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TRENO,
PASSEGGIATA E SCOIATTOLI


Dai 441 metri di Tirano, terminale della Milano-Sondrio-Tirano
delle Ferrovie dello Stato, oggi Trenitalia, il treno diretto a
S. Moritz e collegato alla rete della ferrovia Retica comincia a
salire, senza cremagliera con scartamento ridotto (1 metro) e a semplice aderenza - il che ne fa
la più alta d'Europa di questo tipo - e la Svizzera lo saluta a Campocologno, pochi metri oltre il confine. Un viadotto a
spirale a Brusio, il lungo-lago sino a Le Prese e, dopo un
percorso di fondovalle arrivo a Poschiavo. Qui comincia la
salita sul serio, con pendenze rispettabili anche per i ciclisti
visto che si arriva al sette per cento! Il treno va avanti e
indietro, percorre gallerie a spirale fino in coma per poi
passare in una valle laterale. Altri tornanti ed ecco l'Alpe
Grüm. Ci siamo quasi. Non c'è nessun tunnel in cima al Passo del
Bernina; si arriva così all'Ospizio Bernina a 2.353 metri: poi
si costeggiano Lago Nero e Lago Bianco, imboccando la discesa.
Stop a Lagalb, con la funivia in coincidenza, e alla Diavolezza,
con l'altra, ardita funivia che porta nel cuore del Gruppo del
Bernina in un candore generale per i ghiacciai tutt'intorno. Si
arriva alla stazione di Morteratsch e' da cui in un'ora di
passeggiata si arriva al ghiacciaio. La strada é costellata di
cippi che segnano dove arrivava il ghiacciaio negli anni
passati. Un secolo fa era in un punto da dove oggi non si riesce
neppure a vedere la parte terminale.

Si intravvede in fondo Pontresina, lussuosa stazione turistica,
ma a noi interessa qualcosa che c'é prima. In mezzo al bosco il
treno si ferma ad una stazione - il suo nome Surovas - che
sembra uscita dalla penna dei disegnatori di Walt Disney.

Si scende e si prende il sentiero, in perfetto ordine e con fior
di segnalazioni, che porta alla Park-platz, dove un paio di
volte alla settimana va la banda a suonare. In un quarto d'ora
si arriva. Il cielo non lo si vede, immerso com'é questo
piazzale nel bosco di resinose. Ci sono parecchi grandi tavoli
da pic-nic e una baracca.

Non siamo però venuti per sentir musica.

Ecco che arrivano.
Prudenti, attratti dal cibo ma non al punto di perdere la
diffidenza del tutto. I più arditi arrivano sino a pochi cm
dalle mani che tendono noccioline o altro. Sono gli scoiattoli
della foresta. Su un ramo, un paio di metri sopra, vigila la
ghiandaia (o nocciolaia?). Tiene d'occhio lo scoiattolo e,
quando ha preso il cibo ed é partito a razzo per andare a
seppellire vicino alla tana il conquistato tesoro, lei lo segue
dall'alto. Si ferma due metri sopra, aspetta la conclusione del
seppellimento e la partenza dello scoiattolo. A quel punto
plana, con le zampe scava, e si mangia la nocciolina appena
depositata.

Cosa strana in Svizzera, Terra di depositi gelosamente custoditi
nei forzieri bancari a prova di ghiandaie, anche tecnologicamente
sofisticate...

Finito il pic-nic, recuperati i rifiuti il ritorno può avvenire
per altra via, scendendo per 10-15 minuti lungo il sentiero che
porta alla sottostante stazione di Pontresina. Se si programma
il tempo da lì si può risalire per un'ora la Val Roseg con di
fronte i ghiacciai e le cime tutte sui 4000 metri.


CORRIERA (O
AUTO), PASSEGGIATA E MARMOTTE


Da Sondrio in 15 Km si sale in Valmalenco, a Chiesa. Altra
quindicina di km e si é a Chiareggio, un paesino abitato solo
d'estate e d'inverno frequentato da chi vuole divertirsi con gli
sci da fondo ai piedi in un paesaggio quasi canadese oppure fare
dello sci-alpinismo. Lì sopra c'é il Disgrazia, 3678 metri, con
la vertiginosa parete nord ghiacciata, e una serie di alte cime
(Pizzo Ventina 3261 m, Punta Kennedy 3283 m, Pizzo Cassandra
3222 m).  In fondo, a Pian del Lupo, si aprono tre valli,
la Valle del Ventina, la Val Sissone e, verso la Svizzera, la Valle del Muretto che porta al passo
omonimo, intorno ai 2300 metri, da cui si scende arrivando sul
Passo del Maloia, per lungo tratto su una antica strada militare
e poi per una mulattiera un tempo percorsa dai traffici diretti
all'Engadina.

Frequentatissimo d'estate, Chiareggio é punto di partenza per
una vasta gamma di passeggiate e di escursioni, ma anche per
ricerche di cristalli. La Valmalenco infatti ne offre una
straordinaria varietà che ne fa la zona mineralogicamente più
importante d'Italia (e nel Museo a Chiesa si può ammirare una
straordinaria collezione).

Arrivando a Chiareggio, dopo l'ultima ampia curva, si incontra
l'Albergo Baita dei Pini, una volta caserma della Guardia di
Finanza. Lì si apre losguardo sul paese, sulla piana contornata
dalle alte cime. Fatte poche centinaia di metri, sulla destra,
c'é una piccola casetta addossata alla montagna. Qui nel 1957
soggiornò con Nilde Jotti e il fido Armandino Palmiro Togliatti,
che aveva studiato al Convitto Nazionale di Sondrio, nel riserbo
ma con simpatia della gente nonostante le asprezze della
politica e la quasi assenza, fra i locali e i villeggianti, di
suoi compagni comunisti. A fianco di tale casetta c'é un ampio
spazio senza alberi che si inerpica sul versante con una serie
di buchi. Siamo nel Parco delle Marmotte, e quei "buchi" sono
gli ingressi, principali, di servizio o di fuga, di questi
animali. All'inizio quando qualcuno si avvicinava si sentiva
l'acutissimo fischio della sentinella. Ora si sono abituate alla
gente ed anzi arrivano, fiduciose e ben pasciute, a prendere il
cibo dalle mani dei visitatori (NON DATE PERO' IL PANE che non
fa loro bene, carote ed altro sì.

Già che si é lì si visiti l'area attigua ove é stato approntato
il Parco Geologico e non si dimentichi di guardare il cielo ove
i fortunati possono vedere volteggiare l'aquila
Marilena Beltrama



GdS 18 VII 02

                       




                                            



                                             


Marilena Beltrama
Dalla provincia