Serata con Passerini e (!) Piovani

Serata indimenticabile al Teatro Sociale con uno strepitoso concerto di Natale, targato “Amici della Musica” di Sondalo. Anzi, stellare. Come il roboante incipit di “Star Wars” di George Lucas, con il Maestro Lorenzo Passerini divertito sterminatore solitario nei panni del più amato cattivo della trilogia spaziale, Dart Fener, con tanto di spada laser, a dirigere un’orchestra “A. Vivaldi” che cresce nel tempo in vigore espressivo e forza interpretativa, a immagine del suo creatore che sul podio ha retto con padronanza l’urto del “Biblion” della drammaturgia sinfonica per il grande cinema.  La melodia delle immagini. La musica delle parole mai dette. E’ questo l’incanto del mondo della celluloide nella sua doppia veste di suono ed emozione. Ora regno incontrastato del digitale, ma che sin dai suoi albori ha incarnato la fantasia dell’essere, dandole un volto, essenza, anima. E a volte un pizzico di follia visionaria. Musica e parole nella magia delle immagini di kolossal che sul palco del “Sociale” hanno rivissuto l’estro armonico degli eroi moderni che con le loro colonne sonore hanno colorato l’altra faccia della luna. Infinito Morricone nel suo immortale “C’era una volta il West” col tintinnio lontano dello xilofono sul morbido tappeto di bassi e celli che ha spalancato le finestre sul paesaggio mozzafiato di un West ancora selvaggio e ignoto, fino al dolcissimo cantabile del vocalizzo affidato alle sinuosità morbide del clarinetto. Brividi e poi il delirio per Passerini sempre più “Il Maestro del “Sociale”” che ha raccontato l’epopea de “La dolce vita” dei vitelloni a zonzo tra osterie della Roma trasteverina, e dipinto le belle membra della piaciosa ciaciona dell’Anitona tra le fresche acque della Fontana di Trevi dinanzi al divino Marcello stregato dal suo giunonico fascino. Esecuzione da manuale con strappi finali al fulmicotone. Viaggio poi lungo l’erta scoscesa delle cascate dell’Iguazu con De Niro, tale Rodrigo Mendoza, col capo cosparso di cenere per l’irreparabile fratricidio, in ascesa penitente con suo pesante fardello di armi riposte, mentre l’oboe tesse una ineffabile melodia nel ricamo cesellato del primo violino. Immensa, come può essere immenso l’amore di una madre che stringe per la prima volta al seno il suo bambino. Cambio repentino di scena poi con una “Cosa Nostra” che un tempo era “altra cosa”, col proprio codice d’onore del “Padrino”, perpetrato – ahimè - nel disprezzo pieno delle leggi. Indimenticabile Marlon a ruminare i suoi comandamenti con la spietata lucidità del magnate che governa con la sferza e la carota. Ottima l’orchestra “A. Vivaldi”, una compagine giovane che incarna la meglio gioventù, la più bella: quella che sa vivere e palpitare per la musica negli ammiccamenti compiaciuti dello sguardo, nel sorriso del cuore, nella sinfonia degli intenti.  Ancora Morricone con “Il buono, il brutto e il cattivo” con una cavalcata arrembante senza respiro avvelenata dalla polvere asfittica del deserto, preparata dal frullato del clarinetto corroso dal barrito del corno. Tuffo poi nell’Amarcord felliniana per lasciare lo spazio ad una superba miscellanea natalizia che ha spolverato vecchi e nuovi motivi, da “Adeste fideles” con la tromba svettante sul suono grasso dei celli, per infilarsi nel pizzicato gioioso di “Jingle bells” al galop in rapido passaggio tra “Silent Night”, “L’Albero di Natale” e “Noel”, e finanche nella classica “Tanti auguri” e il “Valzer delle candele”. Applauso infinito e avvolgente per Passerini che ha poi passato la mano all’illustre ospite della serata, il grigiocrinito compositore Nicola Piovani. Classe, eleganza, autorevolezza per il Signor Premio Oscar de “La vita è bella” che ha dato piglio alla celeberrima melodia che incornicia mirabilmente il capolavoro di Benigni, chiusa in punta d’ali sull’ultimo tocco del piatto. Irresistibile, quasi elettrizzante il leitmotiv fiorito, scaldato a dovere da un irrefrenabile assolo di batteria, brioso e irresistibile come un muffin appena sfornato, scandito dalle secche bordate della grancassa. Un crescendo di emozioni infine con la Suite Fellini con “Intervista”, “La voce della luna” e Ginger & Fred” per un frenetico, interminabile applauso per Piovani, trionfatore con Passerini di una bella serata. Bella come la vita in questo Natale, se condita dall’affetto di amici sinceri e dal calore inespugnabile e irrinunciabile della propria famiglia.

 

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