Teatro. Al via la Stagione con una Finocchiaro super

di Nello Colombo

Esilarante, autoironica, spumeggiante Angela Finocchiaro sul palco del Teatro Sociale di Sondrio per l’inaugurazione della nuova Stagione Teatrale 2019-2020. Una sorprendente e inaspettata anchorwomen  che “ha perso il filo” nel labirinto della vita  ripercorsa in una visione ipnotico-regressiva col pretesto di scompigliare le carte sparigliando l’asse simmetrica del racconto del mito dei miti. Quello di Teseo ed Arianna. E il bello è che, per “fare qualcosa di nuovo”, ribalta i ruoli, elmo in testa e corazza loricata, vestendo i panni – si fa per dire – dell’intrepido eroe dell’Attica che sconfisse il Minotauro. La scena è preparata con cura dall’antefatto piccante, sbrodolato con divertente arguzia, sulle particolari “avventure ninfomaniache” della consorte del re cretese Minosse, Pasifae, genitrice dell’orrido mostro. Alta tecnologia in campo asservita ad una scenografia a più stadi. Immagini quasi ologrammatiche che tessono la rete di una spirale infinita a più dimensioni in cui, Finocchiaro, più Alice carrolliana che eroina d’avanspettacolo, si muove a suo agio, sorpresa da misteriose figure (i bravi danzatori Giacomo Buffoni, Alis Bianca, Alessandro La Rosa, Antonio Lollo, Filippo Pieroni e Alessio Spirito) che se la pappano in quattro e quattr’otto con tutta l’arroganza di bicipiti e tartaruga in bella mostra volteggiando nell’aria come deliranti dervisci. E lei, quasi in trance, si lascia strapazzare come un uovo al tegamino, cotto e ricotto per “brillare” il bianco dell’albume.  Così lontana dagli stereotipi di una Carrà coi suoi Boys palestrati, si aggira svanita tra i meandri dell’oscurità dell’antro in cui il mostro cornuto ruggisce in attesa di sangue novello. Tutto un pretesto per raccattare il filo di un racconto che attinge alla sua infanzia tra Orsoline bacchettone e famiglie dello “stai composta, gambe chiuse”, o del “carpe diem, ma attenta a questo, quest’altro e quest’altro ancora” della sua rapida giovinezza, pronta a farneticare con un muro dialogante che vorrebbe spiegarle il senso della vita. Geolocalizzata a Cnosso, suo malgrado, “Tesea” entra in contatto telefonico con le più assurde e disparate indagini di mercato o sul rapporto con la divinità mentre il possente rituale dei “Maori” sembra fagocitarla in una danza strampalata con una “donnetta che si è messa in testa di fare l’eroina” a ritmo di breakdance  prima di affrontare i mostri della propria esistenza con un omaggio vegetale che stempera l’assalto finale. Catartico il “sirtaky progressive” del duello – per finta -  ingaggiato sul palco col Minotauro incarnato  dagli acrobatici danzatori che, come un grande Mazinga componibile, si sono lasciati infine domare soccombendo alla presunzione di “forza nonchalante” di una Finocchiaro in visibilio portata in trionfo. Un viaggio nell’ignoto del proprio Io. “Attraverso il teatro si può intraprendere un viaggio in luoghi e tempi lontani e diversi che aiuta a dare vita a un grande percorso di conoscenza, perché essere spettatori e scrutare le passioni umane con le gioie e i tormenti dei personaggi sulla scena facilita anche la scoperta delle innumerevoli sfaccettature del nostro Io”, ha infatti spiegato Marcella Fratta, assessore alla Cultura del Comune di Sondrio, che prima dello spettacolo ha dato il suo benvenuto a quanti partecipano a questa nuova avventura nel mondo del teatro.
 

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