DALL’ALER DI SONDRIO : 18 LUGLIO 1987. INIZIO CALAMITÀ. TARTANO, E POI IL RESTO. - 28 LUGLIO 1987. S. ANTONIO MORIGNONE, COME PIURO NEL 1618). MA IL 23 DICEMBRE DELLO STESSO ANNO CI SONO LE CASE PER CHI L'HA PERSA. UN RECORD VALTELLINESE. MA PERCHE' N

Premessa – 1) Pro-memoria – 2) La reazione – 3) Fase amministrativa da record – 4) La fiducia di Montanelli ben riposta - 5) I fattori di un simile risultato – 6) Il sistema costruttivo – 7) I costi – 8) La voce dei Sindaci – 9) Un merito

Con il titolo “18 luglio 1987. Inizio calamità. Tartano, e poi il resto. - 28 luglio 1987. S. Antonio Morignone, come Piuro nel 1618)” l’ALER di Sondrio ha diffuso una nota che merita di essere ripresa tal quale.

PREMESSA

20 anni dalla calamità.

Fra i ricordi anche un unicum: le case costruite a tempo di stra-record, con le chiavi consegnate il 23 dicembre dello stesso anno.

SI TRATTA DI UNO STRAORDINARIO RISULTATO MAI ACCADUTO IN OCCASIONE DI EVENTI CALAMITOSI IN ITALIA. Avrebbe potuto – e lo potrebbe ancora oggi – essere un modello di riferimento per evitare anni di residenza impropria a quanti hanno perduto la casa.

Si invia il presente appunto per tempo in modo che vi sia la possibilità, per chi volesse rendersi direttamente conto, a Fusine o Torre o Sondalo, di verificare la qualità delle abitazioni, realizzate dall’IACP e con costi ridotti, a 20 anni di distanza.

A disposizione per quanto eventualmente necessario e per materiale fotografico.

1) PRO-MEMORIA

Vent’anni fa il disastro. Sabato 18 luglio, inizio della calamità dopo giorni di intensa pioggia. Un pluviometro nei pressi di Sondrio registrò addirittura 305 mm in 24 ore, come a dire in un metro quadrato 300 litri di acqua. Per molto, molto meno, circa 70 mm caduti in 24 ore a Roma e nel Lazio, si era parlato di eccezionalità, da parte di tutti. Per la Valtellina, nei primi giorni – poi prevarrà il buon senso sorretto da dati e documenti -, nei mass media nazionali si parlerà di disboscamento e lottizzazioni selvagge.

Sabato pomeriggio il territorio si arrende. Significativo che i guai avvengono quasi simultaneamente in località distanti fra loro, segno evidente della causa comune. L’attenzione è su Tartano dove un vorticoso fluire di acqua e fango investe un condominio che fa prima da diga e tappo e poi cede alla pressione causando un’ondata che investe l’albergo sottostante, il “Gran Baita”, che prende il nome da una grande baita che sorgeva in loco da secoli, e quindi in posizione sicura.Morti e dispersi. A Piateda, nei pressi della frazione Buffetto è successo di tutto ma per fortuna con soli danni alle cose. E’ l’inizio di un cataclisma che travolgerà tutto il territorio, in particolare quello alle cui spalle ci sono ghiacciai. Lo zero termico, per complicare le cose, è infatti altissimo. Sul Bernina, a 4050 metri di quota, un fenomeno rarissimo: piove. L’acqua parte dalle alte cime, precipita a valle portando con sé enormi quantità di materiale solido. Quello che riempirà l’alveo del Mallero nella parte cittadina, così come in Svizzera, a Poschiavo, dato che il maltempo non riconosce i confini di Stato. Il resto nelle cronache

2) LA REAZIONE

Nella prima fase c’è solo da difendersi. Nella notte del 18, nel 19, nel 20, cioè nei momenti cruciali, quando le notizie – quelle che possono arrivare da dove i telefoni funzionano ancora o attraverso i radioamatori – di frane, allagamenti, crolli, ponti distrutti o inagibili, strade interrotte, si susseguono a ritmo incalzante, un esercito di gente che nei cromosomi ha la memoria della dura vita del montanaro, cerca di salvare il salvabile, e in gran parte ci riuscirà. Tutti a fare il loro mestiere, chi con gli stivaloni da pescatore nel fango, chi nelle ruspe o negli altri mezzi meccanici, chi a tamponate la falle del territorio, chi a cercare di ripristinare telefoni e elettricità, chi a occuparsi delle strade interrotte. Chi nel centro pulsante, e funzionante in maniera encomiabile, della Prefettura, chi nelle altre sedi, istituzionali o di servizio. E anche chi pensa al dopo, il caso dello IACP, oggi ALER. C’è infatti la gente che ha perso la casa: quando sarà possibile tirare le somme il responso sarà di 341 abitazioni distrutte e 1545 danneggiate. Troppe volte le vittime di eventi calamitosi in Italia hanno avuto per lunghi tempi per casa una tenda, poi una roulotte, poi magari un mefitico container. Quello scenario, si dice, in Valtellina non deve riproporsi. Ed ecco una cosa incredibile nel panorama dei disastri nazionali: le case a tempo di record.

3) FASE AMMINISTRATIVA DA RECORD

Seguiamo metodologia e calendario..

- Sabato 18 luglio è iniziato il finimondo.

- Lunedì 20 l’assessore regionale ai LL.PP. ing. Gianni Verga chiede all’IACP di Sondrio una valutazione sui danni al patrimonio edilizio pubblico.

- Martedì 21 il Presidente dell’IACP fornisce le prime notizie, solo per i Comuni raggiungibili telefonicamente (diffuse le interruzioni delle linee).

- Martedì 22 l’ing. Verga chiede al C.E.R. un intervento straordinario ex lege 457 con una prima quantificazione..

- Il giorno 27, lunedì, a Sondrio seduta conclusiva dell’emergenza acuta a Palazzo del Governo. Il Ministro Zamberletti parte per Roma per il varo di un Decreto Legge. Ma purtroppo non è finita.

- Alle 7.30 dell’indomani, martedì 28, come su Piuro nel 1618, la montagna si abbatte su S. Antonio Morignone seppellendo l’intero paese.. La zona è evacuata, muoiono però alcuni operai al lavoro sulla strada e, a 800 metri di distanza dall’ultimo sassolino della immane frana, sparisce la parte della frazione di Aquilone sotto la statale, con una trentina di morti. Sbarrata la valle, si formerà un lago con la paura per chi sta sotto. Per mesi se ne parlerà in tutto il mondo, con la diretta TV della tracimazione controllata che poco alla volta farà sparire il lago.

- Lo stesso martedì 28 l’ing. Verga sollecita la convocazione urgente dell’esecutivo del C.E,R., trasmettendo le richieste di dettaglio. A Sondrio si è in movimento.. L’arch. Pelizzatti, della Zecca spa: “Ricordo una telefonata dell’ing. Bordoni, direttore dello IACP, che mi diceva “ci sono famiglie senza tetto, vogliamo intervenire subito come Istituto, il nostro sogno è insediare queste famiglie per Natale in case nuove, vere e definitive”. Io ero scettico che fosse possibile in così breve lasso di tempo ma diedi la disponibilità e ci mettemmo all’opera”.

- Il 4 agosto la Giunta regionale adotta una delibera di localizzazione.

- Il 5 viene convocato l’esecutivo del C.E.R.

- Venerdì 7 la riunione. L’assessore Verga, sulla base delle indicazioni fornite dall’IACP, presenta una relazione dettagliata, distinta in due fasi. L’esecutivo assegna all’IACP 10 miliardi affidando la localizzazione alla Regione.

La solerzia ha contagiato tutti.

- Mercoledì 12 agosto, in clima ferragostano, c’è il Decreto conclusivo del Ministro. Fa sorridere la norma di rito che se entro tre mesi non verrà presentato il programma di intervento il finanziamento verrà revocato. Alla scadenza dei tre mesi infatti le case saranno già al tetto.

- Venerdì 14, vigilia di Ferragosto, il CdA dell’IACP decide gli interventi a Fusine, Torre, Sondalo. L’Ufficio tecnico predispone il necessario.

- Giovedì 20 agosto pertanto è già possibile indire la gara a trattativa privata. Un mese e un giorno dopo l’inizio della calamità,

- Sabato 29 agosto, sono assegnati i lavori. A Fusine si comincia subito, a Torre dopo qualche giorno, A Sondalo un po’ più tardi per via dell’acquisizione dei terreni.

4) LA FIDUCIA DI MONTANELLI BEN RIPOSTA

Aveva ragione Indro Montanelli (brano finale del suo articolo di fondo in Appendice) a riporre fiducia nei valtellinesi, compreso quello ad honorem, ing. Verga.

Il 23 dicembre infatti, antivigilia di Natale, in una mattinata tersa ma molto sottozero, prima a Fusine, poi a Torre S. Maria - Sondalo seguirà dopo qualche settimana -, il Presidente dell’IACP Bordoni, presenti il Consiglio, il Direttore ing. Bordoni, l’Ufficio Tecnico, con i Sindaci Compagnoni (Fusine) e Parolo (Torre) consegna le chiavi. La gente ha di nuovo una casa, e che casa! Un risultato, cui nessuno pensava, modello per il Paese. Eppure l’Italia non lo saprà per via del silenzio totale dei mass-media, rotto soltanto da Gad Lerdner che aprì la trasmissione “Milano Italia” in diretta da Sondrio proprio sottolineando questo incredibile risultato.

5) I FATTORI DI UN SIMILE RISULTATO

Sono tre i fattori di un simile risultato.

1) Procedura

2) Istituzioni

3) Esecuzione

1) Metodologia e calendario descritti in precedenza sono stati fondamentali

2) Le Istituzioni hanno un ruolo importante nella definizione dei cari aspetti, mentre tocca ai Sindaci il reperimento, rapido, delle aree e la semplificazione di allacciamenti ecc.

3) Uso di tecnologie che abbinano rapidità e qualità dell’intervento con costi accettabili.

6) IL SISTEMA COSTRUTTIVO

Dei primi due punti si è detto. Quanto al terzo nel nostro caso si è trattato di un sistema di prefabbricazione integrale a triedro. Un brevetto della società Zecca già dal ’74, si basa sull’utilizzo di un sistema tridimensionale pesante, il triedro, che viene aggregato insieme ad altri componenti bidimensionali a costituire l’edificio. Esce dalla produzione finito con impianti di riscaldamento ed elettrico già predisposti. Da notare l’uso di legno per balconi e serramenti e ardesie per i tetti (Torre). Sotto il profilo della qualità è significativo che il sistema sia stato scelto, a fianco, da privati che pure non avevano esigenze di rapidità di esecuzione.

7) I COSTI

Significativa la voce costi.

Riassumendo abbiamo 7 alloggi con 7 autorimesse sia a Fusine che a Torre , 12 più 12 a Sondalo. 1845 mq di superficie utile totale, 802 di non residenziale per cui complessivamente 2326 mq pari a, in superficie commerciale 2676 mq.

Il costo totale 1.700.000.000, di cui 1390 milioni per la costruzione, 69,050 spese tecniche e generali, area 176,250, 17 per urbanizzazioni, 6 per le prospezioni oltre a 41,700 di IVA.

Il costo di costruzione per mq 597.600, per mq commerciale 519.000, il costo medio per alloggio, box compreso 53.461.000.

Il costo di costruzione per mq 730.800, per mq commerciale 635.300, il costo medio per alloggio, box compreso 65.384.000.

8) LA VOCE DEI SINDACI

Sandro Sozzani, allora Sindaco di Sondalo: Sondalo subì danni ingentissimi, andarono distrutte abitazioni, strutture pubbliche, acquedotti, depuratore, subì gravi danni soprattutto la viabilità. La tempestività con la quale l’intervento, promosso e realizzato con sollecitudine davvero encomiabile, dall’IACP, riducendo praticamente a zero le perdite di tempo, spesso eufemisticamente definite burocratiche, è fatto inconsueto. Ne va dato atto con soddisfazione.

Licio Compagnoni, allora Sindaco di Fusine: Oltre il 20% delle case furono danneggiate. La popolazione rimase sconvolta da questa situazione, Intervenire con una proposta che in tempi brevi avrebbe risolto concretamente il problema di queste persone diede anche un senso di speranza e di certezza e di fiducia nelle Istituzioni L’intervento edilizio di Fusine è chiara testimonianza di come la macchina istituzionale abbia funzionato, segnando il superamento della fase di emergenza.

Sirio Parolo, allora Sindaco di Torre S. maria: Il danno è stato modesto con sette abitazioni distrutte e ventidue danneggiate, ma sulla testa c’è una enorme frana che rende agibile solo in modo condizionato buona parte dell’abitato. Siamo entusiasti per essere riusciti a dare una casa confortevole a chi era rimasto senza.

9) UN MERITO VALTELLINESE MA UN MODELLO PER TUTTI

In occasione, nel 1988, del 50° dell’IACP di Sondrio vi fu a Bormio dal 29 settembre al 1 ottobre con l’intervento anche del Ministro dei LL.PP. Ferri il riuscito Convegno nazionale “La soluzione dei problemi abitativi dell’emergenza”. Si dimostrò allora, Valtellina docet, come in occasione di eventi calamitosi si potrebbero risolvere senza alloggi di fortuna tipo containers, in tempo rapido, a costi accettabili e anche per alto numero di alloggi seguendo le procedure indicate, con idonei protocolli di intervento, tecnologie adatte, i problemi della gente che la casa l’ha persa.

APPENDICE

MONTANELLI, ARTICOLO DI FONDO, 24 LUGLIO

24 luglio, uno dei titoli di giornale: “Un’alluvione di polemiche”, tanto per cambiare.

Indro Montanelli dedica lo stesso giorno il suo articolo di fondo alla Valtellina. Stanziamo i soldi, scrive, ma “diamoli ai valtellinesi. Sono gli unici che sanno come spenderli per le loro valli e che forniscono garanzia di non rubarli. E’ gente che merita, come a suo tempo la meritarono i friulani, la nostra fiducia. Il coraggio, la compostezza, la misura, la dignità con cui hanno saputo reagire alla catastrofe, sono, o dovrebbero essere, un esempio per tutti. Ieri, davanti allo spettacolo che la televisione ancora una volta ci proponeva di quei costoni mangiati dalla frana, di quegli squarci aperti dai torrenti impazziti nella carne viva della terra, , di quei desolati sudari di fango, mi è venuto fatto di pensare quanto ci piacerebbe sentirci italiani se l’Italia fosse, anche sommersa, tutta Valtellina”.

Indro Montanelli

DALLA RIEVOCAZIONE DELL’EVENTO, SVILUPPATA DALL’ALER PER UNA RIVISTA NAZIONALE

VENT’ANNI FA IL DISASTRO

Sono passati 20 anni. Il ricordo che segue non ha carattere storico o cronistico. Descrive come si è operato fra durissime difficoltà per trasmettere un’esperienza di cui si possa far tesoro – scongiuri del caso! - in simili frangenti. Il ricordo di un disastro, senza paragoni nella storia, che allora colpì Valtellina e zone adiacenti, ecologicissime valli svizzere comprese.

Per i metereologi lo scontro fra correnti fredde dall’Islanda e quelle calde dalle Azzorre aveva determinato un grande vortice ciclonico. Visibilissimo. Sulle nostre teste col terreno non più in grado di assorbire la pioggia. Sabato 18 luglio l’incubo è documentato dai pluviometri. Uno di questi, in quota nei pressi di Sondrio, con precipitazioni annuali tra i 1500 e i 1600 mm (circa 1000 nel capoluogo), registrò ben 305 mm d’acqua in sole 24 ore. Lo zero termico era (!) oltre i 4.000 metri. Niente neve, neppure ai 4050 metri del Bernina. Acqua tanta, un diluvio. Acqua che partiva dall’alto rompendo l’equilibrio delle morene, trascinando a valle imponenti quantità di materiale solido. La Valtellina, valle trasversale tra le Prealpi Orobie e le Alpi Retiche con la Valchiavenna ha un territorio di 3120 kmq. ricco di acque, 1533 km di fiumi e torrenti. Nei 125 km dell’Adda valtellinese confluiscono 105 affluenti che, a loro volta, ricevono una miriade di torrenti delle convalli, con pendenze molto accentuate, tali da determinare un effetto devastante nel fondo valle. Il territorio per giorni e giorni resiste e resiste ma sabato 18 luglio, intorno alle 17 comincia a cedere, significativo, in due posti diversi sulle Orobie distanti oltre 20 km. Il primo, in comune di Piateda, non attira l’attenzione: solo danni materiali. Invece a Tartano una massa d’acqua e fango, travolge un condominio e porta distruzione e morte in un albergo, “La Gran Baita”, luogo di una baita secolare. E’ solo l’inizio di quella che per la terribile inclemenza del tempo che non conosce soste presto assume le dimensioni di una catastrofe. Nella notte arriva, in un tratto a guado, il Ministro Zamberletti. Chiama l’esercito ma non si passa neppure dalla Svizzera dato che il vortice ciclonico non rispetta i confini di Stato. Nell’isolamento é il momento degli elicotteri, per i quali vi sono i sensi unici. Troppi in volo, anche 65. Si salva Sondrio attraversata dal torrente Mallero che con 600 metri cubi al secondo ha intasato l’alveo nel paio di km della parte cittadina con almeno un milione di metri cubi di materiale. Si salva perché 19 grandi cucchiai asportano in continuazione, giorno e notte il materiale, sempre sul filo della tracimazione. Ma la lotta con gli elementi scatenati ferve ovunque, tutti gli uomini validi in trincea a cercare, e ci riusciranno, di ridurre le conseguenze. Quando sarà possibile tirare le somme il responso, a parte ponti, strade, ferrovia e quant’altro, sarà di 341 abitazioni distrutte e 1545 danneggiate. Questo il quadro, tragico. Giorni di lotta e di apprensione ma nessuno con le mani in mano. Neanche all’IACP di Sondrio, neanche al Pirellone, Lavori Pubblici, ufficio dell’assessore.

NESSUNO CON LE MANI IN MANO

Nessuno con le mani in mano dunque. Tutti in trincea, chi a spalare, a demolire, a ripristinare telefoni e strade e ferrovia, chi a una scrivania con un telefono bollente.

ALER Sondrio


DOCUMENTAZIONE METEO

Da 3bmeteo

Testo e grafica a www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-958.htm

Carta barica a 500hp relativa a quei giorni

“Nella seconda meta di Luglio del 1987, in un periodo caratterizzato dalla presenza sul Mediterraneo centro meridionale di una vasta cellula anticiclonica che ha radici profonde sull'oceano Atlantico, correnti molto fredde di diretta origine artica si tuffano dall'Islanda verso sud. L'ostacolo sulla Spagna e sul Mediterraneo occidentale costituito dalla presenza dell'anticiclone delle Azzorre, costringe queste correnti molto fredde ad effettuare una manovra diversiva dirigendosi verso l'Inghilterra”.

Da MeteoComo

Testo e grafica a www.meteocomo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=37&Itemid=42

L'esondazione del Lago di Como nel luglio del 1987

“Nella seconda decade del mese di luglio del 1987 un'incessante pioggia torrenziale colpisce la Valtellina: venerdì 17 cadono 305 millimetri di pioggia, vale a dire circa un quarto dell'acqua che normalmente cade in valle in un intero anno.

L'inondazione che ne deriva colpisce tutti i comuni della valle, distrugge ponti e strade ed isola completamente la zona; anche il Lario naturalmente ne risente tanto che nei giorni successivi raggiungerà la quota di 265 cm. sopra lo zero idrometrico, vale a dire 145 cm”.

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