Il valtellinese Emilio Bianchi, medaglia d'oro, ci ha lasciati

La scomparsa del valtellinese (sondalino) Emilio Bianchi che da sottufficiale, Capo di 3a classe, era stato progressivamente promosso a capitano di corvetta e poi, andando in pensione, a titolo onorifico a capitano di fregata che corrisponde a tenentecolonnello.

Oggi, lunedì 17, nella chiesa di San Giuseppe alle 16 i funerali a Torre del Lago, (dove c'è la villa-memoriale di Puccini),. Abitava qui, al n. 261 di Via Marconi, non distante dal Lago di Massaciuccoli e nei paraggi della stazione ferroviaria. Non era stato dimenticato. Lo dimostra il rilievo dato dai mass media ma anche in fatto che 11 anni fa, a 92 anni, madrina sua figlia Elisabetta, era stato chiamato a partecipare al varo, a La Spezia, del nuovo sommergibile Scirè della Marina Militare, un supergioiello tecnologico con motori elettrici a celle combustibile

La medaglia d'oro

“Addio a Emilio Bianchi, l'ultimo eroe della Marina militare” così in tanti hanno presentato la scomparsa di un valtellinese co-protagonista con Durand de la Penne – e gli altri quattro incursori su altri due “maiali”della grande impresa nel porto di Alessandria che gli valse la Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Questa la motivazione: «Eroico combattente, fedele collaboratore del suo ufficiale dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sotto acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto dell’ufficiale le cui forze erano esauste, veniva catturato e tratto sulla nave già inesorabilmente condannata per l’audace operazione compiuta. Noncurante della propria salvezza si rifiutava di dare ogni indicazione sul pericolo imminente, deciso a non compromettere l’esito della dura missione. Col suo eroico comportamento acquistava diritto all’ammirata riconoscenza della Patria e al rispetto dell’avversario[»

— Alessandria d'Egitto, 18-19 dicembre 1941

Lions d'Oro – 1961 (x)

Nato a Sondalo il 22 ottobre 1912. Medaglia d’Oro al Valor Militare, capitano di marina, allora capo palombaro, affondatore della corazzata britannica "Valiant" nel porto di Alessandria d’Egitto nella notte fra il 18 e il 19 dicembre 1941 insieme al suo ufficiale, la M.O. Luigi Durand de la Penne. Motivazione, la stessa della Medaglia d’Oro, in cui, dopo aver detto della preparazione e della spedizione dei mezzi subacquei (i tre cosiddetti "maiali") contro la potente base nemica, si aggiunge che "valido e fedele aiuto dell’ufficiale le cui forze erano esauste, veniva catturato e tratto sulla nave già inesorabilmente condannata per l’audace operazione compiuta. Noncurante della propria salvezza si rifiutava di dare ogni indicazione sul pericolo imminente, deciso a non compromettere l’esito della dura missione".

Potrebbe stupire che un 'montanaro' – nato a Sondalo in Alta Valtellina il 22 ottobre del 1912 – sia stato destinato alla Marina. In realtà non lo hanno destinato ma è lui che si è offerto come volontario cominciando la sua esperienza nel 1932 presso l'Arsenale de La Spezia dove c'era un Gruppo palombari. Solita trafila con un corso di specializzazione e poi l'imbarco prima su una nave idrografica con campagne in Egeo e Mar Rosso e poi su un incrociatore. Comincia la sua carriera con la promozione a Sottocapo nel 1º Gruppo Sommergibili della Spezia e l'anno dopo, 1937, alla Xª Flottiglia MAS dove si preparavano quei mezzi sottomarini amabilmente chiamati “maiali” con i quali ci fu l'attacco nel porto di Gibilterra. La situazione era pesante allora per i rifornimenti alle nostre truppe nel Nord-Africa gli inglesi, in particolare con Malta spina nel fianco per i nostri, stavano producendo guai seri ai nostri convogli. Viene concepita una arditissima operazione a cominciare dal 3 dicembre 1940 con la partenza del sommergibile Scirè dalla Spezia destinazione un porto dell'egeo in nostre mani

La missione era iniziata con la partenza del sommergibile Scirè dalla Spezia il 3 dicembre: comandato dal tenente di vascello Junio Valerio Borghese (che dopo l'8 settembre rimase con la sua X Mas a combattere con i nazisti) il battello fece scalo in un porto italiano dell'Egeo attendendo i nostri “marines” aviotrasporati il 14. Martedì 18 il sottomarino Scirè lasciò i tre maiali in prossimità del porto. La fortuna aiuta gli audaci e così la rete che sbarrava il porto venne alzata per far passare tre navi inglesi senza sapere che subito dietro d'erano i nostri tre mezzi. Ognuno si diresse verso l'obiettivo prefissato. Al di là dei dettagli, compresa la quasi intossicazione di Bianchi sempre immerso, sta il fatto che le tre operazioni furono un completo successo. Durand de la Penne e Bianchi fecero saltare la corazzata Valiant, orgoglio della Marina britannica.mentre Antonio Marceglia e Spartaco Schergat la Queen Elizabeth. e Vincenzo Martellotta e Mario Marino una petroliera.

Vennero catturati dagli inglesi che da De La Penne e Bianchi volevano sapere cosa facevano, se c'era una mina e in tal caso dov'era e quando sarebbe scoppiata. Entrambi, secondo la Convenzione di Ginevra risponsero alle domande con nome cognome e sigla. Li imprigionarono sotto dove la morte sarebbe stata certa in caso di esplosione ma il loro atteggiamento non mutò. Solo pochi minuti prima dell'esplosione chiamarono il comandante dicendo che la mina stava per scoppiare e quindi se voleva salvare vite umane doveva ordinbare l'abbandono njave, cosa che fu fatta. Nessuna vittima al contrario di quanto poi successo al sottomarino Scirè. Diretto al porto di Haifa fu lasciato passare dagli inglesi che avevano scippato i cifrari ai tedeschi per poi atturarlo in una trappola. Ormai in fase di affondamento gli inglesi tirarono bombe, inutili per lo Scirè ormai finito ma utilissimo regalo per quei pochi naufraghi che erano riusciti ad uscire dall'inferno. Così gli inglesi mentre mel caso della Valiant o nostri hanno permesso la fuga a 2000... Prigionieri i nostri incursori finita la guerra verranno insigniti a Taranto della medaglia d'oro. Poi si è scritto tanto e sono stati fatti anche due film:

Il film italiano

E' del 1953 il film (di 100 minuti) “I sette dell'Orsa maggiore”, Paese di produzione Italia, in bianco/nero, diretto dal regista Duilio Coletti.

Soggetto Marcantonio Bragadin, Giuseppe Berto, Sceneggiatura Marcantonio Bragadin, Giuseppe Berto, Francesco De Robertis, Ennio De Concini, Produttore Ponti/De Laurentiis “Valentia Film”, Fotografia Aldo Tonti, Montaggio Gisa Radicchi Levi, Musiche Nino Rota, diretta da Franco Ferrara,

Interpreti e personaggi: Eleonora Rossi Drago Pierre Cressoy Tino Carraro Mimmo Poli Paolo Panelli Riccardo Garrone Paul Müller Luigi Ferraro Charles Fawcett Giovanni De Fazio Carlo Bellini Giovanni Magello Girolamo Manisco Colombo Pammolli Giorgio Spaccarelli Giovanni Tadini

Il fim di fatto inglese

E' del 1962 il film (di 90 minuti) “L'affondamento della Valiant”, titolo originale “The Valiant” una coproduzione Italia-Gran Bretagna, reso più efficace dall' uso del bianco e nero. Regia Roy Ward Baker , Soggetto Robert Mallet, Sceneggiatura Giorgio Capitani, Franca Caprino, Willis Hall, Robert Mallet, Keith Waterhouse, Produttore BHP Film Limited (Londra) e Euro International Film (Roma), Distribuzione (Italia) Euro International Film, Fotografia Wilkie Cooper, Amerigo Gengarelli, Montaggio Lea Pardo John Pomeroy, Effetti speciali Wally Weevers, Musiche Christopher Whelen, Scenografia Arthur Lawson.
Interpreti e personaggi: John Mills: capit. Morgan - Ettore Manni: Luigi Durand de la Penne - Roberto Risso: Emilio Bianchi - Robert Shaw: ten. Field.

Il film italiano è sostanzialmente la cronaca di una grande impresa e non solo militare ma per organizzazione, tecnologia e tanta fantasia. Il film inglese di fatto sposta l'attenzione dall'impresa al Comandante della nave. Comprensibile. Quelli della prima flotta del mondo clamorosamente 'infilati' dagli italiani, dimostratisi sei spanne sopra. Dura da digerire...

(x) Il Lions d'Oro è un riconoscimento attribuito periodicamente dal Lions Club Sondrio Host "a un valtellinese (per origine o per elezione) che abbia conseguito nel campo del valore, delle lettere, delle scienze, delle arti, della tecnica o del lavoro, significative benemerenze, onorando così in modo straordinario il nome di Sondrio e della sua provincia in Otalia e nel Mondo."
l'iniziativa nacque durante la presidenza del club del doot. Gian Antonio Tremonti che ne fu il più convinto promotore. Le norme per la concessione sono fissate dal regolamento approvato il 28 febbraio 1961. Il primo ad essere insignito fu appunto Emilio Bianchi
 

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