LA FIERA DELLE OCCASIONI PERDUTE IN PROVINCIA




LA RESISTENZA AL CAMBIAMENTO

La seconda legge della futurica di Isac
Asimov, sovente da noi citata, recita lapidariamente: "La
resistenza al cambiamento".

E' caratteristica comune a tutti, per le cose grandi come per le
minuzie. Quante volte, ad esempio, tornando a casa il marito ha
avuto da ridire perché la moglie aveva modificato la posizione
di un mobile, o un quadro o altro ancora?

Persino la saggezza popolare ha pensato bene di coniare la sua
massima: "Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che
lascia e non sa quel che trova".


SENZA CAMBIARE SAREMMO ANCORA
NELLE CAVERNE

In realtà se il mondo é andato avanti é
perché fortunatamente un po' di uomini (e donne) l'hanno pensata
in modo diverso.

Senza gli Ulisse non sapremmo ancora cosa c'é oltre le colonne
d'Ercole. Anzi, saremmo ancora nelle caverne, coperti di pelli.

Sembra una cosa ovvia, ma soccorre la prima legge della futurica:
"Rifletti sull'ovvio". E si scopre che se in teoria quanto detto
dianzi é sì ovvio, poi in pratica non lo é affatto.

Cambiare é difficile, ma lo é ancora di più fare accettare il
cambiamento, l'innovazione, il protendere lo sguardo qualche
spanna avanti al naso, ragionare in definitiva in termini
strategici.

LA
FIERA DELLE OCCASIONI PERDUTE

La Fiera delle occasioni perdute
richiederebbe, per una trattazione completa, la stesura di
volumi e volumi. Occorre limitarci a qualche esempio, e limitare
anche il campo di indagine. Stiamo quindi in provincia, zona che
conosciamo bene, e all'ultimo trentennio, periodo che tanti
conoscono bene.

Qualche esempio, e qualche nota illustrativa, premettendo che al
termine citeremo anche qualche esempio di innovazioni riuscite,
e in che modo, per essere utili al futuro prossimo venturo e a
chi ha ruoli e funzioni per poterlo, se vuole, preparare
adeguatamente.

GLI ESEMPI

La serie di esempi, potrebbe essere allungata
e di parecchio, ma già l'elenco risulta corposo così. Vediamo
dunque i titoli: Bagni di Bormio, AEM/Tognoli, Traforo Stelvio,
AEV, ENEL-Selvetta, Tangenziale di Tirano

Tangenziale di Sondrio (Castione), Campo da golf a Chiuro,
Campeggio a Pian del Lupo, Palazzone, Golf a Sondrio, Centro a
Sondrio, Auditorium Nervi, Galleria Sondrio, Neve fondo Sondrio,
Bertacchi/Sauro/Trieste/Battisti, estensione dei giardini Sassi
versoi casa Maffei a Sondrio ecc.


UNO PER UNO

BAGNI DI BORMIO. Fine anni '70. La
proprietà dei Bagni di Bormio é in mano al Credito Svizzero. La
Comunità Montana unica di Valtellina, Presidente Mario
Garbellini, riesce a spuntare un'offerta di vendita per 3,2
miliardi. In Comunità eravamo riusciti a mettere insieme 1,3
miliardi. C'erano da assegnare i 10 miliardi del PIV ma la
differenza non arrivò (e neppure i 300 milioni che avrebbero
consentito il varo di una spa al 50%). Nessuno, precisiamo
"nessuno", ne volle sapere. Si fecero la strada per i Campelli e
altre cose...

Occasione d'oro persa, e persi 20 anni.
AEM/TOGNOLI. Dopo un periodo di rapporti difficili con l'AEM,
sembrava venuto il momento buono quando il Sindaco di Milano,
Tognoli - una persona della cosiddetta Prima Repubblica verso la
quale abbiamo, e tutti dovrebbero avere, grande stima -, aveva
capito che la Valtellina meritava considerazione dato che era il
vero forziere del Comune di Milano, con le sue centrali e la sua
energia.

La disponibilità non era solo formale, ma reale, eppure non se
ne fece nulla, anche per le diverse opinioni in Valle su chi
dovesse essere l'interlocutore dell'AEM...
TRAFORO DELLO STELVIO. In un periodo in cui altrove le
Alpi erano state traforate, qui da noi di discettava - e ogni
volta antagonisticamente, su Stelvio e Spluga. All'inizio degli
anni '70 il Presidente della Società Trafori, Aldo Oberti che
era anche consigliere regionale, rilevate le difficoltà che
l'ipotizzato Traforo incontrava in Val Venosta, riuscì ad
arrivare al potentissimo Strauss, "padrone" della baviera e poi
premier della Repubblica Federale tedesca. Lo convinse. La
strada poteva cominciare ad essere in discesa. L'amico Aldo poco
dopo, nell'ottobre del 1972, venne a mancare improvvisamente.
Nessuno raccolse il testimone, addio Stelvio.
AEV. Un'idea originaria dell'ing. Luigi Frizziero era
stata ripresa dal Presidente della C.M. unica Garbellini.
Costituire una società, l'Azienda Energetica di Valle, per
utilizzare i cosiddetti piccoli salti. Sarebbe stato possibile
scegliere dove si poteva e dove non si poteva intervenire.
L'energia, tanta, sarebbe andata a beneficio dell'agricoltura,
degli impianti di risalita allora in difficoltà, dei Comuni ecc.
Non se ne fece nulla, o, meglio, i piccoli salti, e i grandi
utili connessi,  furono appannaggio di privati!
LE TANGENZIALI DI SONDRIO E TIRANO. Il progetto della
tangenziale di Sondrio, completo ed approvato dal Comune e dalla
C.M., prevedeva l'imocco alla Cacciatora, poco dopo la stazione
di Castione. Costava 18 miliardi, l'ANAS ne aveva 13.
Rapidamente si approvò una modifica portando l'imbocco alla
Sassella, con l'intesa che dopo l'appalto, con cinque miliardi
da reperire sul bilancio successivo dell'ANAS, con una variante
in corso d'opera si sarebbe tornati alla versione primigenia. In
quel momento le priorità erano il Tartano, la Sernio-Mazzo e, al
terzo posto, la tangenziale. Ci fu parecchio movimento,
entrarono in ballo le gallerie di Verceia e Campo sulla SS. 36,
e la tangenziale di Sondrio scivolò fuori, e la cosa si ripetè
successivamente in quanto con scelta non oculata quasi tutti si
pronunciarono poi per l'inserimento della Mazzo-Grosio. Il
finanziamento venne solo nel 1985, ma nessuno si preoccupò di
tornare al progetto iniziale, e così abbiamo il tratto dalla
Cacciatora all'imbocco della tangenziale che é peggio di una
strada urbana...

A Tirano il progetto c'é da tempo immemorabile. Non solo, ma in
almeno un paio di triennali ANAS avrebbe potuto esserci il
finanziamento. Non se ne fece nulla perché a Tirano non garbava
che lo svincolo avvenisse a Stazzona.
IL POLIFUNZIONALE DI SONDRIO. L'opera era stata già
appaltata nel 1985, con un costo intorno ai 5 miliardi,
interamente a carico dello Stato. 120 metri per 60, era in grado
di ospitare manifestazioni sportive (aveva anche la pista
atletica, unica in Italia con Torino), manifestazioni culturali,
rassegne espositive. Aveva struttura modulare con la possibilità
di ospitare contemporaneamente tre manifestazioni diverse. Con
tecnologie appropriate aveva una capienza variabile, da 800 a
6710 spettatori. Oltre a non costare una lira ai cittadini di
Sondrio per la costruzione, ancora la tecnologia avrebbe
consentito un costo di esercizio molto basso.

Ci fu chi ci mise del suo riuscendo a convincere
l'Amministrazione che sarebbe stato un onere insopportabile per
le finanze comunali (e si vide poi che, come previsto al momento
dell'appalto le finanze comunali non sarebbero state toccate
neppure per una lira). L'appalto fu revocato. Poi, riscontrato
che il "Palazzone" ci voleva se ne progettò un altro, vicino
allo Stadio anziché al Campus. Il treno, quello dei soldi da cui
si era discesi, ormai però non c'era più e la struttura,
importantissima per una provincia turistica, se ne andò ad
allungare la lista delle occasioni perse.
RIASSETTO URBANISTICO A SONDRIO. Innovazioni strategiche
di grande portata sono rimaste nel cassetto. Il centro di
Sondrio, per il quale era stato svolto un Concorso regionale e
per il quale era pronto anche il piano di intervento, é rimasto
nel cassetto. L'isolato Bertacchi/Sauro/Battisti/Trieste, una
realizzazione da favola per il quale cinque primarie imprese di
Sondrio si erano consorziate ed erano pronte ad intervenire, fu
bloccato da visioni cervellotiche e contraddittorie di
funzionari regionali. La sala pubblica sotto all'Hotel Posta,
che sarebbe stata realizzata dal Credito Valtellinese, bloccata
da polemiche politiche. Il centro della banca Popolare in Via
Bernina, già approvato in Comune e con sala pubblica sotterranea
che sarebbe divenuta centro-congressi, senza oneri per il
Comune, bloccato in Regione da una decisione cervellotica (e
centro emigrato a Postalesio).

Sistemazione area attigua ai Giardini Sassi e al Museo con
inserimento diretto verso l'Angelo Custode, bloccato da un
funzionario regionale.

Solo il grande Auditorium, il cui progetto il sondriese ing.
Nervi aveva deciso di offrire al Sindaco Venosta - e un'opera di
Nervi sarebbe stata un'attrazione mondiale -, restò nel cassetto
per una ragione indiscutibile, nel senso che purtroppo la morte
colse l'ing. Nervi troppo presto.
ALTRO ANCORA. Si potrebbe ancora dire del primo
impianto al mondo di neve artificiale
con la pista di fondo
alla Boschina, abbandonato nonostante il successo e i costi
minimi (meno del costo di esercizio di una sola palestra), del
progettato campo da golf alla Boschina, primo esempio di
golf fluviale con un costo complessivo compatibile (1,3 miliardi
nel 1984, parte dei quali già finanziati), del campeggio a
Pian del Lupo
su terreni dei Comuni di Sondrio e Chiesa,
parte del quale da assegnare a Sindelfingen, della
sistemazione idraulica del Piano della Selvetta
, portata
avanti dalla C.M. unica poi smembrata (altra occasione
perduta!).

Ma ci sarebbe anche qualcosa d'importante che riguarda la
provincia di Sondrio anche se in realtà l'occasione l'ha persa
Lecco. Verso gli anni '60/'70 a Lecco fu bandito un Concorso per
la soluzione del problema dell'attraversamento stradale di
Lecco
. Il primo premio non fu assegnato. Il secondo toccò ad
una soluzione originalissima: un tunnel sotto il lago tra
Pescate e la Torraccia in comune di Abbadia Lariana. La spinta
di Archimede lo sorreggeva, e cavi ancorati al fondo lo
irrigidivano. Troppo innovativo. Ed ora si sta studiando proprio
un tunnel di quel tipo fra Menaggio e Varenna!

Saremmo stati i principali beneficiari, e oltre a tutto si
sarebbe risparmiata una montagna di soldi. Ma il progetto era
troppo innovativo...

OCCASIONI NON PERDUTE

Vogliamo ricordare che a fianco di tante occasioni perdute,
l'elenco delle altre, quelle colte, é fortunatamente consolante,
anche se in tutte chi ha avuto il respiro strategico e la
decisione di perseguirlo, al tempo aveva avuto più dispiaceri
che riconoscimenti.

Pensiamo al Podestà Gunnella, di cui nessuno si ricorda -
normale - ma cui va il grandissimo merito di avere reso
possibile negli anni Trenta la realizzazione di Palazzo del
Governo e del Preventorio
, avversatissimo per queste scelte.

Ricordiamo il Campus di Sondrio, avversatissimo quando il
Sindaco Venosta lo propose. Ricordiamo la Piastra, e le
polemiche che accompagnarono la sua progettazione e la sua
costruzione. E ricordiamo anche l'impianto pluvirriguo
del BIM, merito del sen. Valsecchi, e le polemiche di allora. E
tante altre cose.

Citiamo peraltro, come esempi di innovazioni non avversate forse
perché realizzazioni private, anche l'Aereoporto di Caiolo
e i Golf di Bormio e di Caiolo.

STIAMO PER PERDERNE
ALTRE


Tutto questo non ha insegnato nulla. Ci sono occasioni che
stiamo perdendo. A parte alcune già trattate in altri articoli
(Piano Territoriale, Elettrosmog, Soluzione per i rifiuti meno
costosa ecc.) vediamo con tempo che passa svanire un punto
importante: quello di dare a Sondrio, epicentro di una
importante provincia turistica, quello che Sondrio non ha: un
centro.

Se non va il progetto Crotti, vinciotre del Concorso di allora,
quantomeno la splendida idea, fra l'altro per nulla costosa,
dell'arch. Stefanelli di una Galleria in corso Italia,
meriterebbe un esame in Comune, certi come siamo che, ove
l'argomento venisse affrontato, gli argomenti a favore
surclasserebbero quello contrari, posti che ve ne siano.

HISTORIA MAGISTRA
VITAE?


Historia magistra vitae? Dovrebbe essere così. La storia
dovrebbe insegnare qualcosa. Le occasioni perdute dovrebbero
costituire un monito per non perderne altre. Dovrebbero, ma non
é così.

Cìé chi ha detto, riferendosi alla Rivoluzione Francese ed in
particolare alla "Palude", che la storia passava davanti a quei
personaggi e loro manco se ne accorgevano. Ora é il futuro che
sta passando davanti a noi, con una velocità con cui avanza mai
conosciuta prima.

Si può diffidare del cambiamento, e resistervi. Chi lo fa per sé
affari suoi. Chi lo fa avendo responsabilità del futuro di una
comunità, da quella più piccola sino a quella nazionale ed
oltre, pensi all'uomo delle caverne e all'uomo del 2002..
Alberto Frizziero
 

Gds - 15.3.2002


                        




                                            



                                             

Alberto Frizziero
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