebre, Boule Supendue, definita da Dalì come il prototipo degli “oggetti a funzionamento simbolico”, punto saliente del pensiero surrealista.     La terza sezione testimonia la nuova ricerca artistica di Giacometti, che ha al suo centro il lavoro dal vero: i ritratti si fanno a scala ridotta, misurando solo una decina di centimetri e la testa diventa presto il fulcro del suo interesse artistico (in mostra sono presenti le due Tête de femme, rispettivamente del 1935 e del 1938) preannunciando quelle realizzate in pittura e scultura negli anni ’50 e ’60. In questa sezione si darà conto anche della ripresa del lavoro di Giacometti, avvenuta dopo il suo rientro a Parigi nel 1945 alla fine della guerra, quando nascono i suoi personaggi filiformi, figure ieratiche e immobili, distribuite rigidamente su alti piedistalli o all’interno di gabbie che ne determinano i limiti spaziali, rappresentate in mostra da Quatre femmes sur socle del 1950 o, dello stesso anno, La Clairière e La Cage. La quarta sezione illustra la ricerca artistica sulla rappresentazione della testa, preannunciata dai ritratti di Rita e Diego, e ben visibile nei dipinti e nelle sculture della maturità. I modelli scelti sono quelli a lui più vicini come la moglie Annette (Buste d’Annette, 1962), il fratello Diego (Buste de Diego, 1964), il filosofo giapponese Yanaihara (Buste de Yanaihara, 1961), l’amante Caroline. Sia in pittura che in scultura, è intenso il lavoro di Giacometti sulla testa al fine di raggiungere il suo principale obiettivo: la somiglianza. La quinta e ultima sezione chiude il percorso espositivo con le opere più mature dell’artista. Nel 1958 Alberto Giacometti lavora alle sculture monumentali della Grande tête (1960-1966) e della Grande femme (1960-61), le più grandi mai realizzate dall’artista, la cui superficie rugosa accresce l’aspetto drammatico. Queste sculture sono presentate in mostra accanto ai due ritratti seduti di uomo e donna, frontali e ieratiche e con le braccia posate sulle gambe alla maniera delle sculture antiche: elemento comune l’intensità dello sguardo, rivolto dritto davanti a sé e perso in una sorta di aldilà quasi profetico”. CARLO MOLA
INFORMAZIONI TECNICHE  Sede : GAM Galleria d’Arte Moderna, via Palestro 16 - 20121 Milano – tel. 02 884.459.47 Periodo:  8 ottobre 2014_1 febbraio 2015  Orari         Lun 14.30_19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 9.30_19.30 Gio, Sab 9.30_22.30. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.
INGRESSO ALLA MOSTRA : € 12,00 intero (audioguida inclusa) € 10,00 ridotto (audioguida inclusa) BIGLIETTO CUMULATIVO mostra Giacometti + collezioni GAM € 14,00 intero (audioguida inclusa) € 11,00 ridotto (audioguida inclusa).
Ma le vicende culturali che vedono Giacometti protagonista non finiscono qui.
«Tutta l'arte del passato, di tutte le epoche, di tutte le civiltà, apparve davanti a me. Tutto era simultaneo, come se lo spazio avesse preso il posto del tempo». (Alberto Giacometti) Il Museo MAN di Nuoro annuncia l’imminente apertura della mostra «A un passo dal tempo. Giacometti e l'arcaico». Curata da Pietro Bellasi e Chiara Gatti, la mostra, composta da una settantina di opere, paleserà al pubblico il grande influsso che la statuaria antica (egizia, etrusca, greca, celtica o africana), tenne in esercizio la sua grande volontà di trasferire oggi quel grande passato. Da questa intensa confessione dichiarazione riportata all’inizio del nostro discorso nasce l'idea di riconsegnare ai capolavori di Alberto Giacometti (1901-1966) la loro misura d'eternità, I prestiti delle opere di Giacometti, concessi da importanti collezioni svizzere oltre che dalla Kuntshaus di Zurigo e dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, saranno affiancati per la prima volta alle opere arcaiche del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, del Museo Civico Archeologico di Bologna, del Museo Civico di Palazzo Farnese a Piacenza e del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Un itinerario avvincente nel tempo e nello spazio. CARLO MOLA
Museo MAN via S. Satta 27 08100 Nuoro tel. +39 0784 25 21 10orari: 10-13 | 15 19 lunedì chiusi .
(Ci riserviamo in un secondo tempo di parlare di Giacometti e della sua famiglia nei rapporti con la Val Bregaglia e con la Val Chiavenna. C.M.)
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Perugino

Non possiamo iniziare questa comunicazione  dedicata al Perugino senza ricordare le sei mostre dedicate a lui in Umbria nel 2004. Perugino il divin pittore (Perugia, Palazzo dei Priori, Galleria Nazionale dell’Umbria); La fortuna e il mito (Perugia, Centro Espositivo Rocca Paolina); Perugino e la miniatura umbra del Rinascimento (Perugia, Abbazia di San Pietro, Fondazione per l’Istruzione Agraria); Perugino e il paesaggio (Città della Pieve, Palazzo della Corgna); la ceramica umbra al tempo di Perugino (e oltre) (Deruta, Museo Regionale della Ceramica); Perugino pittore devozionale modelli e riflessi nel territorio di Corciano (Corciano, chiesa di San Francesco). Ora ritorniamo al Perugino con una grande mostra a Parigi concepita da vittoria Garibaldi, sovrintende ai beni storico artistici dell’Umbria e da Nicolas Sainte-Fare Garnot, conservatore del Musée jacquemart-André. Inaugurata il 7 ottobre 2014 al Musée jacquemart-andré   “Le pérugin, maître de raphaël”.  Attraverso un “viaggio” tra le città italiane di Firenze, Roma e Perugia, il pubblico di Le Pérugin, Maître de Raphaël è chiamato alla scoperta dell’artista umbro. Il percorso espositivo articola il racconto a capitoli, confrontando il lavoro di Pietro Vannucci detto il Perugino (Città della  Pieve, 1446 – Fontignano, 1523) con artisti quali Sandro Botticelli, Bartolomeo Caporali, Andrea del Verrocchio, fino ad giungere al divino  Raffaello. All’inizio dell’esposizione un video presenta l’artista italiano ed un focus sugli affreschi della Cappella Sistina.
Nella prima sala sono raccontati i primi anni (1470-1476) a Perugia e Firenze, dove Vannucci ebbe la fondamentale influenza  di Piero della Francesca.  Poi a Firenze, il Perugino fu aiutante nella bottega del Verrocchio. Con altri importanti contatti e influenze, con il Botticelli, Ghirlandaio, e… Leonardo. Infine il maestro dedica tanto sforzo e molta ispirazione al tema della Vergine col Bambino. Nella seconda sala sono esposti magnifici esempi in questo campo. Il Perugino non fu il solo, ma certo, uno dei principali artefici  che ha dato un gioco prospettico e un significato di profondità allo sfondo. Egli scelse  l’abolizione del fondo oro  ma non solo. Inserì l’elemento paesaggistico della sua magnifica terra: l’Umbria. Una sala allestita con le opere di Raffaello chiude la mostra, dando un significato definitivo all’esposizione.
È un incontro tra due personaggi, Raffaello e Perugino. L’esposizione ha inoltre l’arduo intento di esaminare l’approccio scientifico di un confronto tra Perugino e Raffaello. Entrambi sono due artisti molto importanti e noti al pubblico. Anche nel 2004 a Perugia vi fu  la citata esposizione sul Perugino, ma questa è differente. Al Jacquemart-André non sono esposte le opere più grandi di Perugino, come le pale d’altare che erano presenti a Perugia, piuttosto opere minori, di dimensioni più piccole, atte ad identificare un altro Perugino. Un ricordo personale del sottoscritto: il Musée Jacquemart-André, lo visitai molti anni orsono per una mostra dedicata a Marcel Proust di cui conservo un prezioso catalogo.  Si trova nel cuore dell’ottavo arrondissement, è un piccolo gioiello architettonico e luogo librato nel tempo.  Vittoria Garibaldi precisa“Al suo interno si respira un’aria di serena conciliazione artistica e di continuità tra passato e presente. Il Museo Jaquemart-Andrèè molto ricco di decorazioni e dipinti: non presentando spazi molto grandi in cui disporre opere di dimensioni notevoli, la scelta  è stata indirizzata verso opere più piccole, anche dedicate alla devozione privata, come alcune tele avute  in prestito dal Louvre”. CARLO MOLA

Parigi // fino al 19 gennaio 2015 Le Pérugin, Maître de Raphaël
a cura di Vittoria Garibaldi e Nicolas Sainte-Fare Garnot
Musée Jacquemart-André 158, boulevard Haussmann+33 (0)1 45621159
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dOCUMENTA (con la "d" minuscola) è una delle più importanti (se non la più importante, con  la Biennale di Venezia) manifestazione internazionale d'arte contemporanea europea, che si organizza ogni cinque anni nella città tedesca di Kassel, nell'Assia settentrionale. L’anno di fondazione è il 1955. Ed è stata inaugurata da Arnold Bode  come parte della Bundesgartenschau, la mostra di giardinaggio della Repubblica Federale Tedesca che aveva luogo a Kassel. Questa prima edizione di "documenta" fu subito un successo, all'opposto delle previsioni e rese complice molti degli artisti che  ora sono valutati  come i più rilevanti nel contesto dell'arte moderna e contemporanea, come, ad esempio Kandinsky e Picasso. Continuamente vagliata tra le rassegne più prestigiose al mondo, seguita a proporre un'importante mostra sull'arte contemporanea di tutti i continenti. Una commissione formata da otto membri è designata a  trovare un direttore artistico per Documenta 14. Il comitato  per il 2014 si è riunito Kassel. I membri sono: Suzanne Cotter - Direttore Museo Serralves di arte contemporanea, Porto, Portogallo. Chris Dercon - direttore della Tate Gallery of Modern Art, Londra, Gran Bretagna. Susanne Gaensheimer -Direttore del Museum für Moderne Kunst, Frankfurt / Main, Germania. Kim Hong-hee - Direttore di Seoul Museum of Art, Seoul, Corea del Sud. Koyo Kouoh - Direttore Artistico del Materie Prime Company, Dakar, Senegal. Matthias Mühling - Curatore Galerie im Lenbachhaus, München, Germania (inizio 2014: Direttore Lenbachhaus, München, Germany).  Joanna Mytkowska - Curatore del Museo di Arte Moderna, Varsavia, Polonia. Osvaldo Sánchez -Direttore in Site05 Mexico-City, Messico.  Dopo il  suddetto kick-off meeting a Kassel, nel novembre 2013 la commissione internazionale ha proposto il direttore artistico di Documenta 14 per il consiglio di sorveglianza di documenta und Museum Fridericianum Veranstalt.  E’ il polacco Adam Szymczyk a dirigere la  dOCUMENTA 14 che ha luogo dal 10 giugno 2014 al 17 settembre 2017 a Kassel.  Szymczyk (nato 1970 a Piotrków Trybunalski, Polonia) è Director e Chief Curator della Kunsthalle di Basilea. E 'stato co-fondatore della Foksal Gallery Foundation di Varsavia, dove ha lavorato come curatore 1997-2003 prima di assumere il suo incarico a Basilea. Alla Kunsthalle di Basilea, ha organizzato mostre tra cui "Piotr Uklanski: Earth, Wind and Fire" (2004); "Tomma Abts" (2005); "Gustav Metzger: In Memoriam" e "Lee Lozano: Win First Do not Ultima vittoria Ultima Non Cura" (entrambi 2006); "Micol Assaël: Chizhevsky Lessons" (2007);"Danh Vo: Dove i leoni sono" (2009); "Moyra Davey: Ricevitore Speaker" (2010); "Sung Hwan Kim: Muro Line" (2011); "Paul Sietsema" e "Adriana Lara: SSOR" (entrambi 2012), così come mostre collettive tra cui "Strano Comfort (offerte dalla professione) " (con Salvatore Lacagnina, 2010) e "Come funziona / How to Work (More per) Less "(entrambi nel 2011). Nel 2008 ha co-curato con Elena Filipovic della 5th Berlin Biennial for Contemporary Art con il titolo "Quando le cose Cast No Shadow", e nel 2012 ha curato "Olinka, o dove il movimento è creato" al Museo Tamayo di Città del Messico. E 'membro del consiglio di amministrazione del Museo d'Arte Moderna di Varsavia. Nel 2011, è stato destinatario del Walter Hopps Award for Achievement Curatorial presso la Fondazione Menil a Houston. Ne parleremo ancora. CARLO MOLA

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TA Pum
Si è concluso il 17 ottobre e sono arrivati in piazza Unità d’Italia a Trieste gli otto membri di Ta Pum. I due team, alpinistico ed escursionistico, uniti da civili e militari, uomini e donne. erano partiti rispettivamente da BORMIO il 24 agosto e da Trento il 12 settembre, con l’obiettivo di coprire in permanente completa per la prima volta la linea alpina dei cinque fronti “DALLO STELVIO AL MARE” e i maggiori luoghi panorama della Grande Guerra. Ad accoglierli, la Fanfara ‘Enrico Toti’, il sindaco triestino Cosolini, la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Serracchiani, il generale Godio e Franco Marini, presidente del Comitato nazionale storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale. Il Tragitto è stato compiuto da Nicola Cozzio, Giacomo Bornancini, Gabriel Perenzoni, Gessica Spagnolli (team alpinistico), Alex Pilo, Caporale VFP4, Alessio Incagliato dell’11° Reggimento Bersaglieri Brigata Ariete e il Caporal maggiore scelto Rossella Galopin del Reggimento Cavalleria Piemonte (teamescursionistico). “Volevamo arrivare ‘dallo Stelvio al mare’, come dicono gli atti ufficiali, e ce l’abbiamo fatta”, commenta Walter Pilo, ideatore e promotore di Ta Pum. “La nostra fatica è stata piccola cosa rispetto alla sofferenza patita cento anni fa dai milioni di uomini che hanno combattuto e perso la vita per difendere la loro patria, ma andando con le nostre gambe chilometro per chilometro, paese per paese, cima per cima, trincea per trincea, abbiamo reso loro omaggio e capito ancora meglio come da quel sacrificio siano nate l’Italia e l’Europa unite di oggi. Il Cammino della Memoria però oggi non termina ma comincia, perché il nuovo traguardo che abbiamo davanti è il riconoscimento del Consiglio d’Europa. E questo prossimo passo non possiamo  farlo da soli”. Dopo il saluto del Sindaco Cosolini, la Presidente Serracchiani ha riconosciuto in Ta Pum “lo spirito di valorizzare il patrimonio storico-culturale dei territori legati ai tragici eventi del conflitto per promuovere i valori di pace e fratellanza e la volontà di onorare la memoria di tutti i caduti a prescindere  dalla loro divisa o nazionalità”, sperando che questo cammino della memoria venga inserito tra i sentieri culturali europei. Il Comandante Godio  ha sottolineato come “non casuale sia la scelta dei militari che hanno partecipato alla missione, appartenenti a due reparti fortemente impegnati nella Grande Guerra, uno con il sacrificio della Cavalleria italiana sul Tagliamento e a Pozzuolo del Friuli, i bersaglieri che furono i primi a sbarcare sul Molo Audace di Trieste alla fine del Conflitto”. Il sen. Marini ha distinto l’appello di Ta Pum affermando come “la costruzione di una memoria condivisa non possa che avvenire in un’ottica europea”. Poi, Marco Ferrazzoli, capo ufficio stampa del CNR ha ricordato “il ruolo dell’Ente quale partner scientifico del progetto in particolare per promuovere la salvaguardia dell'ambiente nei territori toccati”.   La missione ha coperto 2.000 km effettivi attraverso due percorsi. Il team alpinistico è partito il 24 agosto per seguire la linea dei cinque fronti di guerra (STELVIO-ADAMELLO-GIUDICARIE, linea degli Altipiani, Cadore, Carnia,Fronte Giulia): 1.150 km, 53 tappe, circa 90 mila metri di ascese e discese. Il team escursionistico, partito il 12 settembre, ha toccato 850 km, con circa 27 mila metri di dislivelli, 35 tappe, lungo i luoghi più significativi dopo l'arretramento di Caporetto: Asiago, Grappa, Vittorio Veneto, Piave, Carso. I due gruppi si sono incontrati a Redipuglia per percorrere insieme la parte finale del Cammino dopo aver onorato la memoria dei Caduti al Cimitero austro-ungarico e al Sacrario Militare. Il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz ha definito l’arrivo a Trieste “un’eccellente manifestazione, degna conclusione di un ammirevole progetto”.  CARLO MOLA

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Il black carbon
Un importante studio sul carbonio che sarà presentato in questi giorni  a Roma, presso la sede dell’Accademia dei Lincei, nell’ambito della XXXII Giornata dell’Ambiente, e verrà pubblicato sulla rivista ‘Atmospheric Environment’.
Il carbonio che respiriamo é  diffuso  in notevole misura nell’atmosfera ed è nocivo per la  nostra salute. Questo è  uno studio condotto dal Cnr, il primo del suo genere a livello nazionale, che sarà  appunto pubblicato sulla rivista Atmospheric Environment.  Nell’aria che respiriamo ogni giorno vi è una sottile polvere nera, che è carbonio elementare (più noto con il termine inglese black carbon), che è stato oggetto  di un’analisi la prima in Italia, eseguita da un team di ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e di alcune Università ed Enti.  “Questo inquinante, dannoso sia per l’ambiente che per la salute, assieme al carbonio organico costituisce la frazione carboniosa del particolato atmosferico, una componente importante di quest’ultimo, fino al 40% della massa”, spiega Sandro Fuzzi dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima di Bologna (Isac-Cnr). “In atmosfera il carbonio elementare e il carbonio organico si trovano sempre associati, poiché originati dalle stesse sorgenti: la combustione incompleta di una qualsiasi sostanza organica, sia combustibili fossili, sia biomasse (legna e residui agricoli), per autotrazione, riscaldamento e produzione di energia”. I basamenti sono ancora modesti e non uniformemente distribuiti sul territorio. “L’importante quadro di insieme a livello nazionale ha permesso di evidenziare che le concentrazioni di carbonio elementare nei siti trafficati sono più di cinquanta volte maggiori rispetto ai siti remoti di alta montagna. Per esempio, a Milano in viale Sarca la media nel periodo invernale sfiora i 6 microgrammi per metro cubo (mgm-3), mentre è pari a 0.1 mgm-3 presso il sito ad alta quota di Monte Cimone, nell’Appennino Tosco-Emiliano. Un altro dato importante è che le concentrazioni di carbonio organico ed elementare nella Pianura Padana in inverno sono tre-quattro volte maggiori rispetto a quelle estive”, continua il ricercatore. “Questo a causa dell’intensità di alcune sorgenti quali il riscaldamento domestico durante la stagione fredda e delle frequenti condizioni di stabilità atmosferica, con scarso ricambio delle masse d'aria, che favoriscono l’accumulo degli inquinanti”.
Sempre nel periodo invernale, “le concentrazioni di carbonio organico nei siti urbani della Pianura Padana, arrivano fino a 12 mgm-3 nella città di Milano, in via Pascal, risultando mediamente doppie rispetto a siti urbani della Puglia, dove raggiungono massimi di 8 mgm-3nelle città di Lecce e Bari. Questi valori stagionali a Milano sono superiori del 30% anche a quelli misurati in una grande città come Roma e corrispondono a percentuali di sostanza carboniosa che arrivano al 47% della massa totale dell’aerosol”, prosegue Fuzzi.
Il lavoro, predisposto dalla Società italiana di aerosol presieduta da Roberta Vecchi (Università di Milano), è stato pilotato da tre Istituti del Cnr, l’Isac di Bologna, l’Istituto sull’inquinamento atmosferico, l’Istituto di metodologia per l’analisi ambientale e da sette università italiane - Statale, Bicocca e Politecnico di Milano, atenei di Genova, Perugia, Bari e del Salento - dall’Arpa-Lombardia e dal Centro comune per la ricerca della commissione europea. “Il carbonio elementare nel particolato atmosferico sta assumendo una sempre maggiore rilevanza a livello ambientale, tant’è che la Commissione Europea ne raccomanda il monitoraggio. Recentemente, studi epidemiologici hanno fatto sì che l’Organizzazione mondiale della sanità puntasse gli occhi su questo inquinante emergente per i suoi effetti dannosi ai danni dei sistemi respiratorio e cardiovascolare, oltre che per i possibili effetti cancerogeni”, conclude il ricercatore. CARLO MOLA

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E un appuntamento
Un incontro religioso di grande rilevanza."Lasciati interrogare. Non temere le domande. È ben altro che noi dovremmo temere. Dovremmo temere una società che funge da narcotico per la domanda, la copre. Soffocandola con la magia delle cose, con lo stordimento del rumore, con il luccichio del successo. Che cosa cerchi? Chi cerchi?” Angelo Casati, Incontri con Gesù, (Qiqajon, p. 9-10). Con questo alto pensiero diamo notizia dell’incontro con NICODEMO. Deve rinascere, di nuovo, (dall'alto), il dialogo sull'esperienza cristiana dell'interiorità.  Giovedì 23 ottobre 2014, ore 21 nella Basilica San Paolo Apostolo Via Asmara 2 - Piazza Caserta -  Milano MM 4 - fermata Istria. Interverrà Mons. Claudio Stercal professore presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale e presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore; Erika Renai e Carlo Decio lettori.  Cappella Sancti Satyri Mediolani. Elia Leon Mariani, violino Ruggero Fededegni, violino Matteo Galli, organo. E’ una nuova proposta un nuovo incontro promosso in collaborazione con L’Azione Cattolica ambrosiana. Si tratta di una serata tutta speciale  di grande contenuto spirituale che fa risonanza all’appuntamento tenuto lo scorso anno nella Basilica di Santo Stefano e rivolto al Profeta Giona. L’incontro con Nicodemo si svolge interamente nella misura del dialogo. Un dialogo fra l’Evangelo di Giovanni e i testi di Hetty Hillesum e  Angelo Casati. Un dialogo con Claudio Stercal che replicherà le occasioni sul tema dell’interiorità. Un colloquio che poi ha un seguito con la musica di Wolfgang Amadeus Mozart. Sono, infatti, in programma quattro Sonate da Chiesa per archi e organo, che nascono da un altro dialogo: quello del violino con l’organo. Questa serata di spiritualità è aperta a tutti le persone che cercano e  vivono la misura della ricerca costante. L’appuntamento è anche  l’occasione per conoscere e visitare la Basilica di San Paolo Apostolo opera di Piero Palombo (Vienna) 1928-34. La chiesa in stile neoromanico si colloca nell’area Nord della Città a due passi da Piazzale Istria (comodissima la nuova connessione con laMM 4).  CARLO MOLA

Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti

 

Carlo Mola
Cultura e spettacoli