ESEMPLARE INTERVENTO-SIMBOLO AREU

Neonato di 28 settimane a cuore fermo.Massaggio cardiaco con un dito e via in elicottero. Ce l'hanno fatta. Bravi!

La dott.ssa Cristina Corbetta, responsabile Ufficio Comunicazione AREU ha segnalato un evento meritevole di attenzione, che riguarda il soccorso di un bambino prematuro (28 settimane) in arresto cardiaco, con l'attivazione, da parte dei volontari, di manovre rianimatorie  che  sono evidentemente delicatissime in un bambino così piccolo (il massaggio cardiaco deve essere fatto soltanto con un dito, per esempio).

La nuda cronaca
Pozzo d'Adda (Milano) alle ore 7.42 di questa mattina chiamata da una casa privata  per un parto prematuro (28 settimana) di un bambino in evidenti difficoltà respiratorie. La sala operativa 118 di Milano invia immediatamente sul posto l'ambulanza e i soccorritori iniziano subito le manovre di rianimazione (massaggio cardiaco e ventilazione), guidati al telefono dalla Sala operativa di Milano.
Intanto si attiva la rete di soccorso neonatale, viene inviato l'elisoccorso dalla base di Milano. Arrivato sul posto, il medico rileva la ripresa dell'attività respiratoria autonoma. Mamma e bimbo (coricato sulla pancia della mamma) vengono portati a bordo dell'elicottero e inviati all'ospedale di Lecco, dove l'equipe neonatale è pronta ad accoglierli.

Il commento
La notizia ha commosso e la segnalazione della dr.ssa Corbetta ha avuto, per quel che ci riguarda, immediato seguito con la decisione di pubblicare quanto sopra. Si sa che fa più rumore un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce. Si sa che le assoluzioni non fanno notizia e che lo fanno le condanne, anzi addirittura l'informazione di garanzia. Si sa che tanti pensano di vendere con i titoloni dimenticando la storia del “al lupo, al lupo”. Si sa che lo sguardo piomba su chi sbaglia, dolosamente o colposamente, anche se per uno che cade ci sono tanti in piedi, tanti che fanno il loro dovere. Tanti poi, specie nella sanità, che generosamente rispondono ai principi delle 'opere di misericordia', siano essi credenti o no. A noi, come a molti, invece i titoloni non piacciono, non per questioni soggettive, ma per formazione e principi. Facciano eccezione, e usiamo il maiuscolo ma non per quanto sopra bensì pensando a quella mattina, a quella mamma, a quei genitori, a quei soccorritori, a quel bambino per il quale si mettano via le cronache di questi giorni, messaggio per lui quando sarà grande e potrà essere esempio vivente da seguire.

Degno di nota