Compleanno (26.9.1977 - 26.9.2018)

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Bella Via Bernina dopo una passata di asfalto e una vistosa segnaletica. Duole vedere oggi nel giorno del suo genetliaco che resiste invece imperterrito il marciapiede, di lunghezza non esorbitante ma, persino i lettori, di ben una cinquantina di metri, lato ovest, simbolo dell'incuria assoluta per molti anni.

Il nuovo assessore faccia un sopralluogo in un giorno di normale pioggia e ne vedrà:

-   l'impraticabilità per carrozzine,
-   l'impraticabilità per carrozzelle dei disabili,
-   l'impraticabilità per i pedoni ma in particolare per gli anziani.

Vedrà
-   gli alunni della Torelli scendere da bus sulle pozzanghere
-   le mamme che portano i bimbi all'asilo
-   le persone in arrivo dalla Valmalenco scendere da bus della STPS sulle pozzanghere
-   scendere non infrequentemente da bus turistici persone alle prese con lo scarico di valige. Non certo contenti i turisti dato che o non possono usare il trolley o comunque si trovano con le valige in acqua.

Le richieste
Le richieste di intervento al Comune sono iniziate da tempo, probabilmente nel periodo in cui il marciapiede è diventato maggiorenne, intorno quindi al 1995, e sono proseguite nel tempo ma senza esito. Dalla ricca pubblicistica in argomento stralciamo un articolo dal titolo emblematico

"Lo sconcio di Via Bernina
Correva l'anno Domini 1977. 40 anni, 4 mesi, quattro giorni oggi da quel lunedì 26 settembre in cui la Giunta Municipale, alle ore 18, assente il Sindaco impegnato ad fare conoscenza del suo primo figlio in arrivo, su proposta dell'assessore anziano deliberava di fare un marciapiede nel tratto mancante (ove addirittura c'era una scarpata!) di Via Bernina per un 50 o 60 metri in tutto. Era periodo di grandi risparmi perchè soldi nelle casse dei Comuni non ce n'erano per cui la soluzione, fu modesta ossia piccolo ampliamento della scarpata e una battuta di cemento. Fu la pacchia per i veicoli pesanti che la notte parcheggiavano per metà nel povero marciapiedi sempre peggio conciato, oggi simbolo esclusivo dell'incuria (vedere per credere). Come il prode Anselmo di Giovanni Visconti Venosta 'Passa un giorno passa l'altro mai arriva il marciapiede”. E che succede? Giù per terra uno sconquasso che arduo rende ai pedoni il passo. Fra questi gli scolari della Media lì vicina e chi all'asilo porta la bambina. E che dire della corriera che da Chiesa vien sino a sera. Lì ci si ferma coi piedi a mollo. Che figura, proprio da pollo. Peggio va per i turisti  che in hotel van ben tristi con valigie inzuppate e compagne incavolate.  Alla gente un bell'invito a capir com'è finito (e vedere che nessun muove un dito). Ma pure sul Lungomallero Cadorna (x) qual sian state le costose cure e or dunque facciam le corna.
Dopo il danno le beffe. Chi si reca in Via Bernina vedrà non solo il 40ennale sconcio ma qualche giorno fa macchine, operai al lavoro. No non era come pensato che si partisse dall'altro marciapiede,  quello di fronte per, clamorosamente, rimetterlo a nuovo, quello cioè usato molto, molto meno. I ragazzi che vanno alla Torelli, i bus della Valmalenco, gli urbani, quelli turistici, si fermano invece tutti lì, nello sconcio. Un cavo han posato e poi la strada ri-cementato.
E di fronte nello sconcio? Per ridurre il broncio “alla vacca” han gettato, un cestin d'asfalto-cacca per blandir i facinorosi tappando i buchi  (2) più vistosi. Non era come pensava la povera gente che il lavoro arrivava. Niente affatto, di nuovo niente.  Passa un giorno, passa l’altro mai non giunge il Comune  e i piè bagnan bionde e  brune  ma stavolta molto scaltro di Via Bernina il popol stanco con il voto batte banco.
PS (x) Il riferimento non è al tratto del Lungomallero da Via Trento in giù" (Red).

Prosit

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Degno di nota