Dall'Europa: ripristinare pienamente le Province. Sacrosantemente giusto

Chi semina vento raccoglie tempesta. Il vento con il quale si voleva spazzare via le Province ha cambiato direzione e si è ritorto contro i dilettanti allo sbaraglio

Nostra nota.
Da sempre contrari all'abolizione delle Province o al loro ridimensionamento ne abbiamo, da sempre, portato le ragioni prima ancora che diventasse problema politico. Il referendum per fortuna ha fatto piazza pulita di norme (!) costituzionali perfino mal scritte, inevitabile frutto di una ignoranza abissale di quei problemi che poi i dilettanti allo sbaraglio hanno scoperto solo dopo senza riuscire a trovare soluzione. Il risultato è sotto l'occhio di tutti con i servizi in crisi (l'Italia non è tutta Valtellina...) addirittura con le manutenzioni di scuole e strade impossibili perchè i soloni non ci hanno pensato. Chi era contro questo squallore istituzionale veniva considerato come oppositore politico per definizione, senza cioè considerare almeno per un momento le ragioni non politiche ma di contenuto. Useremo ora lo stesso squallore di fronte a una durissima presa di posizione del Consiglio d'Europa? E andremo ancora avanti a testa bassa dimenticando l'esortazione latina secondo cui, traducendo, errare è umano ma perseverare diabolico? (a.f.)

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Riceviamo in proposito dal sen. Crosio:
Dopo i cittadini anche l’Europa boccia la riforma. L’ennesima figuraccia di governi improvvisati: Delrio dovrebbe dimettersi» «La raccomandazione del Consiglio d’Europa all’Italia ha i toni della perentorietà: “deve rivedere la politica di progressiva riduzione e di abolizione delle Province, ristabilendone le competenze, e dotandole delle risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle loro responsabilità”. Dopo la bocciatura dei cittadini che hanno votato ‘no’ al referendum, arriva quella dell’istituzione europea, contenuta nel rapporto di monitoraggio sulla situazione italiana. Una figuraccia per un governo improvvisato che aveva presentato la riforma come uno dei punti fondamentali della sua politica: il depotenziamento delle Province, il loro isolamento istituzionale, tassello della volontà accentratrice di una sinistra che punta ad annientare le autonomie locali sono stati censurati. Il Consiglio d’Europa chiede il ripristino delle Province, raccomanda di “ristabilire l’elezione diretta degli organi di governo” e di “fissare un sistema di retribuzione ragionevole ed adeguata dei loro amministratori”». «Ce n’è abbastanza per un pubblico mea culpa, per una retromarcia chiesta a gran voce dai cittadini, dagli amministratori pubblici e dai dipendenti delle Province. Enti delegittimati, lasciati senza risorse, che non riescono a svolgere funzioni fondamentali come assicurare la manutenzione di edifici scolastici e strade. La raccomandazione del Consiglio d’Europa conferma quanto emerso dallo studio condotto dal Senato: tutte cose già note, per noi almeno, evidentemente non per il governo che continua lungo un percorso che porterà l’Italia allo sfacelo. Che l’artefice di tutto questo, che ha dato il suo nome alla riforma, abbia almeno la decenza di dimettersi: Delrio, invece di fare lo sciopero della fame per lo ius soli, si occupi dei veri problemi del Paese.

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