Settima edizione del Morbegno Film Festival

Dal 21 al 25 settembre

La VII edizione del Morbegno Film Festival si presenta
più interessante  che mai.
Il Concorso Internazionale, frutto della selezione fra
463 cortometraggi  provenienti da 35 Paesi,
presenta nelle sue tre categorie in competizione 30 film
rappresentanti di 13 Paesi e nella categoria fuori

concorso ‘’Il Giro Del Mondo In Cinquanta Minuti’’ 29
cortometraggi  esponenti di 20 Paesi.

Come è tradizione sarà il pubblico in sala a decretare
il vincitore di  ciascuna categoria che si
affiancherà alle Menzioni Speciali assegnate
dall’Associazione Culturale  Zert.
Il fiore all’occhiello, il gioiello, di questa edizione
è la Personale dedicata  al regista svizzero Villi
Hermann, curata dal giornalista e regista Nicola
Falcinella e realizzata  grazie al contributo
fondamentale
della Swiss Films, del Centro Culturale Svizzero di
Roma, della Comunità  Montana Valchiavenna, del
Consigli Sindacali Transfrontalieri e della Imago Film –
casa di  produzione dello stesso Villi Hermann.

Nell’ambito della personale, il pubblico del Morbegno
Film Festival potrà   assistere alla prima
proiezione in Italia dell’ultimo film realizzato dal 
regista elvetico, Sam
del libro dedicato a Villi Hermann, a cura di  Domenico Lucchini del Centro Culturale Svizzero di Roma
(edito per i tipi  de Il Castoro).
Un’edizione particolarmente feconda, la VII, per gli
autori della Provincia  di Sondrio: nella
sezione Aperture, nell’ambito degli Incontri, si
potranno conoscere le  opere di ben quattro registi e la

presentazione di un progetto in fase di realizzazione;
un’onda che  avanza, sulla scia degli affermati Vittorio
Moroni e Sabrina Paravicini.

A chiusura del Festival, come Evento Speciale, un
capolavoro della storia  del cinema,

Pickpocket di Robert Bresson.

Da sottolineare che il nostro piccolo Festival non
sarebbe stato possibile  (né immaginabile)
senza il contributo degli Enti Pubblici e degli sponsor
privati. Da parte dell’Associazione Culturale Zert, a
nome di tutto il pubblico di appassionati che seguirà il
Festival: GRAZIE!


Lo sguardo da nord sull'Italia che non c'era. Un
cineasta ‘’italiano’’ senza averne i vizi. Villi Hermann,
lucernese d'origine poi inquietamente assetato
d'arte in giro per l'Europa (da Praga a Londra) negli
anni '60 per stabilirsi infine in Ticino, ha quasi
sempre puntato la macchina da presa verso sud. E anche
quando il soggetto dei suoi film - nella sua opera
fiction e documentario seguono un filo comune tanto che
è spesso inutile fare delle distinzioni - è
apparentemente
verso il nord o il cuore del suo Paese, c'è sempre una
componente che riporta ad altro: l'immigrazione, un
personaggio sradicato o senza patria, un viaggio. Ne
deriva che il cinema di Hermann, uno dei maggiori
cineasti svizzeri, sia paradossalmente più importante
per l'Italia che per la Svizzera. La  definizione di
‘’regista di
frontiera’’, spesso affibbiatagli per semplicità, non
gli rende merito di essere un instancabile ‘’contrabbandiere’’
da un lato all'altro della  frontiera. Dal 1972 mette in
comunicazione, e continua a farlo, due mondi vicini e
con molte cose in  comune ma poco raccontati al cinema
nella loro relazione. Hermann  prosegue il percorso
dell'Alexander Seiler di Siamo Italiani (1964), che
all'epoca suscitò accese polemiche, e integra le
mancanze italiane. Oltre all'importante  Pane E
Cioccolata (1974)
di Franco Brusati e il bel Le Conseguenze Dell'Amore
(2004) di Paolo  Sorrentino, rare volte i nostri cineasti
hanno mostrato da sud una linea di confine importante.

Ciò che Hermann porta in dote, e gli altri non hanno, è
di saper  interpretare la coscienza (e la cattiva
coscienza) di entrambe le parti.

Da Fed Up - Stufo, emblematico fin dal titolo e
realizzato nel 1969 a  Londra come lavoro di diploma alla Lsft fino al recentissimo Sam Gabai.  Presenze,

Hermann ha sempre filmato il mondo che lo circondava
superando  frontiere fisiche, linguistiche e mentali. Lo
ha fatto senza mai girare un film su sé stesso. Un
cineasta che nel ritratto di altri artisti ha trovato
l'escamotage per non  fare ritratti di sé stesso. E il portrait è una caratteristica dello sguardo di Villi
Hermann fin dai
primi lavori, tanto che Cerchiamo Per Subito Operai,
Offriamo… o San Gottardo o meglio ancora 24 Su 24 - Il
Contrabbandiere sono già raffigurazioni precise, se

non di singoli, di figure sociali. ‘’Ritratti di classe’’
li si potrebbe definire, il contrabbandiere, il
frontaliero, l'operaio, che lasciano il posto a quelli
d'artista (Jean Mohr,
Giovanni Orelli, Mario Botta, Enzo Cucchi, Renzo Ferrari)
quando l'impegno politico e civile che aveva segnato
l'inizio carriera del regista ticinese non trovano più
il
contesto, l'intorno propizio. E l'arte e la storia
(Luigi Einaudi. Diario Dell'Esilio Svizzero e Mussolini,
Churchill E Cartoline) divengono piccoli grandi mondi in
cui
rifugiarsi, trovare nuova ispirazione e porsi comunque
fuori dagli schemi usuali quando le risorse per
continuare con il lungometraggio di finzione (o meglio,
di
narrazione) vengono a mancare alla fine degli anni '80.

Il regista sembra sempre partire da piccoli elementi: un
diario, delle foto, sono il primo passo di uno scavo
nella storia recente della Svizzera e

dell'Italia, indissolubilmente legate per molte vicende
del '900. Dietro l'apparenza, tutta la sua filmografia è
un'opera certosina di ricostruzione e ricomposizione, di
scoperta e riscoperta mossa da un desiderio di
comprensione di quanto è accaduto o accade. E lo
spettatore è un elemento di questo lavoro, quasi che il
regista lo
porti con sé e lo coinvolga e lo interroghi in
continuazione. I film di Villi Hermann, impeccabili
nella composizione delle inquadrature e nei ritmi del
montaggio, non
sono però fatti per appagare lo sguardo. Implicano
processi e  sollecitazioni che proseguono nello
spettatore anche dopo lo scorrere dei titoli finali. Il
regista non
stordisce chi guarda ma lo coinvolge dal punto di vista
narrativo in un processo di ricerca tanto che a volte
sembra che il pubblico vada di pari paso con l'autore.
Dall'altra utilizza l'immagine e il suono (cui pone
sempre molta attenzione e riserva una cura particolare
fin dal momento delle riprese: quando possibile Hermann
ama fare anche il fonico) passare stimoli a chi guarda.

Altro elemento che emerge nella sua opera è l'utilizzo
delle altre arti visive o di narrazione per una
riflessione sul cinema e il suo senso. Già la

predisposizione al ritratto lo rende più simile,
nell'approccio, a un pittore. Forse non è un caso che
Villi Hermann sia approdato al cinema partendo dalle
arti

figurative. In Giovanni Orelli. Finestre Aperte prende
uno dei maggiori  scrittori ticinesi, già autore dei
testi di Cerchiamo Per Subito… e del  racconto da cui fu
tratto

Matlosa (1981, primo dei tre lunghi di fiction), e lo fa
spostare fra le due finestre della sua casa che domina
la Val Bedretto in un unico piano  sequenza. Il ‘’peso’’
della parola di un affabulatore contro la durata del
tempo. In Mussolini,  Churchill il regista va dentro e
fuori dalle fotografie di Christian Schiefer  per
attualizzare
passaggi storici che il fotografo luganese aveva colto
in scatti  emblematici. Il dialogo tra fotografia e
cinema è qui come una  conversazione tra padre e figlio
(‘’volevo capire il comportamento dei nostri padri nel
periodo della  guerra’’ ha spiegato in diverse occasioni
il regista) in un confronto sulla  memoria e sul passato.

In Walker. Renzo Ferrari, uno dei lavori più recenti, il
processo di  creazione è fatto intuire per dettagli,
mostrato a frammenti, mai  raccontato: ma il perenne
camminare dell'artista nel ritratto è simbolico di
un'inesausta ricerca espressiva. Che Hermann, ancora una
volta quasi mettendosi da parte, riesce a cogliere con
una precisione rara. L'accompagnamento di un artista era
già presente in In Viaggio Con Jean Mohr (1992), il suo
ritorno al documentario dopo gli anni '80 dedicati

alla fiction pura. Un tentativo, il lungometraggio di
finzione, che non ha dato i risultati sperati, anche se
Villi Hermann è stato in concorso alla Mostra di Venezia
e al
Festival in Berlino con Matlosa e Bankomatt,
soddisfazione riservata a pochissimi. Il problema non
stava nel lavoro di Hermann, quanto nel fatto che un
certo
cinema d'autore non era abbastanza sostenuto.

Purtroppo Bankomatt (1989), un noir anomalo e molto
interessante che costituisce anche la prima coproduzione
fra Italia e Svizzera, non fu valorizzato
quanto meritava. Un film spettacolare e con azione senza
perdere nella costruzione delle atmosfere e dei
personaggi. Non a caso l'abbiamo scelto per la serata
d'apertura del festival. Tra le curiosità, Bankomatt
(scritto da regista con Giovanni Pascutto) è il quarto
film di Francesca Neri, che per la prima volta recitò
all'estero, e la prima volta in cui Bruno Ganz (reduce
da Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders) recita in
italiano in presa diretta.

Dopo di allora Hermann ‘’ripiegò’’ ma non si arrese.
Costituì una piccola casa di produzione a Lugano, la
ImagoFilm, e tornò a dedicarsi al documentario con
progetti suoi.

Come si può capire dall'intervista che pubblichiamo,
Villi Hermann è un  vero artigiano del cinema che si
occupa di tutto, dagli aspetti creativi a  quelli più
pratici. È anche un vero intellettuale che segue i
dibattiti della sua  Svizzera, vi partecipa, vi prende
posizione e assiste non passivamente a  ciò che accade
nel
mondo. Non è un caso che il prossimo lavoro sia
ambientato tra  Giappone (già presente nel viaggio con Jean Mohr) e Cina. E da uomo  che non ama i riflettori
Villi

Hermann lo fa mostrando al lavoro un giovane
connazionale che con l'obiettivo fotografico racconta un
pianeta poco conosciuto e in esplosione per le grandi
testate americane.


La VII edizione del Morbegno Film Festival - Rassegna
Internazionale del Corto e Lungometraggio, si
svolgerà a Morbegno (So) dal 21 al 25 settembre 2005.

Tutte le proiezioni si terranno al Cinema 3. Gli altri
luoghi del Festival sono il Museo di Storia Naturale di
Morbegno e la sala della Comunità Montana Valchiavenna
di Chiavenna.

30 sono i cortometraggi in competizione provenienti da
13 Paesi, suddivisi in tre categorie:

· ‘’Corti In Corso’’ dedicata ai film realizzati in 35 e
16mm della durata massima di 15';

· ‘’Videoconcorso’’ dedicata ai film realizzati in video
analogico o digitale, alta definizione, computer

animation, super8 della durata massima di 10';

· ‘’Spazio Immagini’’ dedicata ai film realizzati in
video analogico o digitale, alta definizione, computer
animation, super8 della durata massima di 3' e senza
dialoghi.

Altri 29 cortometraggi provenienti da 20 Paesi sono
presentati fuori concorso nella categoria ‘’Il Giro Del
Mondo In 50 Minuti’’.

Nella sezione non competitiva denominata ‘’Aperture’’ si
potrà assistere alla personale ‘’Villi Hermann -
Ticino-Italia, un regista di frontiera’’ a cura di
Nicola Falcinella e realizzata in collaborazione con
Swiss Films, Imago
Film di Lugano, Istituto Svizzero di Roma, Comunità
Montana Valchiavenna e Consigli Sindacali
Transfrontalieri.

Oltre alla visione dei film, di cui il Festival presenta
in anteprima internazionale Sam Gabai. Presenze, ultima
opera
del regista elvetico, sabato 24 si terrà la
presentazione della monografia dedicata al regista ed
edita per i tipi de’ Il
Castoro presso il Museo di Storia Naturale di Morbegno
alla presenza di Villi Hermann e dell'autore del libro
Domenico

Lucchini, responsabile dell’Istituto Svizzero di Roma;
l'incontro è preceduto dalla proiezione del
cortometraggio
Walker, Renzo Ferrari.

Sempre sabato 24, a Chiavenna, alle ore 9.00, presso la
sala della Comunità Montana Valchiavenna si terrà la
proiezione di Cerchiamo Per Subito Operai, Offriamo...
alla presenza del regista e delle rappresentanze
sindacali.
La personale è accompagnata da un quaderno con una
raccolta di note critiche, interviste e schede dei film.

Nella sezione ‘’Aperture’’, per gli ‘’Incontri’’,
domenica 25, proiezione dei cortometraggi di alcuni
registi
della Provincia di Sondrio, esordienti o alle prime
armi.
Film di chiusura del Festival ed ‘’Evento Speciale’’,
uno dei capolavori di Robert Bresson, Pickpocket (1959),
presentato in versione restaurata.
Il MFF è organizzato dall'Associazione Culturale Zert ed
in questa VII edizione è stato realizzato con il
contributo della Regione Lombardia, della Provincia di
Sondrio e del Comune di Morbegno.

Biglietti d'ingresso: € 2,00 (ridotto per i sostenitori
dell'Associazione Culturale Zert € 1,00) per ogni fascia
di
proiezione - pomeridiana 15.00-20.00, serale
21.00-24.00.
CS


web: www.zert.it -
e-mail Ufficio Stampa: press@zert.it


GdS - 10 IX 05 - www.gazzettadisondrio.it

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