Impianti valtellinesi che cambiano padrone. Presentate le offerte per Edison. In campo AEM, AS; e Endesa

E intanto l'AEM fa i conti

È scaduto il termine per le offerte vincolanti ma per
conoscere il futuro assetto di Edison - subentrata nella
proprietà degli impianti ex Falck e poi Sondel che danno tra
il 15 e il 20% della produzione provinciale -  bisognerà aspettare
almeno fine mese. Consegnate dunque ufficialmente le offerte
di Asm di Brescia, il cui presidente Renzo Capra si è
incontrato proprio nei giorni socrsi con il presidente di
Edf Pierre Gadonneix, e di Aem di Milano. La prima ha
ottenuto il via libera dal Comune (primo azionista col
69,2%) a un aumento di capitale - «prevalentemente riservato
a investitori industriali e istituzionali» - per finanziare
l'eventuale acquisto del 40% di Italenergia (la holding che
controlla Edison) al quale si aggiungerebbe un finanziamento
bancario. Il cda inoltre «non ha escluso l'eventuale e
successivo ingresso di altri soci nell'operazione». Asm
infatti ha formulato al gruppo francese un'offerta che le
lascia ampli margini di manovra ed è ormai certo che suo a
fianco scenderanno in campo il partner spagnolo Endesa e, in
misura minore, la Trentino servizi e la Dolomiti energia.
Aem dal canto suo ha formulato un'offerta per il 42% della
holding di Foro Bonaparte insieme a Enìa e Sel e con il
supporto di Mediobanca. Ma nei giorni scorsi il numero uno
di Aem Giuliano Zuccoli ha avuto parole di rispetto e di
apertura verso Brescia: «I rapporti con l'Asm sono ottimi e
non si devono leggere come un confronto tra la Leonessa
d'Italia e il capoluogo lombardo ma come un confronto tra
due aziende, in una logica coerente con un piano
industriale». Infine Endesa, l’unica a non essere uscita
allo scoperto per chiarire se l'offerta per il 100% sarà
fatta attraverso la società italiana - di cui Asm ha il 20%
- e il suo ruolo nell'offerta parziale di Asm.


AEM MILANO CON I CONTI IN ORDINE

Intanto l'altra società di interesse nostro per via degli
impianti che danno quasi il 50% della produzione
provinciale, fa i conti.

Aem Milano ha visto crescere fortemente nel 2004 il proprio
fatturato e il risultato operativo netto, anche l'utile è in
lieve rialzo anche grazie alle cessioni fatte. E' quanto
emerge dall'esame del Cda della multiutility guidata da
Giuliano Zuccoli che ha approvato il bilancio consolidato e
i risultati di Aem spa. Da esso emerge che i ricavi
consolidati al 31 dicembre 2004, hanno raggiunto i 1.816
milioni di euro, in crescita del 30,5% rispetto
all’esercizio 2003. La positiva dinamica del fatturato è
principalmente attribuibile al significativo incremento dei
volumi di energia elettrica venduta che hanno raggiunto i
14.078 milioni di chilowattora (+103,9%). Il significativo
sviluppo dell’attività commerciale è stato sostenuto -
rileva una nota - dall’espansione dell’attività produttiva a
cui ha contribuito il nuovo ciclo combinato ad elevata
efficienza da 400 megawatt, installato presso la centrale di
Cassano d’Adda e in esercizio dal mese di novembre 2003, e
l’entrata in operatività dei contratti che conferiscono al
gruppo Aem il diritto di utilizzo del 20% della capacità
elettrica installata presso le centrali di Edipower. Le
vendite di gas metano, sono state pari a 1.110 milioni di
metri cubi. Al netto delle vendite di gas realizzate
nell’esercizio 2003 a favore di Edipower, per complessivi
414 milioni di metri cubi, le vendite a clienti finali del
periodo in esame risultano in diminuzione del 2,7% rispetto
all’anno precedente per effetto delle temperature elevate
registrate nell’ultimo trimestre dell’anno. Nell’esercizio
in esame le attività relativa al settore teleriscaldamento e
calore e ai servizi di facility management hanno registrato
un fatturato pari a 85,4 milioni di euro (72,6 milioni di
euro nel precedente esercizio). Le vendite di calore sono
cresciute nel periodo del 4,7%. L’utile prima delle
componenti straordinarie risulta pari a 208,2 milioni di
euro e segna un incremento del 1,7%. All’assemblea dei soci
verrà proposta la distribuzione di un dividendo unitario di
5,3 centesimi di euro per azione, in crescita del 6,0%
rispetto all’esercizio precedente.

Red


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