Da Venezia: Leone d’Oro alla Svizzera (16.ma Biennale Architettura 2018

Quanto ci siamo divertiti nel visitare l’appartamento degli architetti svizzeri! Appena entrati, non capivamo cosa fossero quelle porte di varia altezza e poi- subito l’intuizione. Per il futuro gli appartamenti- magari per pochi, non certo subito come edilizia popolare- saranno secondo la richiesta dell’altezza delle persone! Sicché il bambino avrà la sua porta personale davanti alla sua cameretta, la mamma e il papà altrettanto in modo che non ci saranno scuse che tengano per giustificare l’accesso e la cucina e la sala dove tutti si intrattengono, una porta “normale”
Il Presidente Paolo Baratta, a commento di questa sedicesima edizione della Biennale di Architettura di Venezia, curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara di Grafton Architects, durante la cerimonia di consegna dei Leoni d’Oro che sancisce l’ufficiale inaugurazione di Freespace al pubblico,
Il Presidente Baratta ricorda che “l’architettura ci rende cittadini“, ovvero sottolineando una concezione della disciplina intesa come “strumento per la civilizzazione” che porta la Biennale a considerare i visitatori, il cosiddetto grande pubblico, come vero referente dell’iniziativa. E proprio per il coraggio della loro posizione curatoriali, ringrazia Farrell e McNamara, le quali dal loro canto riconoscono all’appuntamento lagunare la capacità di testimoniare la “fede nell’architettura”, la determinazione a “prendersene cura”.
La cerimonia di premiazione ha inizio dalle Menzioni Speciali, che vengono attribuite all’architetto indonesiano tradizionali “e a Rahul Mehrotra di RMA Architects, “per tre progetti capaci di rappresentare i temi dell’intimità e dell’empatia“, ispirando la creazione di legami attraverso la delicata attenuazione di barriere e gerarchie sociali.

IL TRIONFO DELL’EUROPA
I  riconoscimenti di questa edizione della Biennale di Architettura vanno a partecipazioni – individuali e nazionali – del Vecchio Continente.
Il Leone d’Argento come miglior progettista emergente va al trio belga composto da Jan de Vylder, Inge Vinck e Jo Taillieu “per un progetto sicuro di sé, in cui la lentezza e l’attesa permettono all’architettura di essere aperta all’attivazione futura“.
Sempre nell’ambito della mostra principale, a vincere il Leone d’Oro è invece  Eduardo Souto de Moura – già Pritzker Prize nel 2011 – “per la precisione con cui ha appaiato due fotografie aeree, rivelando così la relazione essenziale che sussiste tra architettura, tempo e spazio“. Visibilmente emozionato l’architetto portoghese, che non ha nascosto il proprio entusiasmo e anzi l’ha ironicamente rimarcato nei ringraziamenti – rigorosamente in italiano – alla giuria, “per aver fatto una bella scelta”.
Sul fronte delle partecipazioni nazionali, la Gran Bretagna si è aggiudicata la Menzione Speciale con “la proposta coraggiosa in cui il vuoto è utilizzato per creare un ‘freespace’ destinato agli eventi“, di cui appropriarsi in modo informale.
Splendido Leone d’Oro al Padiglione Svizzera, il cui team è composto da progettisti giovani attivi a Zurigo (Alessandro Bosshard, Li Tavor, Matthew van der Ploeg e Ani Vihervaara) che lo stesso – come onestamente rimarcato durante la premiazione – hanno risposto e vinto la call dello Swiss Arts Council Pro Helvetia con un progetto puntuale e dettagliato, sviluppando un tema assolutamente “umano” qual è lo spazio domestico. Il progetto Svizzera 240: House Tour è infatti un’indagine degli appartamenti e delle residenze presenti sul territorio e viste con gli occhi di un estraneo, nell’intento di comprendere come questi “involucri” siano in realtà adatti a plasmare la nostra identità.

KENNETH FRAMPTON E L’INSEGNAMENTO DELL’ARCHITETTURA
Come già annunciato, l’ultimo dei riconoscimenti della Biennale curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara, il Leone d’Oro alla Carriera, è stato assegnato dal CdA della Biennale – su proposta delle curatrici – a Kenneth Frampton, di cui le stesse progettiste di Grafton Architects hanno voluto rimarcare “l’estrema intelligenza e il senso unico dell’integrità“, la filosofia umanistica attraverso cui ha saputo leggere la disciplina e i valori fondamentali dell’architettura. Ispirando generazioni di studenti e architetti.

Maria de falco Marotta –Elisa Marotta e 'Diego' fotografo.
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