POLO FIERISTICO DI MORBEGNO, LA CRISI

Le dimissioni del Presidente dell'Ente Fieristico Tito Bottà sono un duplice brutto segno - Occorre un'iniezione di fiducia

LE
DIMISSIONI DEL PRESIDENTE TITO BOTTA'


Un duplice brutto segno le dimissioni del dr. Tito Bottà da
Presidente dell'Ente Fieristico, la srl costituita da Provincia,
Camera di Commercio, Comunità Montana e Comune di Morbegno.
Primo punto: Laureato in
Scienze Economiche, esperienza amministrativa di primo piano sia
sotto il profilo tecnico - la sua professione é quella di
Segretario Comunale, sia sotto il profilo decisionale - é stato
Sindaco di Morbegno e Presidente della Provincia, il dr. Tito
Bottà dava tutte le garanzie di rilancio dell'attività del
Polo Fieristico dopo che era toccato, prima di lui, ad altro
personaggio di primo piano, l'ing. Franco Bettini - Presidente
dell'Unione Industriali e già Vicesindaco a Sondrio - a
riordinare le fila dopo la negativa esperienza con Alpifiere, la
spa che aveva preso in concessione il Polo.

Getta la spugna un Presidente di tale statura: quali le
prospettive?
Secondo
punto:
Le motivazioni
della rinuncia saranno annunciate fra qualche giorno, ma
un'anticipazione del dr. Bottà appare preoccupante: "Troppi
remano contro"
. Che poi questi "troppi" siano
mossi dalle ragioni più disparate, compresa magari quella che
é una voce sotterranea - sebbene, come tale, da verificare -,
secondo la quale c'é anche chi vorrebbe pensare lui al Polo
Fieristico, il risultato non cambia.

Chiunque sia il successore di Bottà, posto che non si riesca a
fare cambiare idea a lui, uomo capace e determinato, lo scenario
non cambia se quelli che "remano contro" non la
smettono. Oppure scendano in campo, in termini concreti e in
prima persona, dimostrando che non c'é solo disfattismo, ma che
all'abilità nel criticare corrisponde managerialità nel
realizzare.

I
PRECEDENTI


Vanno brevemente richiamati i precedenti.

Dopo il dietro-front del Comune di Sondrio, appena cambiata
l'Amministrazione, e rinuncia alla costruzione del
Polifunzionale - che al Comune non sarebbe costato una lira -
previsto anche come sede espositiva, Morbegno decise la
costruzione del Polo Fieristico, realizzato in breve tempo:

Alla positività dell'iniziativa corrispose, come i fatti
dimostrarono, un'impostazione della gestione con i piedi di
argilla. Fu infatti costituita Alpifiere spa che ebbe in
concessione dall'Ente Fieristico per nove anni l'attività, fra
l'altro con un contratto in alcuni aspetti lacunoso.

Il capitale fu sottoscritto, e non certo per ragioni d'interesse
quanto per una sorta di dovere civico e di appoggio
all'iniziativa, da una serie di aziende e qualche privato
prevalentemente della zona di Morbegno.

Punctum dolens: queste sottoscrizioni riguardavano il 49% del
capitale, il 51% risultando sostanzialmente di due soci e senza
alcun patto para-sociale.

L'andamento economico-finanziario della società portò i soci
di minoranza a muoversi e quindi a nominare un Consiglio di
Amministrazione di fiducia con il compito di analizzare
approfonditamente la situazione e cercare il rilancio. La
situazione, come risultato in assemblea, apparve molto seria, da
liquidazione della società.

Con l'impegno dei soci (del 49%) e di altri potenziali nuovi fu
varato un progetto di salvataggio e rilancio, comprendente anche
le linee di gestione futura, tali da assicurare la continuazione
tranquilla della società. Il piano finanziario ebbe un'alta
adesione ma si fermò poco sopra al 90% e l'occasione sfumò.

Subentrati i soci originariamente di maggioranza, con altra
compagine, ulteriori tentativi non ebbero buon fine.

Riprese le redini della struttura l'Ente Fieristico srl, con
l'impegno, di cui fu garanzia la scelta dell'ing. Bettini alla
guida, di ridare vigore e slancio, da parte dei quattro soci,
Enti pubblici. Quindi la scelta del dr. Bottà.

CERCASI
MAGO


Visti questi precedenti c'é da chiedersi se non sia il caso da
parte dei soci dell'Ente Fieristico di metter un annuncio suo
giornali del tipo "Cercasi
mago"
per destinarlo alla successione del dr.
Bottà. Ci sarà infatti qualcuno che si sentirà senza dubbio
in grado di raccoglierne l'eredità e fare meglio, molto meglio.
Persone di questo tipo non mancano mai, sono quelle che sanno
benissimo, in ogni momento, come si fa il Sindaco, il Presidente
della Provincia, il Presidente della Regione, il Premier,
l'allenatore della nazionale e quant'altri. Prima però di
officiarlo e nominarlo sarà bene chiedergli, chiunque sia, le
credenziali. In particolare l'esibizione, con dimostrazione
obbligatoria della sua efficacia, della bacchetta magica,
requisito indispensabile.

Questo perché, se si vuole veramente evitare il flop
definitivo, occorre mettere in chiaro tutti i puntini sulle
"i".

PUNTI
CHIARI

1) Morbegno. Il primo punto
da chiarire, una volta per tutte, riguarda Morbegno.

Intorno ad un tavolo, ampio, tutte le realtà cittadine e di
zona. Una sede per far emergere ogni problema, anche marginale,
per far emergere ogni idea, anche apparentemente assurda, per
far emergere dissensi ove ve ne siano, per illustrare alla luce
del sole eventuali interessi che non sono affatto negativi ma
legittimi purché trasparenti dato che la struttura é stata
costruita con denaro pubblico.

Non per decidere. Le assemblee generali sono da che mondo é
mondo le sedi per decisioni formali. Inoltre c'é chi ha la
responsabilità decisionale, gli Enti pubblici e la loro
società.

Non per decidere ma per fornire tutti gli elementi a chi deve
operare le scelte, non contingenti ma strategiche.
2)
Provincia.
Il Polo Fieristico e la sua attività - un
limite che é stato un errore - oggi é considerato "una
cosa di Morbegno". 

E' sbagliato, profondamente sbagliato.

Senza nulla togliere a Morbegno, che lo ospita, che l'ha voluto,
che l'ha realizzato, (e quindi ovviamente alla locale Comunità
Montana e al Comune, che comunque il loro ruolo lo avrebbero
ugualmente, anzi potenziato) il Polo per vivere ha bisogno di essere
considerato come infrastruttura e struttura dello sviluppo
provinciale.
C'é bisogno, nelle forme adeguate e a fianco della
determinante presenza del pubblico, di coinvolgere maggiormente
l'area del privato, anche in modi simbolicamente significativi.

Per fare un esempio, producente e produttivo sarebbe il coinvolgimento personale di figure
imprenditoriali di spicco dell'intera provincia o anche, - non ci
si scandalizzi e a Morbegno non la si prenda male -, pensando a
cosa questo potrebbe significare, portando la sede di Ente
Fieristico srl a Sondrio. Magari nella sede del BIM e non solo
per la disponibilità di spazi bensì per il significato
simbolico di una sede nella Casa dei 78 Comuni della provincia.

C'é bisogno infine di una strategia complessiva anche per quanto
riguarda l'attività e l'intensificazione dell'attività con una
più accentuata partecipazione dei settori produttivi

IN
QUESTO QUADRO...


In questo quadro vi può essere un avvenire per il Polo
Fieristico.

E in questo quadro, se lo si realizza, possono essere state
utili anche le dimissioni del
Presidente Bottà. 

Utili ma anche, a quadro definito, non più necessarie e quindi
revocabili.
Alberto Frizziero

GdS 21.10.01

                       




                                            



                                             

Dalla provincia