La Valtellina piange il cav. uff. Sergio Bonvini, suo figlio esemplare

Lo ricordano l'ANIOC con Colombo, la CRI G. Gualteroni, l'ex Prefetto Scalia

COLOMBO (ANIOC)
Si può essere uomini e passare oltre nel colpevole silenzio di aver vissuto invano. Oppure regnando facendosi l'ultimo degli uomini al servizio degli altri. Sergio Bonvini non è vissuto invano. L'uomo buono, dalla saggezza ascetica, la carica umana bene-dicente e contagiosa, il simbolo stesso dell'operosità fattiva e parimenti silenziosa, l'alfiere della pace che ha fatto dell'umiltà il suo stile di vita, una scheggia  preziosa di un mosaico composto da uomini di buona volontà, se n'è andato lasciando un vuoto immenso nella comunità che ha avuto il privilegio di conoscerlo.  Mani pure e cuore sincero, parola che si è fatta luce per tanti diseredati, impegno indomabile al fianco delle umane fragilità, mano generosa sempre aperta per chi gli apriva il suo cuore affranto. Guida sicura nelle avversità e nei momenti concitati del bisogno, Bonvini ha sempre mantenuto la fiaccola accesa  sul monte per indicare la via ai viandanti nella notte, è stato il sacro fuoco che ardeva nell'entusiasmo di mille iniziative benefiche. La sua vita è stata un segno. Da umile barelliere dell'Unitalsi unito alle supplici invocazioni di tanti malati alla Vergine Maria, al suo volontariato attivo nella Croce Rossa, di cui è stato appassionato Vicepresidente, a cui si dedica anima e corpo. E'  la sua missione di vita durante la quale ne ha viste tante. Sempre in prima linea durante il sisma terrificante del Friuli, della Campania e del Centro Italia, presente irrimediabilmente nelle missioni umanitarie in Romania, a Zara e Pola, in Albania, in Bosnia e nel Kossovo accanto a profughi, donne e bambini, fino allo Sri Lanka e all' Africa. Ovunque ci fosse bisogno era lui a condurre il vessillo della CRI. In Italia, tra l'altro, è stato il cardine organizzativo del Comitato provinciale distinguendosi anche come pioniere assoluto nel campo dell'attività radioamatoriale diventando riferimento assoluto nell'emergenza alluvione del '87 in Valtellina.  E' lui ad addestrare le nuove leve della CRI e a mettersi in viaggio nel trasporto di bambini leucemici al San Gerardo di Monza o pazienti dializzati della provincia di Sondrio. Bonvini è stato soprattutto un forgiatore di uomini come docente irreprensibile di etica ai nuovi volontari ponendosi come valido esempio di chi incarna valori morali spesi  nell' aiutare chi soffre.  Bonvini è stato testimone incrollabile di un'associazione unita e fedele  ai principi fondamentali della CRI  nel mondo. Lontano dagli altisonanti clamori  del mondo e umile servitore dai mille riconoscimenti sul campo, scevro dall'effimero plauso servile del “rispetto umano”,  Bonvini aveva applicato alla perfezione la regola benedettina dell' “Ora et labora”  rimboccandosi le maniche ogni qualvolta era richiesta la sua opera, e ponendosi in religiosa preghiera comunitaria nel momento oscuro delle debolezze umane e dello smarrimento nell'ora dell'afflizione e della malattia. Soprattutto in questo buio tempestoso del Covid. Su tutto, spiccano, sia pur relegate nel fondo del suo cuore, l'attribuzione del Ligari d'argento e la nomina  a Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana con la sua lunga militanza tra i fedeli dell'A.N.I.O.C. Provinciale. Un fulgido esempio del Fare per Amore. Si può essere dunque semplicemente uomini oppure, come Bonvini, diventare uomini votati al cielo. Ora l'ha raggiunto. Ma anche da lì, col suo “baracchino” da radioamatore drizzerà l'antenna e starà ancora in contatto con noi.

Vale, Sergio

Nello Colombo Delegato Provinciale dell'ANIOC
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Giuliana Gualteroni, Presidente del Comitato Provinciale della CRI
Sergio Bonvini resterà sempre vivo nel ricordo anche attraverso le testimonianze del Cav. Giuliana Gualteroni, Presidente del Comitato Provinciale della CRI: “E' veramente difficile separarsi da un caro amico che è stato un autentico pilastro per il nostro Comitato Provinciale della CRI. A Lui devo tanto: eravamo praticamente inseparabili nel nostro impegno. Sempre insieme con la sua Panda blu – come “quella del Presidente” -.  Lui è stato per me il consigliere e la guida sicura su cui poter sempre contare. Amato incondizionatamente da tutti per le sue lezioni di etica  ai volontari  a cui elargiva i suoi doni di fraternità e umanità. E sapeva farlo con quella leggerezza allegra che conquistava. Con me lo piange tutto il popolo e la grande famiglia della CRI”.

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Già Prefetto di Sondrio Giuseppe Scalia
“Tu vivrai sempre nel mio cuore, nei nostri cuori, nell’intimo più profondo dell’anima.

La Tua fede viva, la Tua fiducia concreta, il Tuo sguardo sempre rivolto al Signore, la Tua semplice umiltà che conduceva a ritrovare le spiagge soleggiate che la luce del Cielo illumina, il Tuo sano e composto timore di non amare appieno Gesù, il Tuo accorato modo di pregare, la Tua predilezione verso Sant’Antonio da Padova, la Tua attenzione verso i poveri, sono stati i meravigliosi segni che hanno contraddistinto il Tuo essere: da essi è scaturita una fiducia incrollabile, stabile, ferma e continua che Ti rendevano un” Soldato di Gesù”.
Ed è verissimo, mai nei nostri colloqui ho percepito un sentimento di abbattimento, non hai mai vacillato …
La Tua imperturbabile sicurezza Ti consentiva di non esitare, Tu conoscevi e mettevi in pratica la speranza, una speranza fortificata dalla fede: meditavi costantemente e conservavi nella Tua memoria le promesse del Padre Celeste. Mi ricordavi che quando Ti trovavi in un imminente pericolo ripetevi: “Il Signore è la mia luce e la mia salvezza; che mai posso temere? Il Signore protegge la mia vita; che mai mi farà tremare?”.
Sei stato un grande e santo Uomo: mi hai donato il Tuo “Segreto” che conteneva quel fiore non comune che è “la preghiera incessante e fiduciosa verso il Sacro Cuore di Gesù”: nel recitare quotidianamente la Coroncina del Sacro Cuore, quella recitata da Padre Pio ogni giorno, notavo in Te all’inizio e alla fine della preghiera una pacata gioia che non dimenticherò mai più, perché Ti chiesi da dove scaturiva questa felicità e Tu mi rispondesti: “Gesù è amore ed è tanto buono e se noi facciamo violenza, cioè confidiamo nella Bontà del Suo Sacro Cuore, Egli è costretto ad esaudirci”.
Grazie, caro Santo Uomo, vivrai nei nostri cuori per sempre …”

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Avremmo tante cose da aggiungere, in particolare testimonianze legate all'attività giornalistica e a quella delle Istituzioni. Le rimandiamo - a Dio e anche a virus piacendo - al giorno in cui sarà possibile tornare per un saluto e un omaggio al Sacro Cuore o in Collegiata. Una sola aggiunta: all'indirizzo che segue la documentazione dell'attribuzione a Sergio del Ligari d'argento, il prestigioso riconoscimento annuale ad un cittadino insigne:

https://www.altarezianews.it/2016/12/19/sondrio-il-ligari-dargento-2016-...
 

Degno di nota