Mola. Scienza ed arte

Consumo di suolo - Collirio . Ceramiche - Ancora ceramiche - Stampe Bertarelli - Lituania- Krizia - Le chiuse

Consumo di suolo

Riportiamo integralmente questa notizia- avvenimento che ci proviene dal C.N.R. Il consumo di suolo, l’arretramento di aree agricole a causa dell’antropizzazione, è il tema della tavola rotonda organizzata dal Consiglio nazionale delle ricerche ad Expo. Dalla definizione stessa di suolo, all’analisi storica, alle interazioni con il paesaggio e l’economia, alla sostenibilità dell’edilizia, all’approntamento di opere infrastrutturali e il loro impatto con il territorio. Lo calpestiamo tutti i giorni ma è essenziale per la nostra esistenza. Produttore di cibo, regolatore di emissioni di gas serra, sede di almeno un terzo della biodiversità terrestre, il suolo trattiene inoltre l’acqua piovana, alimentando le falde e producendo acqua potabile. Ma questa risorsa ambientale non è rinnovabile, e il rischio concreto cui va incontro è il consumo di suolo, ossia la riduzione delle aree agricole e verdi a causa dell’espansione di città, edificazioni, impermeabilizzazioni: una profonda alterazione biofisica, irreversibile nella gran parte dei casi, con impatti sull’equilibrio ambientale a scala locale e globale. La tavola rotonda ‘Il consumo di suolo: strumenti per un dialogo, coordinata da Teodoro Georgiadis dell’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibimet-Cnr) prende spunto dal recente disegno di legge in materia di contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato (C. 2039 Governo), in discussione presso le commissioni riunite Agricoltura e Ambiente della Camera dei deputati. L’evento, che prevede la partecipazione congiunta di esperti nei diversi settori coinvolti nel processo, con l’obiettivo di fornire una visione il più ampia e diversificata possibile Le nuove stime del Rapporto Ispra “Consumo di suolo in Italia” 2015, confermano una velocità media di perdita di 6 - 7 m2 al secondo, per un totale di 55 ettari al giorno, prevalentemente in aree agricole (quasi il 60%), ma anche urbane (22%) e naturali (19%). Si evince che sia stato cancellato anche il 20% della fascia costiera italiana, insieme a 34.000 ettari all’interno di aree protette, il 9% delle zone a pericolosità idraulica e il 5% delle rive di fiumi e laghi. Le città continuano a espandersi disordinatamente (sprawl urbano), con un tessuto urbano a bassa densità che frammenta il paesaggio e gli habitat naturali. “Le modifiche al suolo influiscono anche sul microclima urbano, favorendo le variazioni di temperatura tra città e campagna. Un meccanismo di ‘naturalizzazione’ dell’urbanizzato, grazie alla reintroduzione strategica della vegetazione in aree pubbliche e private, favorirebbe un processo di mitigazione, abbassando la temperatura anche di diversi gradi”, spiega Georgiadis. “L’Ibimet, ha portato avanti una ricerca sulla quantificazione dei processi collegati al clima urbano, all'interno della quale è stato dimostrato quanto sia significativamente associato il consumo di suolo al livello termico della città, collegandolo ai rischi da caldo per le classi di popolazione fragili come per esempio gli anziani (studio recentemente pubblicato su Plos a cura di Marco Morabito, Alfonso Crisci e altri). Per avere un’idea: 40  campi di calcio di suolo consumato vogliono dire 1 °C in media in più nelle città italiane”, conclude. Viene inoltre presentato in anteprima il portale ‘Soil Monitor’ per la valutazione e quantificazione del consumo di suolo su scala nazionale, un’applicazione geo-spaziale via web ancora in via sperimentale, il cui lancio ufficiale è previsto per il prossimo autunno, che fornisce risposte in tempo reale sulla dinamica dell’antropizzazione e frammentazione del territorio rurale. “Il portale si avvale di dati su scala nazionale liberamente disponibili, ma anche di quelli dell’Ispra con il quale abbiamo aperto una collaborazione. Recentemente è giunto anche il supporto dell’Istituto nazionale di urbanistica (Inu) ”, afferma Angelo Basile, ricercatore dell'Istituto per i sistemi agricoli e forestali del mediterraneo (Isafom) del Cnr. “Il portale è stato realizzato dal Centro di ricerca interdipartimentale per il supporto alla gestione del paesaggio e dell’agroambiente (Crisp) in cui confluiscono ricercatori dell'Università di Napoli Federico II e dell’Isafom-Cnr, assieme a Geosolutions srl”. Durante l’evento é possibile sperimentare le funzioni del portale europeo Soilconsweb, in grado di calcolare la perdita di funzioni ecosistemiche, tra cui il corrispettivo in grano equivalente perso. Il portale contiene numerosi dati informativi spaziali di alta qualità relativi al suolo e al paesaggio, cui hanno contribuito il Cnr-Isafom, la Federico II, la Regione Campania e Ariespace srl. Attualmente il programma è operativo su un’area campione di circa 20.000 ettari nella Valle Telesina, in provincia di Benevento. RIPORTATO INTEGRALMENTE A CURA DI CARLO MOLA.

Collirio

Un collirio per la cura delle malattie neurodegenerative. Ricercatori dell’Ibcn-Cnr hanno dimostrato, su modello animale, come la somministrazione di una soluzione contente Ngf - il fattore responsabile della crescita delle cellule nervose scoperto da Rita Levi Montalcini - sia in grado di stimolare la generazione di nuovi neuroni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista European Journal of Neuroscience (L'European Journal of Neuroscience –RGE- è la rivista ufficiale che pubblica articoli su una vasta gamma di argomenti, con l'obiettivo di migliorare la nostra comprensione del sistema nervoso in salute e malattia, migliorando in tal modo la diagnosi e il trattamento dei disturbi. E’ pubblicazione bisettimanale) detto studio dei ricercatori Ibcn potrebbe aprire nuove strade per “il trattamento non invasivo delle patologie neurodegenerative”, Una terapia applicabile per mezzo di semplici gocce per gli occhi potrebbe fornire un importante contributo alla lotta contro le malattie neurodegenerative e alla comprensione dei processi biologici alla base dello sviluppo delle connessioni e delle strutture cerebrali. Queste le conclusioni a cui è giunto uno studio recentemente apparso sull’European Journal of Neuroscience a firma di un team di ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Ibcn-Cnr), guidati da Paola Tirassa. “Attraverso la somministrazione di un collirio contenente il Nerve growth factor’ (Nfg), il fattore di crescita nervoso, i ricercatori dell’Ibcn-Cnr hanno, infatti, dimostrato nel modello animale che questo trattamento è in grado di contrastare gli effetti del danno neuronale, inducendo le cellule cerebrali progenitrici presenti nel cervello a produrre nuovi neuroni”. “Il fattore endogeno responsabile della crescita e della riparazione delle cellule nervose è stato individuato per la prima volta dal premio Nobel Rita Levi Montalcini ed è largamente conosciuto per le sue proprietà neuroprotettive e rigenerative”, spiega Tirassa. “Il lavoro svolto negli ultimi anni nel campo della ricerca oftalmologica ha inoltre mostrato come l’utilizzo di un collirio Nfg negli animali, superando la barriera retinica e raggiungendo direttamente e indirettamente le aree cerebrali, sia capace di contrastare gli effetti degenerativi causati, ad esempio, dall’encefalopatia diabetica, dall’infiammazione cronica e da agenti chimici. Lo studio dell’Ibcn-Cnr, oltre a consolidare le conoscenze sull’efficacia dell’assunzione del fattore di crescita nervoso tramite terapia oculare, fa chiarezza sui meccanismi biologici alla base di questa rinascita cellulare”. “Abbiamo osservato – conclude Tirassa – che il collirio Nfg agisce direttamente su una particolare area del cervello, la zona subventricolare dei ventricoli laterali, considerata la più ricca sorgente di precursori neuronali (cellule non differenziate) nei mammiferi. Quest’interazione, quindi, favorisce la generazione dei nuovi neuroni che andranno a rimpiazzare quelli lesionati. La scoperta potrebbe aprire prospettive future per lo sviluppo di terapie non invasive, indolori e prive di evidenti effetti collaterali per la cura delle patologie neurodegenerative umane”.
Istituto di biologia cellulare e neurobiologia (Ibcn-Cnr) Studio di terapie oculari contenenti il fattore di crescita nervoso. European Journal of Neuroscience, Ocular nerve growth factor administration counteracts the impairment of neural precursor cell viability and differentiation in the brain subventricular area of rats with streptozotocin-induced diabetes.   A CURA DÌ CARLO MOLA

Ceramiche
Sabato 25 luglio 2015 – presso la Fondazione Culturale Sant'Antonio Via Suor Letizia 27 , NOLI (SV), inaugurazione della mostra LE CERAMICHE FUTURISTE IN LIGURIA ricerca e innovazione a cura di Riccardo Zelatore
Saranno presenti: Giuseppe NICCOLI, Sindaco di Noli  Mario Lorenzo PAGGI, Presidente della Fondazione Culturale Sant'Antonio Riccardo ZELATORE, curatore della mostra La Fondazione Sant'Antonio, con la collaborazione del Comune di Noli e con il sostegno della Fondazione “ A. M. De Mari” della Cassa di Risparmio di Savona, proporrà una selezione di opere in ceramica realizzate nelle manifatture savonesi e albisolesi a partire dagli anni Trenta del secolo scorso. Riccardo Zelatore ha eseguito un impegnativo  lavoro di studio e ricerca, il progetto espositivo candida di nuovo l'interesse per un periodo storico importante nell'ambito del rinnovamento dell'arte ceramica di inizio Novecento. Savona ed Albisola hanno fatto conoscenza  con il movimento circa venti anni dopo il famoso Manifesto del 1909 di Marinetti, alla  provincia di Savona  il valore di averlo prolungato oltre la seconda guerra mondiale, serbando un distinto primato di longevità.  Come si è scritto nelle nostre osservazioni siamo nel campo dal design, dell'arte applicata dell'artigianato artistico Tanti nomi: Farfa, Giovanni Acquaviva, Mario Anselmo, Giuseppe Piccone, Alf Gaudenzi, Dino Gambetti, Arimondo e Romeo Bevilacqua, Diulgheroff, Munari, Pozzo, Strada, Tullio d'Albisola e Torido Mazzotti e assai significativa la produzione della  Casa Mazzotti. L’ indirizzo futurista trova ripercussione anche presso tante altre manifatture di Albisola. Da questo contesto si differenzia, per qualità, l'attività di Ivos Pacino Pacetti che, combaciante alle  tesi boccioniane, svolge una serie di contributi plastici originalissimi.  Riportiamo fedelmente anche queste riflessioni “Altro elemento che ha concorso al protrarsi nel tempo del secondo futurismo ligure è dato dal fatto che lo stesso si è sviluppato in molteplici iniziative territoriali attraverso tutte le forme e tutti i generi espressivi: pittura, scultura, ceramica, vetro, poesia, teatro, musica, letteratura, riunendo pertanto contributi trasversali e permettendo quindi di alimentare oltremodo la fiamma di questo gran fuoco. Le vicende del secondo futurismo segnano l'imporsi del fenomeno degli artisti ceramisti che, se pur già presente nel decennio precedente, ha contribuito a rendere la produzione albisolese estremamente differenziata e di elevato livello qualitativo, che ha ancora oggi pochi confronti con gli altri centri di produzione italiani. Di fatto costituisce il prologo della intensa e feconda stagione degli anni Cinquanta. Non dimentichiamo, infatti, che artisti del calibro di Fabbri, Fontana e Sassu frequentavano le fornaci di Albisola, ubicate sul Sansobbia, già a partire dalla metà degli anni Trenta”. La mostra visitabile fino al 13 settembre ed è accompagnata da un catalogo a colori edito per l'occasione. A completare il percorso espositivo sarà allestita una sala dove si potranno visionare le riedizioni su stampo originale dei principali pezzi futuristi realizzati completamente a mano secondo le antiche tecniche dalla Fabbrica Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903 di Albissola Marina.  CARLO  MOLA

LE CERAMICHE FUTURISTE IN LIGURIA. Ricerca e innovazione Curatore: Riccardo Zelatore Progetto : Fondazione Culturale Sant'Antonio, Via Suor Letizia 27, 17026 Noli (SV) – Tel. 019/7485159. Dal 25 Luglio 2015 – 13 Settembre 2015 Ingresso libero. Orario della mostra : dal martedì alla domenica, dalle 19.15 alle 22.15

Ancora ceramiche
Le nostre scelte in campo artistico ormai non comprendono solo la pittura e la scultura ma abbracciano tutta le forme artistiche. Quelle che un tempo si consideravano, errando, “minori”.  La mostra “Grand Tour” – Alla scoperta della ceramica Classica italiana, evidenzia una grande pagina della nostra civiltà artistica. Un'introduzione alla mostra viene fornita dal  Presidente dell’Aicc (Associazione italiana Citta della Ceramica), il Senatore faentino Stefano Collina: Questa mostra coinvolge ceramiche da mensa di foggia classica, tipiche della tavola italiana; da qui il nome "Grand Tour", per descrivere una serie di forme e decori che vanno dall'antichità all'età moderna, dedicate alla consumazione di cibi e bevande, provenienti da 34 città italiane di antica tradizione ceramica."  “Il Gran Tour – precisano i curatori Jean Blanchaert, Viola Emaldi, Anty Pansera - ci riporta al lungo viaggio di turismo colto di viaggiatori illustri - da Goethe a Stendhal, da Dickens a Huxley - destinato a perfezionare il loro sapere, questo nostro “Gran Tour” ci porta negli innumerevoli centri di produzione ceramica, dalla Puglia al Veneto, dalla Sicilia e Sardegna alla Liguria e Piemonte, dall’Abruzzo alla Romagna e alla Toscana… ai “cento campanili” della nostra penisola dove “cento” stili decorativi e “cento” gusti coloristici hanno costruito nel tempo una tradizione che ancora oggi si affida alla sapienza di mani esperte”.
Ancora Stefano Collina precisa: "Il cammino della civiltà è stato segnato dal progredire dell'alimentazione, che ha sempre portato miglioramenti nella condizione umana. E in rapporto alle migliori condizioni di alimentazione e di vita, l'attenzione alla tavola si è sempre sviluppata nella maggior cura per il vasellame e per la mensa. Così dall'epoca degli Etruschi, fino ad oggi, l'arte di arredare e arricchire la tavola si è costantemente sviluppata, segnando progresso e regresso della condizione umana. La mostra invita lo spettatore al Convivio dell'antichità, al Banchetto medievale e alla Festa di corte rinascimentale, fino al pranzo della domenica con il servizio di piatti dei nostri nonni. Ecco allora che si potranno ammirare, il vasellame in bucchero di gusto etrusco, i grandi vasi e piatti da portata cinquecenteschi per le tavole delle Signorie italiane, le crespine faentine, i versatori tardo rinascimentali e poi liberty, le ciotole popolari, le brocche da mescita altomedievali di gusto orvietano, le zuppiere lodigiane dai decori ottocenteschi, i servizi da tavola bassanesi di stile rococò, le alzatine, i centritavola neoclassici, le coppe antropomorfe di gusto barocco di Caltagirone, i boccali a lustro umbri, i piatti da "pompa” derutesi, e ancora contenitori specifici per elementi preziosi come sale, olio, vino, thè etc. Ed è la ceramica, vero e proprio  piatto forte della suppellettile da mensa, il filo rosso del percorso che siamo invitati a compiere e il motore di questa insolita macchina del tempo. La mostra è organizzata da   AiCC, Associazione Italiana Città della Ceramica alla quale aderiscono 34 Comuni “di antica tradizione ceramica” secondo quanto previsto dalla Legge nazionale 188 del 1990 che tutela e promuove la ceramica artigianale e artistica nazionale. Una digressione ed una segnalazione  Il luogo dove si svolge la mostra E’ DA SCOPRIRE SI TRATTA DELLA BIBLIOTECA UMANISTICA SELL’INCORONATA OVVERO: La "libraria" agostiniana dell’Incoronata è stata costruita nel 1487 sotto il priorato di padre Luchino Aretino da Milano. Questo luogo è stato riportato alla luce solo di recente, precedentemente infatti, la Biblioteca era stata adibita a celle per i frati e in seguito ad abitazione del clero. La biblioteca è costituita da tre navate, divise da colonne, che sostengono la volta centrale a crociera. L’intera sala risultava coperta da pitture murali delle quali oggi possiamo ammirare: i magistri sacrae paginae, dottori e teologi dell’ordine agostiniano; sulle volte è impresso il monogramma IHS (Jesus Hominum Salvator) di san Bernardino, alla cui regola aderirono i frati dell’Incoronata, mentre tracce di una decorazione ad intreccio sono visibili nella zoccolatura perimetrale della stanza. Le colonne in pietra, appaiono dipinte con un motivo a “marmoresco”. A CURA DI CARLO MOLA

BIBLIOTECA UMANISTICA DELL'INCORONATA
Chiesa Santa Maria Incoronata Indirizzo: Corso Garibaldi, 116,Milano, ingresso gratuito
ENTI PROMOTORI: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo   
Italia Expo Milano 2015     Comune di Milano      Triennale Design Museum

La Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli”
Citiamo poco la raccolta delle stampe Bertarelli. Oggi ne abbiamo l’occasione. La Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” fu aperta al pubblico nel 1927 per utilizzare al meglio la straordinaria raccolta di 300.000 stampe che il collezionista Achille Bertarelli (1863-1938) aveva donato al Comune di Milano con autentica munificenza di stampo milanese. Achille Bertarelli, con intuito e sensibilità pionieristica, fu il promotore e innovatore delle indagini italiane riguardo all’iconografia popolare e la stampa documentaria quale fenomenale strumento di conoscenza. Oggi la Raccolta delle Stampe”Achille Bertarelli”, grazie a numerose donazioni ed acquisti, conta circa un milione di esemplari grafici e rappresenta un’istituzione UNICA AL MONDO per la varietà degli esemplari che coprono tutti gli aspetti della storia dell’incisione.
Ora a Milano, dal 9 luglio all’11 ottobre 2015 apre al pubblico, nella Sala Viscontea del Castello Sforzesco, la mostra “Il MITO DEL PAESE DÌ CUCCAGNA. "Una mostra suggestiva e accattivante che, attraverso una ricca rassegna di immagini a stampa, permette di scoprire il mito del Paese di Cuccagna, un mondo immaginario in cui tutti i desideri sono realizzati” – dichiara l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Nuovamente la Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” offre un'occasione di conoscenza e valorizzazione del suo prezioso patrimonio Immagini a stampa dalla Raccolta Bertarelli”. Inserita nel programma ExpoinCittà, la rassegna è organizzata dal Comune di Milano (Direzione Cultura – Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici), Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” in collaborazione con l’Associazione Amici della Raccolta delle Stampe A. Bertarelli.
La mostra curata da Giovanna Mori e Andrea Perin, in collaborazione con Alberto Milano e Claudio Salsi, racconta, attraverso oltre 150 opere che vanno dal XVI al XX secolo, il mito del Paese di Cuccagna, un luogo leggendario in cui la vita procede senza compiti e preoccupazioni, con tavole imbandite e menu succulenti in un mondo  capovolto dove i vizi diventano virtù. L’esposizione si fonda su un nucleo composto da stampe che documentano la fortuna di questo mito accompagnate da preziose e rare grafiche d’arte di autori quali Dürer, Aldegrever, Solis. Il percorso della mostra si compone in nove sezioni. Il Paese di Cuccagna nasce come risposta sociale e pio desiderio delle classi più disagiate viventi in condizioni di grande povertà. Leggiamo e riportiamo: “Esso narra di un paese in cui tutti godono e hanno a propria disposizione qualsiasi cosa desiderino, abiti, cibo, bellezza, giovinezza. Lavoro, fatica e gerarchia sono aboliti. L’aspetto più duraturo di tale tradizione è quello legato all’immaginario culinario: cibi e bevande costituiscono la stessa natura del paesaggio, caratterizzato da fiumi di vino, monti di ricotta, pioggia di capponi arrosto e architetture commestibili di lasagne, formaggi e prosciutti. Nel corso dei secoli gli altri temi vengono meno e rimane l’idea di una sovrabbondanza culinaria e di un luogo di piaceri e delizie ormai privo di ogni connotazione di critica sociale”.
Alle opere appartenenti alla Raccolta Bertarelli, si abbinano incisioni provenienti dalla collezione privata di Alberto Milano, storico consulente dell’Istituto e profondo conoscitore della stampa a larga diffusione. A queste stampe si aggiungono volumi con testi letterari originali, conservati in importanti Istituti milanesi, quali l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, la Biblioteca Nazionale Braidense, la Biblioteca Comunale Centrale Palazzo Sormani e APICE (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale dell’Università degli Studi di Milano).
La pubblicazione che accompagna la mostra, per le Edizioni ETS, contiene saggi di Giovanna Mori, Andrea Perin, Alberto Milano e un particolare contributo di Claudio Salsi che presenta un’inedita geografia delle Cascine milanesi dai nomi bizzarri, evocanti sia l’abbondanza sia la miseria (da”Cuccagna” a “Mancatutto”).CARLO MOLA  

AL CASTELLO SFORZESCO LA MOSTRA “IL MITO DEL PAESE DÌ CUCCAGNA” IMMAGINI A STAMPA DALLA RACCOLTA BERTARELLI INGRESSO LIBERO Orario: da martedì a domenica   9-19.30   giovedì aperto fino alle ore 22,30. Visite gratuite per famiglie con bambini dai 6 ai 10 ANNI domenica ore 11.00 12 e 26 luglio| 9 e 23 agosto| 6, 13 e 20 settembre | 4 e 11 ottobre 2015 Le attività, a cura di Ad Artem ed Industria Scenica,  sono gratuite.
Consigliata la prenotazione: 02 6597728

Lituania
Dal 15 luglio al 2 agosto 2015 apre al pubblico, nelle nuove sale del Quartiere dell’Ospedale Spagnolo in Castello Sforzesco, la mostra "Legami storici tra Milano e la Lituania: Bona Sforza e il Palazzo dei Granduchi di Lituania”.Bona Sforza, figlia di Gian Galeazzo Sforza e Isabella  d'Aragona, nipote di Ludovico il Moro, divenuta in seguito al suo matrimonio nel 1518 con  Sigismondo I, granduchessa di Lituania e regina di Polonia, sfoderò una posizione dominante nella divulgazione della civiltà del Rinascimento italiano in Lituania e nelle regioni contigue Lo stemma di Bona si ritrova anche in Lituania.
La mostra per la quale ha svolto un ruolo di mediatore attivo il commissario generale dell'esposizione della Lituania nell'"EXPO 2015", Romas Jankauskas, è suddivisa in tre sezioni: la prima espone una presentazione della Lituania, dei più importanti eventi e del suo patrimonio culturale; la seconda è dedicata ai legami storici tra la Lombardia e la Lituania: Milano e Vilnius, dalla “via dell'ambra” nell'antichità fino ai giorni nostri; l'ultima è un racconto sul Palazzo dei Granduchi di Lituania, fulcro dei legami storici tra la Lituania e l'Italia. Fra l’altro la Lituania sarà l'unica, tra i 150 paesi che partecipano all'"EXPO 2015", a potersi presentare, oltre che all'"EXPO 2015", anche negli spazi del Castello Sforzesco perché la mostra, dedicata al patrimonio culturale della Lituania e ai suoi legami storici con Milano, ha potuto essere realizzata grazie alla decennale collaborazione dei musei ospitati in Castello con i musei di Vilnius

Milano, Castello Sforzesco Legami storici tra Milano e la Lituania. Bona Sforza e il Palazzo dei Granduchi di Lituania. INGRESSO LIBERO. Orario martedì-domenica   9-19.30    giovedì chiusura alle 22,30 Per informazioni, tel. 02.88463660. Dal 15.07.2015 a 02.08.2015

Krizia
IL MADE IN ITALY IN MANI STRANIERE. Da Cristiano Seganfredo, produttore culturale con una forte attenzione al rapporto impresa- cultura contemporanea – società, editorialista per numerosi giornali e riviste italiane, ci giunge questa notizia: Krizia comprata Dai Cinesi? “Meglio Così!” Cosa avviene se un importante Marchio Italiano del Lusso diventa Cinese? Ormai purtroppo non è storia nuova e recente. Purtroppo  tanti pezzi d’Italia  se ne vanno. Ma il caso di Krizia è diverso. Ecco perché. Mariuccia Mandelli (Mariuccia Mandelli, in arte Krizia -Bergamo, 1925- è una stilista e imprenditrice italiana, tra le più famose creatrici di moda. Il nome Krizia è preso dall'ultimo dialogo incompiuto di Platone Κριτίας, incentrato sulla vanità femminile.) “Crazy Krizia”, come venne appellata dalla stampa americana. Mariuccia Mandelli aveva creato negli Anni Sessanta il suo miraggio moda, suggerito per il nome dall’ultimo dialogo platonico, incompiuto. Una storia “quasi architettonica per forme e volumi, diventata un’allegoria con grandi antologiche internazionali. Krizia è stata da sempre profondamente annodata alle inquietudini artistiche e del design. Lo Spazio Krizia, disegnato da Piero Pinto, il grande architetto diventato anche parente di Krizia) nel cortile del palazzetto di via Manin a Milano, è stato un simbolo di un luogo multiuso quasi universale. E poi le sfilate con Ettore Sottsass o Borek Sípek (l’artista del vetro) e Dario Fo.  Leggendari i Saloni del Mobile di Ingo Maurer con le sue uniche poetiche installazioni luminose del design week. Poi, infine una lenta, triste, angosciante agonia. Ma poi  giunge, inattesa e inaspettata, una signora straordinariamente elegante, come lo sanno essere le cinesi, dalla Cina, che si accende d'amore per il marchio e decide di rilanciarlo. Zhu ChongYun è una self-made woman che ha costruito un impero nel fashion cinese. E ha capito, con non comune lucidità e sensibilità, che bisogna partire di nuovo dall’ambito culturale per far rinascere un brand: un marchio. E così ha rotto e eliminato tutti i tabù Ha imposto una visione. E in questa fase parla con l’arte per dare un senso a tanta tradizione e storia. E costruire un nuovo immaginario. Così un frammento di storia di grande interesse del nostro Paese che poteva finire nei fustini Dixan (esistono ancora!!) è invece oggetto di un profondo, benefico ripensamento.  A CURA DI CARLO MOLA

Le Chiuse a cura di Angela Madesani
Angela Madesani storica dell’arte e curatrice indipendente è autrice, di un bel volume di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori. Ha curato numerose mostre presso istituzioni pubbliche e private italiane e straniere, collabora con varie testate di settore. Ed ora ci giunge fresca ed interessante un’altra mostra da lei curata e trasmessa a noi dalla brava Arianna Saroli. La mostra si intitola:  “Via da Expo! Installazioni lungo le chiuse sull’Adda. Chiuse, Paderno d’Adda – fino al 30 ottobre 2015” Non siamo molto lontani da Expo, ma lo scenario è assai differente. Si passa dai  padiglioni della grande fiera  ai navigli e all’Adda. Con  una dozzina di presenze artistiche. Si tratta di raggiungere il Parco Adda Nord,  da segnalare per la sua suggestiva bellezza. Ricco della splendente e schietta presenza della natura, che circonda il passaggio del fiume Adda, ma soprattutto per la PURA ELEGANZA DEI NAVIGLI RINASCIMENTALI, INFLUENZATI DAL GENIO DI LEONARDO. In questo paesaggio, fra Paderno d’Adda e Trezzo sull’Adda, all’interno dei navigli e in corrispondenza delle maestose e signorili chiuse, è possibile incappare in una serie di interventi artistici del Gruppo Koinè. (Il gruppo Koine' nasce nel 1995 ed e' attualmente composto da undici artisti che operano con diversi linguaggi espressivi: istallazioni, performances...). Fra questi, merita una particolare attenzione l’installazione di Laura Cazzaniga dal titolo “419. Del fuggire l’improporzionalità delle circostanze”.Ancora siamo tornati all’immenso Leonardo ed il suo “Trattato sulla Pittura”. Allora una riflessione ed è stato scritto “sull’aspra contraddizione dell’architettura contemporanea”.
Nei tempi passati, i progetti per le grandi opere seguivano, in certe circostanze, un lento studio di compenetrazione con l’ambiente circostante, “oggi questo sensibile processo costruttivo è stato sostituito da un’ingorda quanto autistica volontà interventista, figlia dei nostri tempi, delle disarmonie contemporanee, delle sproporzionate circostanze in cui viviamo”. L’intervento di Laura Cazzaniga,  ancora riportiamo “essenziale e misurato, sembra voler ritrovare un’armonia con questa visione antica dell’architettura, rappresentata dalla grande chiusa in cui è inserito. Una serie di barre metalliche si alzano all’interno, cercando con essa un dialogo, una sorta di accordo e di proporzione. L’opera ci rende consapevoli, inoltre, di una dialettica complessa tra città e campagna, tra paesaggio e natura, ricordandoci quanto questo territorio lombardo sia ricco e diversificato”. A CURA Di CARLO MOLA

Paderno d’Adda // fino al 30 ottobre 2015 Gruppo Koinè – Le Chiuse a cura di Angela Madesani  Il NAVIGLIO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carlo Mola
Cultura e spettacoli