SEI SENATORI CONTRO LIVIGNO MA LA ZONA EXTRADOGANALE É GIUSTO CHE RESTI ALMENO FIN QUANDO RESTANO LE REGIONI A STATUTO SPECIALE CON I LORO PRIVILEGI ANACRONISTICI

Durissima la polemica del Comitato Cittadini Consumatori Valtellina , ma reagisce anche la CISL

Pubblichiamo in anteprima rispetto la normale uscita del giornale la nota del Comitato Cittadini Consumatori Valtellina di replica all’interrogazione presentata da sei senatori, evidentemente sprovvisti di cose più importanti di cui occuparsi, sulla zona extradoganale di Livigno.

Ci sembra giustissima la reazione del CCCVa, come quella della CISL, in attesa di quelle ufficiali giustamente non a caldo, e in attesa che anche la stampa provinciale colga l’importanza della cosa e l’interesse dell’intera provincia che si evitino rischi per la zona extradoganale che contribuisce notevolmente non solo alla prosperità di molti livignaschi ma anche all’occupazione e all’economia della provincia. Che ci sia da discutere è realistico convenire ma non prima che si discuta sugli anacronistici privilegi delle Regioni a Statuto Speciale, fatte salve solo, in parte, Sardegna e Sicilia.

Giustissima la satira sull’incredibile affermazione dei sei parlamentari secondo i quali ci sarebbe stato “l’avvenuto superamento degli ostacoli naturali” come se si fosse limato qualche centinaio di metri ai passi stradali, si fosse accorciata la strada, si fosse installato un maxi-riscaldamento per ridurre le temperature eccetera.

Di seguito la nota del CCCVa e, in appendice, il testo integrale dell’interrogazione.

LA NOTA DEL Cccva

COMITATO CITTADINI CONSUMATORI VALTELLINA : VIA LA ZONA EXTRA-DOGANALE DI LIVIGNO? SOLO DOPO CHE VENGANO ELIMINATI I PRIVILEGI DELLE REGIONI A STATUTO SPECIALE

Il quotidiano “Il Giorno”, sezione “Sondrio”, pagina 5 pubblica un articolo dal titolo “Interrogazione: Alcuni senatori hanno scritto a Padoa Schioppa – LIVIGNO DEVE TORNARE ZONA DOGANALE”.

Il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina si è procurato l’interrogazione che viene riportata in appendice,

Non si entra nel merito delle considerazioni addotte perché il tema richiederebbe, per essere esaustivo, ampio spazio, essendo assai complesso e la medaglia avendo due facce, non solo quella indicata dai sei senatori interroganti.

Si fa in premessa un solo accenno alla situazione di fatto in quanto ad una condizione socio-economica certamente cresciuta nel tempo, doviziosamente descritta nell’interrogazione, non corrisponde – silenzio assoluto al riguardo nell’interrogazione - l’eliminazione di fattori negativi rimasti e destinati a rimanere per via della condizione geografica di Livigno, al di là dello spartiacque, tanto che le sue acque non vengono di qua ma vanno nel Mar Nero. Occorre pertanto sopperire a questa omissione da parte dei sei senatori che anzi si sono lasciati andare ad una affermazione di avvenuto superamento degli ostacoli naturali che in loco non risulta le quote dei passi da valicare essendo rimaste inalterate, e così le distanze, e così le temperature invernali, e così i tempi di percorrenza ecc.

DA LIVIGNO ALL’ITALIA

Il livignasco (abitante di Livigno) che deve andare nel capoluogo, Sondrio, per sbrigare pratiche, per affari, in ospedale, nel collegio dove gli studenti delle Superiori devono andare non essendo possibile il pendolarismo, deve fare due passi alpini, il Foscagno a 2291 metri slm e il Passo d’Eira a 2208 metri slm. Diciamo due ore d’estate (qualcosina meno se stagionalmente si passa dalla Svizzera ma fin che la strada è aperta, comunque non di notte, per il Passo della Forcola a metri 2315 slm). Diciamo tre ore d’inverno, e peggio in certi momenti di tormenta o se ci si trova nei passi a meno trenta gradi ed oltre. Questo con mezzi propri. Con mezzi pubblici: autobus Livigno-Bormio; cambio: autobus Bormio-Tirano; treno Tirano-Sondrio. Durata: tra le tre ore e mezzo e le quattro. Andata. Altrettanti per il ritorno.

CONFRONTO

Quanto ci mettono gli interroganti per arrivare dalla loro residenza al capoluogo di provincia?

I senatori Ferrante e Ronchi vi risiedono.

Il sen. Bonadonna in meno di mezz’ora è in centro a Palermo.

Il sen. Confalonieri in 40 minuti è in centro a Milano.

Il sen. Ripamonti è a Cremona in circa un’ora (ma in 20 minuti a Lodi e in mezz’ora in centro a Milano).

Il sen. Galardi è l’unico “scomodo”, a un’ora e mezzo da Pisa (ma impiega meno per arrivare a Firenze, a Siena, a Grosseto, a Livorno).

Con mezzi propri. Agevole per quasi tutti l’uso di mezzi pubblici.

Comprensibile che non venga loro in mente il rovescio della medaglia per i livignaschi.

FORTI CON I DEBOLI, DEBOLI CON I FORTI?

Solo un accenno e manteniamo. Veniamo quindi alla sostanza che, di fatto sta nella chiosa dell’interrogazione là ove si adombra la necessità di interventi legislativi restrittivi.

Va brutalmente risposto ai sei senatori, e fatto presente al Signor Ministro a tanti altri interessati, che la loro iniziativa si caratterizza all’insegna del famoso detto “Forti con i deboli, deboli con i forti”, a meno che i sei senatori non usino lo stesso metro per una situazione che potrebbe essere definita analoga ma enormemente più rilevante. Una situazione che potrebbe essere anche definita scandalosa, quella delle Regioni a Statuto Speciale e dei loro privilegi. L’agitazione di Comuni confinanti con il Trentino e con la Val d’Aosta ha fatto emergere sperequazioni allucinanti, oltre a quelle che già si conoscevano.

La nostra è una sfida, precisa, puntuale. Se i sei illustri rappresentanti che siedono a Palazzo Madama non vogliono passare per “forti con i deboli” ma secondo giustizia evitare di essere “deboli con i forti” utilizzino il loro anelito di giustizia andando a vedere non solo il piccolo Livigno, ma quell’énclave d’oro, Casinò compreso, che è la Val d’Aosta, Il Friuli e soprattutto il Trentino-Alto Adige (Sicilia e Sardegna hanno qualche atout, sia pure parziale rispetto allo status attuale).

Tanto da parte del Comitato Cittadini Consumatori non per avere un qualsivoglia vantaggio, non perché “prezzolato” da Livigno, non per ragioni politiche ma sulla base di due elementi:

1) Come da sempre sostenuto i privilegi delle Regioni a Statuto Speciale sono un danno manifesto per una vera e propria regione alpina come è la Provincia di Sondrio;

2) Se per la situazione di Livigno ci possono essere aspetti su cui discutere, ribadito che non va usato un metro diverso rispetto a quelle Regioni è anche vero, che Livigno rappresenta fonte di sostentamento non solo per la comunità locale ma un contributo rilevante all’occupazione provinciale.

Domanda finale: come mai questi sei senatori, due soli lombardi, due romani (per residenza), un siciliano, un toscano, hanno avuto questa pensata?

(Domanda capziosa).

Per il Comitato Cittadini Consumatori: Alberto Frizziero

APPENDICE

L’interrogazione completa. Senato - Atto n. 4-01904 - Pubblicato il 9 maggio 2007 - Seduta n. 149

CONFALONIERI, FERRANTE , RIPAMONTI, GALARDI, RONCHI, BONADONNA - Interrogazione al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

il territorio di Livigno fu dichiarato zona extradoganale con la legge 17 luglio 1910, n. 516. La relazione con cui l'allora Ministro delle finanze Arlotta presentò il disegno di legge alla Camera dei deputati, dopo aver spiegato le condizioni di isolamento territoriale del Comune di Livigno e l'estrema povertà dei suoi pochi abitanti, esprimeva la certezza relativamente alla convenienza finanziaria del disegno proposto perché se il Governo avesse dovuto in seguito trasportare la sua linea doganale sul confine politico per comprendervi il territorio di Livigno, la spesa sarebbe stata di oltre 50.000 lire, a fronte di una entrata di appena un migliaio di lire. La franchigia da sanzionarsi a Livigno fu ritenuta, quindi, ugualmente utile ai cittadini livignaschi quanto economica per lo Stato. Lo Stato si riservava quindi piena libertà, per l'avvenire, di estendere al comune di Livigno il regime generale, quando le mutate condizioni di viabilità lo avessero reso opportuno. La legge 516/1910 estese la franchigia al dazio di consumo e ai generi di privativa dello Stato;

oggi le condizioni di isolamento territoriale non sussistono più, grazie anche alla legge 11 giugno 1954, n. 384, e alla successiva legge 1° novembre 1973, n. 762, che, istituendo un diritto speciale a favore del Comune di Livigno sui generi che fruiscono di particolari agevolazioni fiscali, hanno permesso di reperire i fondi necessari alla realizzazione di opere viarie che attualmente collegano questa zona al resto del paese;

contemporaneamente al superamento degli ostacoli naturali, negli ultimi venti anni si è assistito ad una profonda trasformazione socio-economica del paese e a uno sviluppo turistico-commerciale che ha trasformato Livigno in una stazione di richiamo internazionale, grazie anche ai facili collegamenti con la Svizzera e con il centro-Europa;

considerato, inoltre, che:

è ormai estremamente urgente ed opportuno conoscere l’evoluzione del regime doganale del Comune di Livigno (Provincia di Sondrio), anche in relazione alla sopravvenuta realtà ordinamentale comunitaria, nonché a fronte delle profonde trasformazioni socio-economiche intervenute su tale territorio;

il regime di extradoganalità di Livigno e, più precisamente, gli innumerevoli negozi che offrono la possibilità di acquistare una serie di prodotti esenti da IVA e da tasse doganali (sigarette, tabacchi, liquori, apparecchi fotografici e audiovisivi, benzina, eccetera) costituiscono l'attrazione principale del turista della domenica e le convenienze determinate da contingenti di merci, del tutto giganteschi e anomali rispetto al fabbisogno degli abitanti, determinano un pervasivo traffico commerciale;

la convenienza di approvvigionamenti di carburante, oltre ad essere associata all'attrattiva turistica di Livigno, attira un flusso annuo dell’ordine di 20.000 motrici che da tutta la Valtellina vi si recano vuote per riempire serbatoi spesso maggiorati o complementari, anche per acquistare carburanti destinati al riscaldamento di edifici, particolarmente in alta Valtellina;

la situazione sopra descritta, oltre a non conciliarsi con la scrupolosa tutela dell’erario in una fase generalizzata e stringente di rigore fiscale, facilita l'evasione ed è causa di sperequazioni rispetto ad attività commerciali in zone limitrofe, senza considerare i devastanti effetti inquinanti sul delicato ambiente alpino, e di preoccupante degrado ambientale a scapito della popolazione locale, in seguito alle code interminabili di vetture e di camion, le quali rendono altresì difficoltosi gli spostamenti di coloro che invece transitano sulla strada statale 301 del Foscagno per motivi di lavoro e di studio o per casi di urgenza,

si chiede di sapere:

in relazione ai contingenti di merci in importazione, quale sia il loro attuale ammontare per ogni categoria merceologica;

in relazione alla problematica dei depositi di merci estere, per quale motivo nessun provvedimento restrittivo sia stato emanato, anche in attuazione di quanto stabilito dall’articolo 15 del Testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43 e successive modificazioni, il quale attribuisce al Ministro dell'economia e delle finanze la facoltà di vietare i depositi di merci estere, o, comunque, di limitarli ai bisogni degli abitanti;

quale sia l’ammontare dei diritti speciali il cui versamento al Comune di Livigno è previsto dalla legge 726/1973;

se, in relazione ai fatti riportati in premessa dagli interroganti, si sia provveduto ad avviare le necessarie indagini e ad adottare le conseguenti misure e provvedimenti finalizzati a regolamentare in maniera più adeguata la legislazione relativa al territorio extradoganale del Comune di Livigno.

Comitato Cittadini Consumatori: Alberto Frizziero
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