Il progetto di Provera per i dimenticati dell'Ukraina

Per chi ha bisogno di tutto e non riceve niente perchè nessuno li aiuta

Prenessa

Abbiamo discusso prima di decidere di pubblicare la foto, indubbiamente molto 'forte'.

Alla fine il SI perchè ci si deve rendere conto di cosa succede là.

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Ci sono profughi presenti costantemente sui mass media che raccolgono consensi, altri che

vengono dimenticati, come gli ucraini di origine russa che popolano la zona del Donbass, nell’Est
del Paese, devastata dalla guerra, che non possono contare sugli aiuti internazionali. Sulle
necessità di queste persone la Copam, l’organizzazione non governativa fondata
dall’europarlamentare Fiorello Provera 18 anni fa, ha costruito un progetto denominato “Sulla linea
del fuoco” attraverso il quale portare cibo e medicine.

Reduce da un viaggio nel Donbass, 1250 chilometri e 18 ore di auto da Mosca, Provera ha
presentato il progetto insieme a Giuliano Pradella, medico di lunga esperienza, con lui in altre
missioni effettuate in diversi Paesi dell’Europa dell’Est e dell’Africa tra la fine degli anni Novanta e i
primi anni Duemila. Un ritorno all’antica passione, la cooperazione internazionale, per l’ex
presidente della Provincia Provera che può mettere a frutto le relazioni internazionali intessute
durante i suoi cinque anni da vice presidente della commissione Affari esteri del Parlamento
europeo. A Lugansk ha parlato con la gente per capire quali sono le reali necessità, toccando con
mano una realtà drammatica: denutrizione diffusa per la mancanza di molti generi alimentari,
carenze nel settore sanitario. «Soltanto recandomi nella zona di persona ho potuto comprendere
ciò che serve a queste persone - spiega Provera -. Ora abbiamo le idee chiare su come
intervenire: innanzitutto portare da mangiare e curare perché mancano i medici e scarseggiano i
farmaci». Nella definizione delle priorità in ambito sanitario è sostenuto da Pradella: «Per la
Copam, come già in passato, metto a disposizione le mie competenze e la mia esperienza, sia
nella gestione dell’emergenza che nell’organizzazione dei servizi ospedalieri. Nel Donbass
pensiamo di allestire dei presidi mobili sanitari per poter raggiungere il maggior numero di persone
possibile».
!
Un’iniziativa slegata dai governi e dai partiti che raccoglie aiuti non statali e che vuole essere
neutrale per garantire la massima efficienza: «Queste sono le nostre prerogative - conclude
Provera -. Abbiamo creato una rete di osservatori locali nella zona ed entro poche settimane
porteremo aiuti a una popolazione che non può più aspettare poiché vive una condizione di
profonda sofferenza».
! L’impegno della Copam, acronimo di Cooperazione per l’aiuto al mondo, continua: dopo l’Albania,
la Somalia, la Romania, il Kenia, la ex Yugoslavia, la Bulgaria, l’Eritrea e l’Azerbaijan, ora tocca
all’Ucraina e ai profughi di una guerra dimenticata.

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