NUOVE CENTRALI IN VALTELLINA?



L'ITALIA HA
BISOGNO DI NUOVE CENTRALI
a….
Il Ministro
Marzano, a Sondrio per la conferenza alla Banca Popolare, ha
detto che é necessario costruire nuove centrali idroelettriche
perché altrimenti fra tre o quattro anni il Paese rischia
grosso. Durante le punte è noto che la richiesta sta sfiorando
il massimo di potenza che gli impianti possono dare.

Siamo di fronte ad un fabbisogno nel Paese di oltre 300 miliardi
di kWh. Abbiamo chiuso il nucleare tenendoci gli stessi rischi
di prima perché tutti gli Stati confinanti si sono ben guardati
dall’imitarci, anzi l’energia prodotta con il nucleare ce la
vendono -. E così fra termoelettrica, idroelettrica, geotermica
e qualcosa di eolica siamo ancora lontani dal produrre quel che
ci serve.

In miliardi di kWk la situazione è la seguente (il primo dato è
la produzione lorda, il secondo quella netta):
Idroelettrica 50,9 – 50,3
Termoelettrica 220,4 – 208,1
Geotermica 4,7 – 4,4
Eolica e fotovoltaica 0,57 – 0,57

Totale 276,6 - 263,2

Importiamo dagli altri Paesi, persino dalla Grecia. E’ infatti
recente l’accordo a seguito del quale ora si posa l’elettrodotto
sul fondo dell’Adriatico.


L'ENERGIA PIU' PREGIATA, QUELLA IDROELETTRICA


L’energia più pregiata è quella idroelettrica perché, tranne che
per gli impianti ad acqua fluente come quello di Buffetto, si
può accumulare. Non ovviamente come energia elettrica ma come
energia potenziale dell’acqua contenuta nei bacini in quota che,
aprendo le saracinesche, in breve tempo aziona turbine e
alternatori che in brevissimo tempo inviano in rete l’energia
elettrica richiesta.

Ci possono essere sistemi che consentono una qualche regolazione
anche nelle centrali termoelettriche ma non semplici e costosi.

Logico pensare quindi a fare centrali ove c’è ancora acqua
abbastanza. Lo studio dell’ENEL ipotizza che sia possibile
ancora ricavare in Italia 15 miliardi di kWh idroelettrici.


DA NOI? NON PROPONIBILI NUOVI IMPIANTI


Da noi?

In provincia ha detto Paolo Oberti, già deputato e oggi
consigliere dell’AEM spa, non ci sono più possibilità. In realtà
circa 100.000 kW di potenza teoricamente ci sarebbero ancora
seppure a costi più elevati.

Diciamo, d’accordo con Oberti, che non sono proponibili. Non li
citiamo neppure, sarebbe temerario proporli.

E
GLI IMPIANTI DI POMPAGGIO?


C’è un particolare tipo di impianti che potrebbe invece essere
suscettibile di sviluppi in provincia, ossia gli impianti di
pompaggio.

Ci spieghiamo.

Il grosso della produzione, come si è visto, viene dalle
centrali termolelettriche il cui diagramma di base è, ai fini
del nostro discorso, sostanzialmente costante. In altri termini
producono più o meno la stessa quantità di energia con
regolarità. Si può anche produrne di meno ma i rendimenti
scendono.

La domanda però non è affatto regolare. Quando andiamo a letto
spegniamo le luci, la TV, il computer e quant’altri. La maggior
parte delle aziende per alcune ore è chiusa e quindi non chiede
energia. Tram e treni di notte si diradano.

Ci sono dei momenti in cui la richiesta si alza vorticosamente.
Per convenzione il mercoledì alle 11. In quel momento si hanno
le punte, e di potenza e di energia, che vanno soddisfatte pena
il black-out. E in quel momento potenza ed energia costano di
più.

Si è pensato allora di utilizzare pompe collegate agli
alternatori per rimandare su dalla centrale l’acqua e rimetterla
nei bacini in quota per averla a disposizione nei momenti in cui
la richiesta è maggiore.

Un esempio notevole l’abbiamo qui vicino, a Edolo, nell’impianto
inaugurato alcuni anni fa. La vasca, di 24.000 mc. a valle
dell’abitato, è quella che raccoglie l’acqua sfruttata nella
vicina centrale e che poi di notte viene rispedita nel bacino a
monte. (In provincia negli anni 50 un impianto di pompaggio era
stato realizzato dalla Falck al Publino, ma lì il pompaggio non
era giornaliero ma stagionale).

IN PROVINCIA

Ci sono alcune situazioni in provincia che, ad un primo esame,
si presterebbero, come Ardenno, Ganda, Campo…

In questi casi non ci sarebbero controindicazioni, salvo
naturalmente fissare bene i paletti perché una parte non
secondaria dei vantaggi resti in provincia.

Luca Alessandrini


 

Gds - 10.2.2002

                       




                                            



                                             

Luca Alessandrini
Dalla provincia