Mola, Mostre: Accademia Carrara (riapre) - Pubblicità (Rivoli) – Abiti da lavoro (Triennale)

Sgarbi: un tela “San Francesco” esposta in Palazzo Vertemate Franchi di Prosto di Piuro...

Riapertura dell'Accademia Carrara

La grande mostra presso GAMeC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo dal 18 Maggio 2014 al 27 Luglio 2014  centrata sul progetto  della riapertura dell’Accademia Carrara è da considerarsi grande anche se le opere esposte sono solo trentatre. Grande per i nomi degli artisti presenti e grande   per il  cammino tra Rinascimento e Ottocento ma, soprattutto, come si accennava, ai nomi degli artisti  e tutti capolavori restaurati: da Mantegna, Bellini, Raffaello a Moroni e Ceruti al Piccio, alcuni dei quali  dialoganti con opere arrivate da importanti collezioni d’Italia: dagli Uffizi alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Riscoprire  è un avvenimento capitale del percorso che guiderà l’Accademia alla riapertura, Riscoprire la Carrara. Il percorso si apre con la grande stagione del Rinascimento veneto e lombardo grazie ad Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Giovanni Antonio Boltraffio (qui stupendamente rappresentato e che lo fa, uno, se non il migliore allievo di Leonardo) e Giovan Battista Moroni (mai sufficientemente rappresentato); si sofferma su capolavori riconosciuti come il San Sebastiano del giovane Raffaello Sanzio,  e poi di Giacomo Ceruti e si chiude sui ritratti di Giacomo Trécourt, allievo dell’Accademia nel corso dell’Ottocento. E’ evidente che  il posto d’onore è assegnato a Raffaello presentato grazie al confronto tra il San Sebastiano dell’Accademia Carrara e il Cristo benedicente dalla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia; infine, l’appassionante accostamento della Madonna col Bambino del Mantegna insieme a quella di Vincenzo Foppa dal Museo Poldi Pezzoli di Milano. Il restauro di una parte notevole delle opere in mostra è stato reso possibile dal supporto del Rotary Bergamo Sud in particolare  opere del Quattrocento della raccolta di Guglielmo Lochis (1789 -1859), tra le quali campeggiano la Madonna col Bambino di Carlo Crivelli e il Ritratto di giovane di Giovanni Bellini.  Riprendiamo integralmente dalla presentazione “Lungo tutto il percorso della mostra, una parte importante di Riscoprire la Carrara è stata riservata alla sezione didattica che, grazie anche a strumenti audiovisivi, consente al pubblico di apprezzare in maniera più consapevole le opere restaurate e la restituzione delle antiche cornici e di avere un punto di osservazione sul complesso lavoro “dietro le quinte” che i conservatori del museo hanno dedicato alla nuova immagine delle collezioni”.

Ma la nostra recensione non si vuol fermare qui.  Vogliamo segnalare tre opere importanti che non sono celebrate come le altre ma meritano particolare attenzione. Una poi è legata ad un’opera presente nel nostro territorio e studiata in modo attento da Vittorio Sgarbi. La prima che vogliamo segnalare è un’opera del ‘400 che mi ha colpito e commosso in modo singolare  si tratta di un’attribuzione quasi certa di  Stefano de Fedeli (?) documentato dal 1464 – 1482  e diamo l’intera didascalia “Assunzione di Maria Vergine” circa 1470-1475 Dati tecnici: tempera su tavola incamottata ( è una tecnica che ci deriva dalla grande tradizione fiamminga) 108,5x43 cm iscrizioni sui cartigli in alto a sinistra: "ABDIAS"; "AMOS"; "ISAIAS"; "MOISES"; "IEREMIAS"; "DAVIT";sui cartigli in alto a estra:"EZECHIEL";"DANIEL";"IOHEL";"IONAS";"MICHEAS";     "ABACUCH"; sul cartiglio in basso a destra: "ECCE AGNUS DEI"Collezione: Guglielmo Lochis, 1866. Restauro: Carlotta Beccaria, Milano, 2013 - offerto dal Rotary Club Bergamo Sud. Stefano de Fedeli appartenne ad una famiglia di pittori operosi anche nel Castello Sforzesco ai tempi di Galeazzo Maria Sforza in una stagione di intensa vita artistica ed operosi fra l'altro sotto l’influenza del Foppa e di Bonifacio Bembo. La seconda opera che vi vogliamo segnalare è “Madonna con bambino” del grande Altobello Melone artista cremonese fra i più singolari di quest’età dell’oro per l’arte. Ma è sulla terza opera presente che vogliamo soffermarci dopo l’intelligente analisi di Vittorio Sgarbi. Si tratta di una magnifica tavola di “Sant’Antonio da Padova” attribuito ad un pittore dell’area nord lombarda. Invece Sgarbi con sensibile attenzione l’attribuisce a Leandro Bassano confrontandola con la tela “San Francesco” esposta in palazzo Vertemate Franchi di Prosto di Piuro in quel  di Chiavenna. Si tratta per noi di una vera chicca da tenere presente e diffondere. CARLO MOLA

RISCOPRIRE LA CARRARA “Restauri e capolavori in dialogo”. Sino al 27 Luglio  2014 Accademia Carrara Gamec Via San Tomaso, 53 Bergamo. Orari: Martedì/Domenica ore: 10-19; Giovedì ore:10-22. Lunedì chiuso. 

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Pubblicità, Rivoli

Il Castello di Rivoli, abituato ad offrirci mostre di assoluta perspicacia e originalità, spalanca i suoi unici e famosi spazi al Museo della Pubblicità. Il programma si muove in un ordine di tracciati destinati ad analisi dei linguaggi contemporanei che, con le loro influenze reciproche, hanno definito la genesi e l’accrescimento di svolgimenti sociali e culturali, in particolare strettamente legati alle arti figurative. Il primo Percorso è dedicato agli anni Cinquanta - Settanta. Per il nostro Paese sono gli anni (quelli cinquanta) della nascita e della scoperta della televisione i primi passi di un linguaggio piuttosto semplice ma spontaneo, proveniente (in parte) dal teatro e dal cinema. Sono gli anni degli sceneggiati televisivi (alcuni di grande qualità) dei giochi a premi, e della fortuna, esclusiva al mondo, della pubblicità all’italiana: Carosello, ancora oggi un modo televisivo amato e ricordato dagli italiani. Il percorso espositivo, che si snoda attraverso quattro sale al secondo piano della Manica Lunga, “permetterà al visitatore di assistere a proiezioni tramite un’installazione multimediale e consultare i materiali storici da postazioni informatiche, così come vedere trasmissioni televisive e film secondo una programmazione stabilita”. L’installazione, a carattere multimediale, costruita su una successione con un andamento di filmati d’epoca e interventi di specialisti è un bellissimo esempio di come introdurre lo spettatore negli anni della ricostruzione, del boom economico, della contestazione e degli anni Settanta. Eventi eccezionali come le Olimpiadi di Roma e lo sbarco sulla Luna accompagnano l’opinione pubblica degli italiani, di fianco ad altri “miti” più quotidiani : come la Fiat 500, le vacanze al mare e CAROSELLO. Peppino Ortoleva, storico dei media, Ugo Volli, semiologo, Bruno Gambarotta, conduttore radio-tv e scrittore e Massimo Melotti critico d’arte e sociologo, sono gli autori delle presentazioni che posizionano le caratteristiche di quegli anni. Una particolare attenzione è stata dedicata all’evoluzione delle arti visive. Una sezione touch-screen permetterà inoltre la visione di manifesti riguardanti le campagne pubblicitarie e politiche. Sono circa 2.000 Caroselli, che si potranno vedere tratti dall’archivio Sipra-Rai, che fanno parte della collezione del Museo della Pubblicità. Si potranno in tal modo rivivere i grandi interpreti di Carosello da attori quali Tognazzi, Calindri, Bramieri, Peppino De Filippo; i cartoni animati Carmencita e Caballero creati da Armando Testa e la celebre Linea creata da Osvaldo Cavandoli per Lagostina. La ricchissima a Biblioteca del museo, dove sono raccolti circa 40.000 volumi d’arte contemporanea tra edizioni critiche e cataloghi, è a completa disposizione.“Una programmazione di film e video proiettati nella sala convegni racconterà la società del tempo come l’Italia preindustriale, in Viaggio lungo la valle del Po di Mario Soldati; l’immigrazione, con il film 1960 di Gabriele Salvatores; il Paese che cambia in Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini; il boom dei consumi raccontati da Gente del boom, da La storia siamo noi di Giovanni Minoli ma anche da Carosello, che passione! di Luciano Emmer, e il Dossier di Ezio Zefferi, C’era una volta Carosello”. E' forse una ghiotta occasione per rendersi veramente conto di cosa ha rappresentato e rappresenta il linguaggio pubblicitario nel costume di un popolo e non solo nel costume ma nel comportamento e, alla fine, nella cultura. CARLO MOLA

Gli italiani visti dalla televisione. Da Lascia o Raddoppia a Carosello1 luglio - 16 novembre 2014. Progetto di visita multimediale e interattiva al Museo della Pubblicità. La mostra di Rivoli sulla pubblicità si inaugura lunedì 1° luglio alle 19. Orari: 10-17, dal martedì al venerdì; 10-19, sabato, domenica e festivi. Dove: Piazzale Mafalda di Savoia, Torino Rivoli

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Abiti dalavoro Triennale

Afran, Rodrigo Almeida, Alberto Aspesi, Gentucca Bini, Denise Bonapace, Andrea Branzi, Nacho Carbonel, Klaudio Cetina, Cano, CoopHimelblau, Dea Curic, Nathalie Du Pasquier, Elio Fiorucci, Matteo Guarnaccia, Nuala Goodman, Daniele Innamorato, Mella Jaarsma, Toshiyuiki Kita, Guda Koster, Colomba Leddi, Antonio Marras, Franco Mazzucchelli, Alessandro Mendini, Angela Missoni, Issey Miyake, Amba Molly, Frédérique Morrel, Margherita Palli, Lucia Pescador, Bertjan Pot, Clara Rota, Andrea Salvetti, Nanni Strada, Tarshito Strippoli, Faye Toogood, Otto von Busch, Vivienne Westwood, Allan Wexler, Erwin Wurm, Melissa Zexter. Eccoci i quaranta progettisti da tutto il mondo che hanno presentato il 25 giugno a La Triennale di Milano mostra Abiti da Lavoro, a cura di Alessandro Guerriero, sino al 31 agosto.

Abiti da Lavoro è una singolare iniziativa che nasce anche dalla munificenza di alcuni dei 40 progettisti interessati che, insieme all’Associazione Tam-Tam, diretta dallo stesso Guerriero, hanno voluto accogliere la gara di Arkadia onlus per incoraggiare l’integrazione lavorativa di giovani disabili.

“Il percorso è quello usuale della sartoria: si insegna ai ragazzi che frequentano il workshop gratuito di Tam-Tam come si trasforma uno schizzo in un cartamodello. Trasmettiamo questi cartamodelli ad Arkadia Onlus, dove un gruppo di persone con disabilità li trasforma in abiti veri e propri. Abiti da Lavoro, appunto. Le ragazze e i ragazzi di Arkadia misurano, tagliano, cuciono, stirano. Lo stanno facendo anche in questo momento” raccontano Alessandra Zucchi e Alessandro Guerriero che in questi mesi hanno impostato l’idea, costruito il reticolo delle relazioni e armonizzato la realizzazione della collezione dei 40 abiti in mostra. “Nel proporre la mostra del progetto-ricerca sull’abito da lavoro ideato da Alessandro Guerriero ciò che mi ha mosso è anzitutto il suo tema in un epoca in cui il lavoro manca e assume una cittadinanza incerta e si è smaterializzato o si è fatto flessibile, precario o reinventa se stesso aprendo a nuove professionalità. Un tema che anche per questo è diventato centrale in tutta la moda del nuovo Millennio. Ma anche il suo articolarsi e crescere nella prima fase nell’ambito del social network, che sono nuove forme di società, luoghi abitati, attraversati che funzionano da casa, piazza, vetrina, che somigliano alle persone e alle comunità che le abitano. Un luogo corale, un dispositivo esperienziale dalle tante voci, un fabulatore delle identità e immaginari contemporanei. E ho pensato che sarebbe stata bella una mostra in cui gli abiti da lavoro ideati da stilisti, architetti, designer, artisti fosse in grado di raccontare attraverso l’abito da lavoro, assunto nelle sue diverse declinazioni, come è cambiata la società e la stessa progettazione, ridando all’abito la materialità del lavoro e la sua “verità”, che è quella di trovare il proprio posto nel mondo, in cui ritorna in primo piano la dimensione emozionale e immaginativa del proprio essere sociale e culturale. E mi piace e commuove pensare alle mani e al sorriso dei giovani diversamente abili di Arkadia che in parte li hanno confezionati, e vedo in essi un surplus di valore donato a ogni abito”. Scrive Eleonora Fiorani, curatore in Triennale. “Moda

Abiti da Lavoro oltre a voler rappresentare una tensione per l’innovazione sociale, propone una riflessione socio-antropologica: un tempo l’abito faceva il monaco, il metalmeccanico, l’avvocato, il banchiere, la signora alla moda, il fantino, il musicista, il cuoco, il marinaio, la prostituta, il poliziotto, il medico, il portiere, il giudice, il muratore. Ma oggi? Se originariamente l’abito da lavoro (il lavoro di vivere) nasce come gesto d’amore che dice protezione e cura, nel tempo è diventato l’espressione di scale di potere che definiscono la nostra condizione, trasformandosi soprattutto in habitus, in funzione e segno sociale. L’attuale centralità dell’individuo ha però ancora una volta mutato soprattutto il valore dell’espressione individuale: diventa travestimento e forma senso di ciò che indossiamo: la funzione sociale svanisce e l’abito assume dei nostri pensieri. Se prima era l’immagine che il mondo ci attribuiva – non si poteva lavorare in banca senza giacca e cravatta – oggi è l’immagine di ciò che noi vogliamo essere nel mondo. L’abito è corazza della condizione fisica, sociale, morale e culturale di ciascuno e che ciascuno sceglie per sé. Diventa la speranza, più o meno fondata, che ognuno di noi nutre verso se stesso e, nello stesso tempo, la misura, l’immagine e il valore di come ciascuno vive i rapporti interpersonali: l’abito diventa il progetto”. “Un progetto che – se rispecchia l’originaria psichica dell’uomo – propone involucri non datati, irrispettosi della mera vulnerabilità fisica e funzione, lontani da logiche mercantili. Non manufatti di design o opere d'arte, ma volumi e forme talvolta incompiute o modificabili, prove generali di ri-vestimento”. Ma tutto non si ferma qui .Abiti da lavoro propone il 3 luglio dalle 14.30 alle 22.00, presso il Teatro Agorà, Il Convegno Inusuale. Durante l’incontro noti scrittori, giornalisti, artisti, medici, cuochi, psicologi, imprenditori, editori, proporranno brevi , suggestioni su "abiti", "lavoro", "corpo", "identità". Con la lettura di brevi testi scritti di Giacomo D. Ghidelli. Il Convegno Inusuale si concluderà con un concerto jazz di Claudio Fasoli (sax), Luca Garlaschelli (double bass) e Massimo Minardi (chitarra elettrica). Un’iniziativa da valorizzare e propagandare. CARLO MOLA

Dal 24 Giugno 2014 al 31 Agosto 2014 Orari Da Martedì a Domenica 10.30 20.30 Giovedi 10.30 23.00 Costo del biglietto € 6/5/4.LUOGO: Triennale di Milano CURATORI: Alessandro Guerriero - Atelier Biagetti Grafica di Frank Studio Catalogo Silvana Editoriale

 

Carlo Mola
Cultura e spettacoli