SONDRIO. DE BORTOLI ALLA POPOLARE, MA ANCHE A CASA MIA

Seguitissima conferenza del direttore de "Il Sole 24 Ore". "Nel 1980 il debito pubblico era al 60% del PIL!"

Annunciato da molti giorni il direttore de "Il Sole 24 Ore" Ferruccio De Bortoli, ha parlato venerdì 16 alla Banca Popolare sul tema «L'economia italiana tra potenzialità e debolezze, uno sguardo non convenzionale dalle pagine del Sole 24 Ore". Memori del fatto che ci era andata male in altre conferenze non trovando posto nella bella sala Besta al primo piano già completa nei posti disponibili da molto prima dell'inizio, invece di occupare una delle sedie opportunamente disposte in queste occasioni a piano terra ci siamo detti che era meglio mettersi in poltrona, chinotto a fianco, e seguire da casa l'evento. Da casa? Semplicissimo: digitare l'indirizzo mms://fastreal.fastweb.it/bps800 cliccandoci sopra ed ecco apparire il Presidente Melazzini e poi il Direttore del quotidiano finanziario. C'era infatti la "diretta in streaming" che poi vuol dire diretta tramite Internet. Si è visto bene, anche gli interventi successivi con qualche scorcio della sala ed anche dei presenti sotto.

Con un fare discorsivo, pacato De Bortoli ha toccato i principali temi parlando in libertà del Governo e della sua azione, sia là dove la riteneva insufficiente sia là ove invece la riteneva positiva. Difficile riferirne, e poi è già stato fatto dalla stampa locale.

Ci interessa il passo in sede di dibattito quando ha ricordato che nel 1980 il debito pubblico era a non più del 60% del PIL. Da allora nonostante che il PIL sia aumentato considerevolmente il debito pubblico è corso molto più velocemente. In effetti era al 58,9% nel 1980, 72 nel 1983, 84 nel 1985, passa il 90 (92,5) nel 1987, uguaglia sostanzialmente il PIL nel 1990 e tocca un picco nel 1994 con quasi l'1,25.

Quali le motivazioni? Di ogni cosa importante ci sono, come un tempo s'insegnava, le cause prossime e quelle remote. L'elemento principale che ha determinato il deterioramento dei conti pubblici, causa remota ma non nel senso di lontana, è il dato politico. Occorre molta attenzione nel leggere quanto segue, scritto non con la passione del politico ma con la neutralità dello storico.

A fianco della tabella del PIL e di quella del debito pubblico si metta anche la tabella dei Governi.

Il 28 giugno del 1981 a Palazzo Chigi dopo 39 Governi consecutivi a guida democristiana si insedia un Esecutivo a guida non di un DC ma di un repubblicano, Spadolini. Non vogliamo dire che il merito di avere tenuto sotto controllo la spesa pubblica sia DC e quello di averla lasciata impazzire degli altri, per carità. Vogliamo sottolineare una cosa molto più seria. Il primo dei due Governi Spadolini è il sintomo chiarissimo che è finita una egemonia. Si tratta di quella DC, ma il discorso varrebbe per chiunque e in qualsiasi Paese, almeno quelli occidentali a elevato sviluppo.. Se finisce una egemonia e non subentra qualcosa di simile nascono i guai. Quando sono subentrate le difficoltà politiche per una minore autorevolezza del Partito di maggioranza relativa, Partito-guida e per la difficoltà crescente di fare sintesi, di mediare opportunamente, di resistere alle spinte corporative sempre presenti in un Paese come il nostro, sono, ripetiamo, cominciati i guai. La stagione della Finanziaria era divenuta una sorta di tempesta che si abbatteva sui due rami del Parlamento da cui inevitabilmente usciva l'appesantimento del debito pubblico.

Eravamo al 60% del PIL allora. Ha fatto bene De Bortoli a ricordarlo e ci pare di aver fatto bene noi di richiamare alla memoria quel tempo e quello successivo e la ragione perché dal 60 si è vertiginosamente saliti a ben oltre il 100.

f.

f.
Degno di nota