Ancora sull'incredibile balzello per i volontari del Soccorso Alpino!

L'intervento alla Camera dell'on. D'incà. Riproponiamo il pressante invito ai senatori Crosio, Del Barba, Della Vedova di di intervenire, e rapidamente, per far rimettere le cose a posto

Martedì scorso 15 luglio è intervenuto in aula alla Camera il capogruppo di M5S Federico D'incà su un argomento che il giornale ha già trattato e che è di particolare interesse di tutta la gente della montagna e anche degli altri che la montagna la amano e la praticano. Si tratta del balzello che vogliono far pagare a chi con generosità, altruismo, anche rischio persinale corre a salvare persone in difficoltà. Siamo riusciti a recuperare il suo intervento che proponiamo tal quale:

“. Presidente, voglio portare a conoscenza di questa Assemblea l'ennesima ingiustizia nei confronti di cittadini onesti che, con grande senso civico e dello Stato, si adoperano quotidianamente per dare il loro contributo alla collettività intera. Si stanno verificando degli atti che mortificano la partecipazione e l'attivismo di cittadini che con la loro azione di volontariato svolgono attività di vitale importanza per la sicurezza della popolazione, sostituendosi in molti casi allo Stato. Mi riferisco nello specifico all'assurda nuova gabella prevista per i volontari del soccorso alpino e speleologico. Si tratta di una nuova marca da bollo da 16 euro che va a sostituire quella precedente di 2 euro, applicata sin dal 1994, da pagare al momento della presentazione della richiesta di rimborso delle giornate di lavoro di lavoratori autonomi perse per il servizio di volontariato e che diventano 32 euro considerando l'obbligo di duplice copia. Infatti, per effettuare la richiesta di rimborso prevista per legge della giornata persa, ai sensi dell'articolo 3 del decreto n. 379 del 1994, il volontario lavoratore autonomo deve presentare non soltanto la domanda di accesso di erogazione dell'indennità ma anche l'attestazione del sindaco comprovante l'avvenuto impiego. Questa assurdità burocratica scaturisce da una cervellotica e aggiungerei maliziosa interpretazione della legge in vigore da parte dell'Agenzia delle entrate, che assimila questo rimborso ad atti per i quali è dovuta l'imposta di bollo.
  Bene, vorrei sensibilizzare l'Assemblea e sollecitare i Ministri competenti a porre rimedio a questa assurdità, che invece di invogliare dissuade la parte sana e attiva della società civile. A tal fine sottolineo con forza che si tratta di un servizio fondamentale che già soffre di continui tagli ed è spesso legato a questione di vita o di morte. Obbligando i cittadini a pagare una tassa del genere non si favorisce né si incentiva il volontariato che, ripeto, essere di importanza vitale per la sicurezza di tutti, compresi tanti turisti che in questi periodi amano e vivono le nostre montagne. Chiedo al Parlamento e al Governo di eliminare subito questa tassa ignobile e ringrazio, per averci informato di questa assurdità, il soccorso alpino Dolomiti”.

Già in precedenza con la pubblicazione dell'appello del Soccorso Alpino Nazionale avevamo pubblicato l'invito ai nostri parlamentari di intervenire, e rapidamente, per far rimettere le cose a posto. Non abbiamo notizia che lo abbiano fatto. Riproponiamo il pressante invito ai senatori Crosio, Del Barba, Della Vedova sperando di poter dare ai lettori notizia che l'appello del Soccorso Alpino Nazionale, sacrosantemente giusto, è stato raccolto.
Red

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