Anche il Nuovo Pignone fibrilla e i dipendenti tremano

di Red

Dresser Inc.

Premessa: Dresser Inc., multinazionale con sede a
Dallas (USA), produce e commercializza apparecchiature e
servizi ad alta tecnologia destinati all’industria
energetica e di processo. Dei ca. 9000 dipendenti
Dresser nel mondo, in Italia il gruppo vanta un organico
di circa 1100 addetti ed è presente con le seguenti
Operations, protagoniste mondiali nella produzione di
valvole industriali, attuatori e distributori di
carburante.


Dresser Wayne Pignone


La carta di identità della società, figlia della Dresser,
multinazionale con sede a Dallas: “Dresser Wayne Pignone
è uno dei leader globali per la fornitura di prodotti e
servizi per il settore Oil & Gas. All'interno di questo
contesto, Dresser Wayne Pignone fornisce soluzioni
"chiavi in mano" per la realizzazione di stazioni di
rifornimento Metano per Autotrazione su misura cliente.
La sua gamma di produzione comprende tutte le
apparecchiature ausiliarie necessarie alla realizzazione
di stazioni CNG dedicate o policarburanti: eccetera
eccetera”.


Era entrata la General
Electric


Nel Nuovo Pignone era entrata la General Electric che
quando lo ha ritenuto opportuno ha ceduto la parte
distributori alla Dresser. Questa ha deciso che la
produzione da Talamona vada spostata a Malmoe. Questo
non é uno dei tanti casi di delocalizzazione, di aziende
cioè che per non fallire vanno a produrre dove il lavoro
costa non solo meno ma enormemente meno. E neppure di
quelle che anzichjé produrre in Italia a costo 100
comprano direttamente in Oriente a 20 se non a meno.

Qui si
decide di spostare la lavorazione in Svezia. Liberi di
farlo, per carità, ma questa é una dichiarazione di
guerra che lascia sul campo 250 posti di lavoro, quelli
nello stabilimento di Talamona e quelli nelle aziende
dell'indotto. Quali le speranze non é dato di immaginare
ma, se qualche ipotesi c'é non si é così sciocchi di
farlo sapere a questi che si sono innamorato della
Svezia e scocciati di stare in Valtellina.

altro scotto che
paghiamo alle multinazionali


Un altro scotto che paghiamo alle multinazionali. Ormai
il nostro Paese, in quanto Paese trasformatore, é in
mare agitato. Dobbiamo competere con grandi
multinazionali e lo deve fare una imprenditoria debole.
Dobbiamo competere con Cina, India e compagnia bella
dove il costo del lavoro é irrisorio anche perché loro
con una popolazione più di venti volte la nostra hanno
meno pensionati dell'Italia. Dove i costosi interventi
per la tutela dell'ambiente non esistono. Eccetera.

STIAMO DIVENTANDO
COLONIA


L'alimentare (e non solo quello) via via sta passando
sotto controllo straniero. Dopo Fiorucci e l'asta per la
Star adesso se ne va Galbani. Nella grande distribuzione
aumentano dunque i prodotti stranieri e trovano sempre
maggiore difficoltà i nostri produttori. persino nell'ortofrutta
arriva di tutto da mezzo mondo a fare la concorrenza ai
nostri, costretti per sopravvivere a vendere la loro
produzione per un piatto di lenticchie.

Stiamo diventando colonia e non si vede come si possa
resistere (salvo che gli italiani non capiscano e
comincino a preferire, come chiede Ciampi, i prodotti
italiani).

Gli italiani
incentivano questo stato di cose


Gli italiani incentivano questo stato di cose. Non
pensano che stanno dando bastonate a scadenza a figli e
nipoti.

E' capitato anche per Talamona.

6 aprile del 2004:

vista con favore la cessione alla Dresser


Il 6 aprile del 2004, un anno e mezzo fa non un
decennio, i sindacalisti commentavano favorevolemente
l'incontro del giorno prima a Roma
sul
tema del giorno e cioè la decisione del Nuovo
Pignone-General Electric di vendere e della Dresser di
acquistare il ramo d’azienda Distribution e quindi una
consistente parte delle maestranze dello stabilimento di
Talamona, tutte con l’eccezione dei circa centoventi
addetti del reparto palette.

E' vero che si esprimeva l'esigenza di un’attenzione
elevata dedicata al comparto acquistato dalla Dresser ma
si avviava anche la discussione

sugli aspetti di dettaglio, ma importantissimi,
attinenti alle tutele garantite dalla contrattazione del
Nuovo Pignone su salario, orario, inquadramento, diritti
sindacali.

Avevano già in mente di andare a nord?

Intanto, visto che sono trascorsi solo 594 giorni, vien
da pensare che i compratori avevano già in mente di
andare a nord.

Ci vorrebbe una sorta di ricatto. Vai a nord? I
distributori li compriamo da altri. Dato e non concesso
che qualcuno facesse questo discorso, anche con
legittime armi di pressione sui potenziali acquirenti
italiani, bisognerebbe vedere se per caso non ci sono
già contratti, intesse e via dicendo.

Rischio alto

L'equilibrio indispensabile fra politica ed economia si
é rotto, ovunque. L'economia spopola, il liberismo non
frenato dai fattori sociali come dovrebbe essere
imperversa, le multinazionali sono le vere padroni,
quasi una dittatura. L'Europa é su una china pericolosa
e per salvare il futuro dei nostri figli a questo punto
c'é bisogno che o dentro o per intese strettissime ai 25
si aggiunga la Russia.

A Talamona e dintorni il rischio di dovere mettere su
250 libretti di lavoro 250 croci é tremendamente alto.

E di bacchette magiche non ne esistono. Purtroppo.
Red


GdS 20 XI 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Red
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