LA SCOMPARSA DI GIUSEPPE SONGINI, MAESTRO DEL LAVORO 11 7 30 66

Lunedì 1 agosto 2011. La Collegiata di Sondrio è gremita nonostante il periodo feriale e quindi le molte assenze in città. L'arciprete Mons. Zubiani celebra la Messa funebre per Giuseppe Songini che appena 15 giorni prima aveva compiuto 84 anni. C'è la gente della sua Valmasino, anche se da decenni risiedeva a Sondrio, ci sono amici, estimatori nonché "quelli delle acque", quelli cioè che nella loro battaglia per le acque hanno avuto Songini quale punto di riferimento in una con il suo libro "L'energia elettrica in provincia di Sondrio" pubblicato dal BIM nel 1985.

Come scrive nella prefazione "L'attività lavorativa presso la Società Vizzola, prima, e l'ENEL, poi, mi ha consentito di conoscere e memorizzare dati e notizie riguardanti gli impianti elettrici presenti sul territorio della provincia di Sondrio Motivo di ricerca e di raccolta di documentazione su detti impianti è stata anche la partecipazione a campagne divulgative nelle scuole in ordine ad alcuni problemi energetici".

In realtà le cose non sono andate proprio così, o comunque 'solo così' perché l'attività professionale (dal 1949 al 1985, alla Vizzola nella distribuzione e poi all'ENEL come capo dell'ufficio tecnico) lo ha certo aiutato ma solo fino a un certo punto, in quanto dietro a quelle 230 pagine c'è stato un impegnativo e faticoso lavoro di ricerca e di dati e anche di materiale fotografico.

Ne sono testimone.

Incontrandoci mi informò del lavoro che stava facendo e quanto fosse impegnato me lo dimostrò il fatto che fosse a conoscenza di quello che avevo scritto in materia idroelettrica, tre pagine intere sul Corriere della Valtellinae una serie di articoli. Gli feci vedere una delle mie tesine allegate alla tesi, quella che trattava l'argomento che importava a noi in quanto riguardava il diagramma di base della produzione idroelettrica su cui si innestano in particolare gli impianti a bacino come i nostri per soddisfare le richieste di punta.

Dopo un po' di tempo venne al BIM e mi consegnò una copia dattiloscritta del lavoro per due ragioni. La prima che vedessi se avevo qualche osservazione o eventuali ulteriori elementi da fornirgli, la seconda se il BIM avrebbe potuto acquistarne una cinquantina di copie in modo da cooperare al pagamento delle spese tipografiche. La risposta lo sconcertò perché a bruciapelo gli risposi "non se ne parla neanche" anche con un tono ultimativo che lo lasciò visibilmente sconcertato come il suo volto, di una trasparenza e di una serenità unica indicava. Lo sconcerto però finì subito per quello che aggiunsi e cioè che era del tutto assurdo che i valtellinesi non avessero nessuna pubblicazione che descrivesse organicamente gli impianti idroelettrici e le reti di trasporto. Quanto ai corsi d'acqua almeno per quelli c'era il Piano del BIM però relativo alla sola asta dell'Adda e quindi alla sola Valtellina. Due sole persone avevano allora la documentazione idroelettrica completa, mio padre ing. Luigi e il geom. Leoni del Genio Civile, padre dell'arch. Sergio. Era una cosa del tutto assurda e l'occasione andava colta. L'editore di questo libro, gli dissi, lo dive fare il BIM. Il mio mandato stava scadendo per cui toccò al mio successore procedere e, nel luglio del 1994 presentarlo e poi diffonderlo in provincia. Ancora oggi è uno strumento preziosissimo che avrebbe solo bisogno di un aggiornamento per gli impiantini dei piccoli salti nel frattempo realizzati.

S'è detto del libro ma non si può non ricordare i suoi reiterati interventi sul problema delle contropartite da parte dei produttori idroelettrici che per giustizia il nostro territorio avrebbe dovuto avere anche con ripetuti confronti con la situazione elvetica.

Il ricordo di una persona dunque che ha meritato servendo in modo degno la sua Valle, la sua terra.

Alla consorte Lidia, alle figlie Chiara, Daniela, Paola e rispettive famiglie il nostro cordoglio.

a.frizziero

a.frizziero
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