VOGLIONO IL REFERENDUM SULL'AUTONOMIA I POPOLARI RETICI. VEDIAMO I PRECEDENTI, ISTITUZIONALE E POPOLARE 12.1.10.33

I Popolari Retici hanno presentato in Provincia la richiesta di referendum, previsto dallo Statuto che precisa che la richiesta debba essere fatta almeno da cinque Consigli Comunali che abbiano complessivamente una popolazione superiore ai 9000 abitanti, cosa raggiunta con le delibere dei Comuni di Caiolo, Cosio, Faedo, Fusine, Piuro cui ne segue ne un'altra decina già pronunciatisi.. Il tema: Volete che venga riconosciuta alla vostra terra l'autonomia che le spetta e che sia conservato il suo presupposto mediante il mantenimento della provincia?

E' il primo caso che si presenta per cui c'è una certa curiosità nel vedere come andranno le cose.

Sull'esito, se si vota, nessun dubbio. Identità valtellinese e autonomia sono temi molto sentiti anche se vale la pena di ricordare, ai pochi che hanno vissuto quella stagione istituzionale e ai molti che la ignorano, due precedenti in materia di autonomia, quello istituzionale e quello popolare.

Istituzionale

Quello istituzionale riguarda la Comunità Montana di Valtellina, unica con 2620 kmq di territorio. oltre 150.000 abitanti, 65 Comuni. Ripubblicheremo tre capitoli del Libro sugli eventi si un quarantennio in e della lla Valtellina per documentare la sintetica affermazionedi cosa avevamo allora a portata di mano, una vera autonomia, compatibile con l'ordinamento vigente. Ci riferiamo a un Ente che aveva ò'eccezionale potestà di condizionare piani e programmi degli Enti operanti sul territorio che avrebbero dovuto essere loro ad adeguare i loro piani e programmi a quanto deciso. Dove? In Comunità Montana, quella unica di Valtellina, ope legis. Era infatti la legge 1102/1971 ad attribuire tale possibilità:

"Al piano di sviluppo economico-sociale della zona, così formulato, debbono adeguarsi i piani degli altri enti operanti nel territorio della Comunità". "redigere piani urbanistici, di cui si dovrà tener conto nella redazione dei piani generali di bonifica, dei piani regolatori e dei programmi di fabbricazione che i comuni sono tenuti ad adottare".

E' il vero elemento di novità concreta. I piani di sviluppo economico-sociale sono infatti aleatori per la loro natura nessuno avendo riferimenti certi di risorse e settori prioritari per via dei mille vincoli esterni. Piani di sviluppo urbanistico no. Per fare un esempio lampante si pensi a quella sfilata di capannoni ai lati della Statale 38 da tutti, o quasi, negativamente giudicati. Con il piano della Comunità unica della Valtellina non ci sarebbe stato quell'obbrobrio.

Ripubblicando quanto offerto ai lettori oltre 4 anni fa si potrà misurare quale occasione si sia persa non contrastando, e molti favorendo, la divisione in quattro piccole Comunità senza più quel potere reale che quella unica aveva. Le raccolte dei giornali di quel periodo possono testimoniare le tappe di quella battaglia perduta e perduta perchè fummo in pochi e per giunta inascolati, a cercare di far capire che cosa stavano buttando alle ortiche quelli che poi, in tanti, lo hanno capito quando i famosi buoi se l'erano però svignata con la stalla chiusa quando ormai era vuota...

Quella era autonomia compatibile, reale, non utopistica.

Popolare

Erano vari i problemi che affliggevano la Valle con una Regione presa da ben altri problemi mentre muoveva i primi passi. Le prime elezioni erano state del 1970 ma l'esercizio dei poteri reali aveva avuto inizio solo con il primo aprile (non potevano scegliere altra data ?). Era scontato dunque il rodaggio ma poi sui tavoli del nuovo Ente erano andati in breve tempo ad accatastarsi problemi di ogni tipo concernenti quasi dieci milioni di abitanti, una volta e mezzo la Svizzera, e di diverse tipologie. Ne soffriva il territorio montano e per due concorrenti ragioni. Da un lato c'era indubbiamente lo scarso peso 'contrattuale' ma poi soprattutto quella che l'on. Della Briotta aveva battezzato come "cultura metropolitana" lontana mille miglia dalle problematiche della montagna e della gente di montagna. Da notare che su 80 consilieri 36 erano di Milano... . L'insofferenza cresceva tenendo conto che in precedenza, sia pure in modo più dirigistico, la classe dirigente era in grado di dare risposte ai cittadini. In particolare favorevole circostanza era stata quella di avere avuto Ministro dell'Agricoltura il sen. Valsecchi con i benefici che ne erano conseguiti, notevoli quelli per il territorio e quelli derivanti dall'utilizzo dei fondi europei del Feoga.

In quella situazione, anno 1973, Luigi Mescia, chiamati a raccolta alcuni amici, fondò il 'Comitato Retico Autonomo, trovando rapidamente adesioni a raffica. Fu importante il suo intervento a Lecco dove Italia Nostra regionale aveva convocato una conferenza-stampa, ulteriore tentativi per bloccare, come in precedenza, l'iter della Statale 36.

Ci fu un fronte massiccio di interventi, Presidente della Provincia, parlamentari, segretario della DC che era maggioranza assoluta. Chi arrivava al luogo dell'incontro passava davanti a una lunga fila di silenziosissimi iscritti al CRA ciascuno dei quali con un manifesto diverso, tutti assolutamente garbati, tutti di contenuto. I giornalisti - erano rappresentate le principali testate nazionali - che sono ad allora avevano appoggiato le iniziative di Italia Nostra ostili alla costruzione della strada - si resero conto che la verità ha due facce e che la nostra aveva strasolidissime ragioni. Il circuito Italia Nostra - grande stampa - condizionamento del Consiglio Superiore dei LL.PP. E delle Sovrintendenze, si ruppe. Infranta la barriera il problema si avviò su un binario, sempre complicato, ma con prospettiva di venirne fuori, poco alla volta.

Questa ventata autonomista aveva però lasciato il segno tanto é vero che trovammo un alleato a sorpresa nel Presidente del Consiglio Regionale (1978-1980), Carlo Smuraglia, nonostante fosse - era del PCI - all'opposizione completandosi poi con il Presidente Golfari che varò il PIV, uno strumento, non proprio usato al meglio, comunque frutto di decentramento reale.

Statuto Comunitario

Da segnalare, solo un accenno per ritornare poi sull'argomento, lo Statuto Comunitario.

GdS

Degno di nota