Padiglioni EXPO a cura di Carlo Mola

Avevamo promesso una breve analisi dei progetti dei migliori padiglioni dell’Expo 2015. Quello che si appresta ad essere un'importante finestra sul mondo non vedrà la presenza, è stato scritto di grandi “archistar” (salvo Daniel Libeskind e Norman Foster). Ma proseguiamo con attenzione. Questa è una prima puntata e sono notizie tratte, ed  in qualche caso commentate da varie fonti, o riportate, in parte, integralmente.   Iniziamo dal padiglione Italia. Tutto sino fino al 31 Ottobre 2015. Nell’Aprile 2013 un concorso internazionale di progettazione aggiudicò su 68 studi partecipanti, il progetto del Padiglione Italia per Expo 2015 S.p.A ed è risultato vincitore il progetto di Nemesi & Partners realizzato con Proger e BMS Progetti per la parte ingegneristica, attinente alle strutture e agli impianti, e con il Prof. Livio De Santoli per la sostenibilità dell’edificio.  (Livio De Santoli Professore ordinario di Fisica Tecnica Ambientale e responsabile dell’Energia (Energy Manager) presso l’Università di Roma La Sapienza, è coordinatore del Servizio Ateneo per l’Energia “SAE”. Ha ricevuto diversi premi e pubblicato numerosi testi sulla sostenibilità energetica). Nemesi & Partners SRL è una società di servizi integrati di architettura indirizzata da Michele Molè, Direttore Creativo, e da Susanna Tradati, partner associato. L’architettura di Nemesi nasce da una forte e ininterrotta ricerca sui linguaggi significativi contemporanei con una particolare sensibilità per il rispetto del territorio. Geometrie complesse, asimmetriche, alternanze di luci e ombre, di vuoti e di pieni, forme che generano contrasti, spazi interni funzionali e di ampio respiro; questi i tratti distintivi dell’architettura Nemesi. Nemesi ha progettato masterplan, residenze uffici,  infrastrutture, spazi culturali e per il tempo libero, public building, aree di trasformazione urbana, divenendo un riferimento nel panorama dell’architettura contemporanea italiana. Il progetto si sviluppa lungo il Cardo, uno  due assi perpendicolari che, insieme al Decumano, struttura il master plan dell’ Expo Milano 2015. Il Padiglione Italia prevede la realizzazione di Palazzo Italia (circa 13.200 mq su 6 livelli fuori terra) e degli edifici temporanei del Cardo (circa 13.700 mq su 3 livelli fuori terra).  Riportiamo”Il progetto è connotato da una forte sperimentalità; l’architettura di Nemesi, contraddistinta da progetti unici con attenzione all’ innovazione tecnologica e approccio sostenibile, assieme al know-how e al saper fare delle imprese italiane coinvolte fanno del Padiglione Italia il simbolo della grande fabbrica creativa contemporanea.

Per posizione e architettura, Palazzo Italia assume il ruolo di Landmark all’interno dell’area Expo: posto su uno dei quattro punti cardinali, quello nord, costituisce il fondale scenico del viale del Cardo che attraversa tutto il sito espositivo. Palazzo Italia è ispirato a una “foresta urbana”; la “pelle” ramificata disegnata dallo Studio Nemesi come involucro esterno dell’edificio evoca una figuratività primitiva e tecnologica al tempo stesso. La tessitura di linee genera alternanze di luci e di ombre, di vuoti e di pieni dando vita a un’architettura-scultura che rimanda ad opere di “Land Art”.  Sono quattro i  volumi che danno forma a Palazzo Italia. Sono delle quinte urbane, ed ospitano rispettivamente: la zona Espositiva (Blocco Ovest), la zona Auditorium-Eventi (Blocco Sud), la zona Uffici di Rappresentanza (Blocco Nord) e la zona Sale Conferenze-Meeting (Blocco Est). Una  grandiosa scala  si innalza dalla piazza attraversa longitudinalmente lo spazio e ne connette visivamente tutti i piani. L’edificio ospiterà spazi istituzionali e di rappresentanza del Governo Italiano, L’intera superficie esterna di Palazzo Italia, 9.000 mq, sarà costituita da 900 pannelli di cemento “i.active BIODYNAMIC” con principio attivo TX Active brevettato da Italcementi.

Gli edifici del Cardo comprendono: padiglione Unione Europea, spazi espositivi, per eventi, di rappresentanza, per la ristorazione, terrazze eventi.

PADIGLIONE ITALIA: IL TEAM Del PROGETTO

Nemesi & Partners S.r.l.: Progetto architettonico Proger S.p.A./BMS progetti S.r.l.:Engineering Prof. Livio De Santoli: Sostenibilità energetica.

Secondo padiglione. Ci è parso di grande rilievo il «Padiglione Azerbaijan».
Tre sfere di vetro su più livelli che raccontano di tre diverse biosfere. Il progetto di Simmetrico Network (un’impresa molto attenta al gusto e di primordine) presenta forme architettoniche moderne e semplici, realizzate ricavando dai materiali tradizionali quali il legno e la pietra lavorati in modo innovativo e abbinati a vetro e metallo. Una pelle di flessibili scaglie lignee fascia i lati del Padiglione, con un’area di 887 metri quadri, lasciando il fronte nord più libero per facilitare un controllo del microclima.

Terzo padiglione «Padiglione Malaysia» Il padiglione, di 2.047 metri quadrati, ha la forma di quattro semi. Le curve del design e gli orditi  della configurazione  vogliono essere un richiamo alla polivalenza e al dinamismo della nazione. Il progetto architettonico prevede caratteristiche green e sostenibili in linea con il tema della sostenibilità di Expo Milano 2015. La struttura esterna dei semi è fatta con il "Glulam" o legno lamellare: un  legno speciale ricavato da materiale locale sostenibile. La scelta del Glulam, in unione con la forma composita del Padiglione della Malaysia a Expo Milano 2015, nasce sta scritto ”dalla volontà di mostrare le capacità della Malaysia sia per quanto riguarda il design che per l’utilizzo di materiali innovativi”.

Quarto padiglione.«Padiglione Thailandia»  di 2.947 metri quadri,  per la forma si ispira al cappello tradizionale dei coltivatori di riso thailandesi, il “ngob”. Nel disegno della pianta, a questo si affianca un’altra forma più difficile da comprendere ma assai affascinante. quella del “naga”, che recupera le linee tortuose degli esseri considerati spiriti della natura, protettori di fonti, pozzi e fiumi e portatori di pioggia e fertilità, che sono anche  sullo stemma del Ministero dell’Agricoltura e delle Cooperative.

Quinto padiglione «Padiglione Vietnam». Il loto noto  fiore orientale presente in Vietnam, rappresenta qui  il simbolo del paese. Nello spazio commerciale si trovano, oltre oggetti  di artigianato in bambù, legno, porcellana, ceramica e tessuto, anche  la degustazione  di  piatti e bevande, alcuni dei quali usano come ingrediente principale  il fiore di loto. Il Padiglione del Vietnam è a forma di fiore di loto e questo simbolo del Paese è anche alla base della loro cucina.

Siamo al sesto: «Padiglione Messico» L’architetto Francisco López Guerra Almada, insieme con Jorge Vallejo e la consulenza del biologo Juan Guzzy, hanno pensato le forme del padiglione ispirandosi al mais: alimento messicano più autentico e caratteristico, Alla forma di una grande pannocchia di mais si ispira, infatti, la grande struttura esterna, che copre il padiglione di 1910 metri quadri, collocato in una posizione privilegiata, all’incrocio dei due viali principali. All’interno trova spazio una ricca e varia  presentazione di prodotti tipici, contornati da uno scorrimento d’acqua, luogo privilegiato per  giardini, e guida i visitatori in rampe elicoidali, alla rivelazione della ricchezza gastronomica, ecologica e culturale del Messico.

Settimo «Padiglione Monaco». Lo spazio espositivo del Principato di Monaco si estende su di 1.010 metri quadri,  da una nota dell’architetto italiano Enrico Pollini traiamo lo spunto per questa segnalazione. Il Pavillon Monaco è idealmente situato lungo il Decumano, vicino all’ingresso Est.  e sorge vicino ai padiglioni dell’Arabia Saudita, del Giappone, della Russia e della Turchia.
“L’architetto Italiano Enrico Pollini incaricato del progetto ha condotto la sua riflessione attorno a tre simboli importanti: il container, la tenda e la madre terra. Il container come modulo di trasporto, il più utilizzato al mondo, rappresenta l’elemento fondamentale del commercio e dello scambio e compone la struttura forte del Pavillon. La tenda rappresenta il riparo, fondamentale in numerosi paesi a cui il Principato fornisce il proprio aiuto è sarà simboleggiata dalla copertura lignea tesa da un muro all’altro. Infine la madre terra, intesa come elemento primordiale per la sopravvivenza dell’uomo, sarà illustrata dall’allestimento paesaggistico della copertura. Il Padiglione é verde e aperto con integrazione di vegetazione verticale e recuperatori d’acqua piovana. La forma della copertura ricorda il rilievo della Riviera Francese e le sue montagne che si tuffano nel mare. La tettoia è interamente ricoperta di sfagno, un muschio la cui elevata capacità di assorbimento permette di immagazzinare fino a 20 volte il suo volume d’acqua. Inoltre è antibatterico e permette un eccellente isolamento termico nonché acustico e fonico di alto livello. L’allestimento paesaggistico prevede la dimora di piante tipiche del bacino mediterraneo, segmentate in aiuole con fioritura dalla primavera all’autunno che rappresentano i contorni dei cinque continenti. La progettazione interna curata invece dallo Studio tedesco Facts and Fiction utilizzerà principalmente casse da trasporto di legno impilate dove lo spazio sarà organizzato in undici stazioni museo-scenografiche iterattive.

Siamo all’ottavo padiglione. Ultimo di questa prima puntata «Padiglione Russia» Il concept della struttura è stato sviluppato dallo studio Speech, guidato dagli architetti Sergei Thoban (Sergei Tchoban è nato il  1962 a Leningrado,  è un architetto russo naturalizzato tedesco. La sua attività si svolge tra l’Europa e la Russia. Membro dell’Unione degli architetti tedeschi “Bund Deutscher Architekten – BDA”, dell’Unione degli architetti della Russia e dell’Unione dei pittori della Russia, accademico della filiale moscovita dell’Accademia internazionale di architettura e membro ad honorem dell’Accademia russa di belle arti, ha vinto vari premi per l’architettura e ha preso parte a diverse mostre di architettura.  Gode di alta stima nel mondo. Gli altri architetti che hanno collaborato sono: Alexei Ilin e Marina Kuznetskaya. Situato è costruito su un’area di oltre 4.000 metri quadri. Tradizione, grandi specchi e giardini. E' un edificio multi-funzionale dal design contemporaneo e, insieme, un esempio di artigianato sorprendente. Con una facciata in legno realizzata in materiali sostenibili ed ecologici che offrono protezione dalle intemperie e crea un riparo all’esterno, un interno al piano terra semi trasparente e il tetto verde creano spazi armonici e facilmente accessibili. In particolare l’architetto Tchoban ha illustrato al Politecnico di Milano, nel corso di una serie di incontri promossi per far conoscere i più significativi padiglioni illustrati dai loro architetti, il progetto russo. il Padiglione è una struttura dinamica e vasta a pianta a "L" e sarà caratterizzato da un continuo gioco di specchi, a cominciare dalla copertura in acciaio inossidabile dell'entrata "che riflette lo spazio da sotto a sopra, e sarà sempre diversa, perché il pubblico cambierà di giorno in giorno", ha spiegato Tchoban. "Il mio studio ha cercato- ha aggiunto- di continuare la tradizione dei padiglioni russi nelle Esposizioni universali dell'ultimo secolo per mostrare e rendere immediatamente riconoscibile il brand del Paese che si ripeteva negli anni, caratterizzato, ad esempio, da superfici e linee semplici e strutture mutevoli". Il padiglione 2015 combina soluzioni ingegneristiche e tecnologie verdi per una forma ambiziosa, quasi un naso di barca a vela che sembra alzarsi al cielo in una metafora dell'arca di Noè. Il suo design, come ha spiegato Tchoban, prende spunto nella forma e nella tradizione dei padiglioni sovietici e russi presentato alle precedenti Esposizioni Universali. La Russia, che ha conosciuto il mondo Expo fin dall’edizione londinese del 1851 con la prima Great Exhibition della storia, ha più volte presentato padiglioni considerati nel tempo dei punti di riferimento per l’architettura e alcuni hanno meritato premi e riconoscimenti: dal Grand Prix a Parigi nel 1937 alla Medaglia d?Argento a Shanghai nel 2010. Agli elementi architettonici dinamici e soluzioni ingegneristiche che hanno sempre caratterizzato le realizzazioni russe, per Expo 2015 la 'firma' viene anche dall’utilizzo di tecnologie green. "Volevamo mantenere l'essenza della nostra architettura con continui riferimenti al paesaggio russo -ha spiegato ancora Tchoban- caratterizzato da foreste estese e alture spioventi. Caratteristiche con cui abbiamo voluto ottenere un risultato architettonico semplice ma audace". Oltre alla facciata in legno, la copertura a terrazza, accessibile a tutti, sale gradualmente verso l’ingresso principale in modo da sviluppare una tettoia di circa 30 metri davanti all’entrata. Al suo interno, il Padiglione propone una serie di spazi aperti e piattaforme di osservazione come nella tradizione dei classici giardini all'italiana. Nella parte superiore ci sono giardini pensili, mentre il punto più alto della struttura del Padiglione è la serpentina che pende del tetto rivestito di vegetazione, a simboleggiare i campi sconfinati della Russia

Nemesi & Partners S.r.l.: Progetto architettonico Proger S.p.A./BMS progetti S.r.l.:Engineering Prof. Livio De Santoli: Sostenibilità energetica.

Secondo padiglione. Ci è parso di grande rilievo il «Padiglione Azerbaijan».
Tre sfere di vetro su più livelli che raccontano di tre diverse biosfere. Il progetto di Simmetrico Network (un’impresa molto attenta al gusto e di primordine) presenta forme architettoniche moderne e semplici, realizzate ricavando dai materiali tradizionali quali il legno e la pietra lavorati in modo innovativo e abbinati a vetro e metallo. Una pelle di flessibili scaglie lignee fascia i lati del Padiglione, con un’area di 887 metri quadri, lasciando il fronte nord più libero per facilitare un controllo del microclima.

Terzo padiglione «Padiglione Malaysia» Il padiglione, di 2.047 metri quadrati, ha la forma di quattro semi. Le curve del design e gli orditi  della configurazione  vogliono essere un richiamo alla polivalenza e al dinamismo della nazione. Il progetto architettonico prevede caratteristiche green e sostenibili in linea con il tema della sostenibilità di Expo Milano 2015. La struttura esterna dei semi è fatta con il "Glulam" o legno lamellare: un  legno speciale ricavato da materiale locale sostenibile. La scelta del Glulam, in unione con la forma composita del Padiglione della Malaysia a Expo Milano 2015, nasce sta scritto ”dalla volontà di mostrare le capacità della Malaysia sia per quanto riguarda il design che per l’utilizzo di materiali innovativi”.

Quarto padiglione.«Padiglione Thailandia»  di 2.947 metri quadri,  per la forma si ispira al cappello tradizionale dei coltivatori di riso thailandesi, il “ngob”. Nel disegno della pianta, a questo si affianca un’altra forma più difficile da comprendere ma assai affascinante. quella del “naga”, che recupera le linee tortuose degli esseri considerati spiriti della natura, protettori di fonti, pozzi e fiumi e portatori di pioggia e fertilità, che sono anche  sullo stemma del Ministero dell’Agricoltura e delle Cooperative.

Quinto padiglione «Padiglione Vietnam». Il loto noto  fiore orientale presente in Vietnam, rappresenta qui  il simbolo del paese. Nello spazio commerciale si trovano, oltre oggetti  di artigianato in bambù, legno, porcellana, ceramica e tessuto, anche  la degustazione  di  piatti e bevande, alcuni dei quali usano come ingrediente principale  il fiore di loto. Il Padiglione del Vietnam è a forma di fiore di loto e questo simbolo del Paese è anche alla base della loro cucina.

Siamo al sesto: «Padiglione Messico» L’architetto Francisco López Guerra Almada, insieme con Jorge Vallejo e la consulenza del biologo Juan Guzzy, hanno pensato le forme del padiglione ispirandosi al mais: alimento messicano più autentico e caratteristico, Alla forma di una grande pannocchia di mais si ispira, infatti, la grande struttura esterna, che copre il padiglione di 1910 metri quadri, collocato in una posizione privilegiata, all’incrocio dei due viali principali. All’interno trova spazio una ricca e varia  presentazione di prodotti tipici, contornati da uno scorrimento d’acqua, luogo privilegiato per  giardini, e guida i visitatori in rampe elicoidali, alla rivelazione della ricchezza gastronomica, ecologica e culturale del Messico.

Settimo «Padiglione Monaco». Lo spazio espositivo del Principato di Monaco si estende su di 1.010 metri quadri,  da una nota dell’architetto italiano Enrico Pollini traiamo lo spunto per questa segnalazione. Il Pavillon Monaco è idealmente situato lungo il Decumano, vicino all’ingresso Est.  e sorge vicino ai padiglioni dell’Arabia Saudita, del Giappone, della Russia e della Turchia.
“L’architetto Italiano Enrico Pollini incaricato del progetto ha condotto la sua riflessione attorno a tre simboli importanti: il container, la tenda e la madre terra. Il container come modulo di trasporto, il più utilizzato al mondo, rappresenta l’elemento fondamentale del commercio e dello scambio e compone la struttura forte del Pavillon. La tenda rappresenta il riparo, fondamentale in numerosi paesi a cui il Principato fornisce il proprio aiuto è sarà simboleggiata dalla copertura lignea tesa da un muro all’altro. Infine la madre terra, intesa come elemento primordiale per la sopravvivenza dell’uomo, sarà illustrata dall’allestimento paesaggistico della copertura. Il Padiglione é verde e aperto con integrazione di vegetazione verticale e recuperatori d’acqua piovana. La forma della copertura ricorda il rilievo della Riviera Francese e le sue montagne che si tuffano nel mare. La tettoia è interamente ricoperta di sfagno, un muschio la cui elevata capacità di assorbimento permette di immagazzinare fino a 20 volte il suo volume d’acqua. Inoltre è antibatterico e permette un eccellente isolamento termico nonché acustico e fonico di alto livello. L’allestimento paesaggistico prevede la dimora di piante tipiche del bacino mediterraneo, segmentate in aiuole con fioritura dalla primavera all’autunno che rappresentano i contorni dei cinque continenti. La progettazione interna curata invece dallo Studio tedesco Facts and Fiction utilizzerà principalmente casse da trasporto di legno impilate dove lo spazio sarà organizzato in undici stazioni museo-scenografiche iterattive.

Siamo all’ottavo padiglione. Ultimo di questa prima puntata «Padiglione Russia» Il concept della struttura è stato sviluppato dallo studio Speech, guidato dagli architetti Sergei Thoban (Sergei Tchoban è nato il  1962 a Leningrado,  è un architetto russo naturalizzato tedesco. La sua attività si svolge tra l’Europa e la Russia. Membro dell’Unione degli architetti tedeschi “Bund Deutscher Architekten – BDA”, dell’Unione degli architetti della Russia e dell’Unione dei pittori della Russia, accademico della filiale moscovita dell’Accademia internazionale di architettura e membro ad honorem dell’Accademia russa di belle arti, ha vinto vari premi per l’architettura e ha preso parte a diverse mostre di architettura.  Gode di alta stima nel mondo. Gli altri architetti che hanno collaborato sono: Alexei Ilin e Marina Kuznetskaya. Situato è costruito su un’area di oltre 4.000 metri quadri. Tradizione, grandi specchi e giardini. E' un edificio multi-funzionale dal design contemporaneo e, insieme, un esempio di artigianato sorprendente. Con una facciata in legno realizzata in materiali sostenibili ed ecologici che offrono protezione dalle intemperie e crea un riparo all’esterno, un interno al piano terra semi trasparente e il tetto verde creano spazi armonici e facilmente accessibili. In particolare l’architetto Tchoban ha illustrato al Politecnico di Milano, nel corso di una serie di incontri promossi per far conoscere i più significativi padiglioni illustrati dai loro architetti, il progetto russo. il Padiglione è una struttura dinamica e vasta a pianta a "L" e sarà caratterizzato da un continuo gioco di specchi, a cominciare dalla copertura in acciaio inossidabile dell'entrata "che riflette lo spazio da sotto a sopra, e sarà sempre diversa, perché il pubblico cambierà di giorno in giorno", ha spiegato Tchoban. "Il mio studio ha cercato- ha aggiunto- di continuare la tradizione dei padiglioni russi nelle Esposizioni universali dell'ultimo secolo per mostrare e rendere immediatamente riconoscibile il brand del Paese che si ripeteva negli anni, caratterizzato, ad esempio, da superfici e linee semplici e strutture mutevoli". Il padiglione 2015 combina soluzioni ingegneristiche e tecnologie verdi per una forma ambiziosa, quasi un naso di barca a vela che sembra alzarsi al cielo in una metafora dell'arca di Noè. Il suo design, come ha spiegato Tchoban, prende spunto nella forma e nella tradizione dei padiglioni sovietici e russi presentato alle precedenti Esposizioni Universali. La Russia, che ha conosciuto il mondo Expo fin dall’edizione londinese del 1851 con la prima Great Exhibition della storia, ha più volte presentato padiglioni considerati nel tempo dei punti di riferimento per l’architettura e alcuni hanno meritato premi e riconoscimenti: dal Grand Prix a Parigi nel 1937 alla Medaglia d?Argento a Shanghai nel 2010. Agli elementi architettonici dinamici e soluzioni ingegneristiche che hanno sempre caratterizzato le realizzazioni russe, per Expo 2015 la 'firma' viene anche dall’utilizzo di tecnologie green. "Volevamo mantenere l'essenza della nostra architettura con continui riferimenti al paesaggio russo -ha spiegato ancora Tchoban- caratterizzato da foreste estese e alture spioventi. Caratteristiche con cui abbiamo voluto ottenere un risultato architettonico semplice ma audace". Oltre alla facciata in legno, la copertura a terrazza, accessibile a tutti, sale gradualmente verso l’ingresso principale in modo da sviluppare una tettoia di circa 30 metri davanti all’entrata. Al suo interno, il Padiglione propone una serie di spazi aperti e piattaforme di osservazione come nella tradizione dei classici giardini all'italiana. Nella parte superiore ci sono giardini pensili, mentre il punto più alto della struttura del Padiglione è la serpentina che pende del tetto rivestito di vegetazione, a simboleggiare i campi sconfinati della Russia.

Gli Stati Uniti presentano un Padiglione dinamico che mostra il ruolo unico dell’America nel futuro del cibo in tutto il mondo e crea una discussione globale sulla sfida di nutrire più di 9 miliardi di persone entro il 2050. Con il tema "Cibo Americano 2.0: Uniti per nutrire il Pianeta” il Padiglione racconta la storia del cibo americano – della sua innovazione, diversità e imprenditorialità - attraverso temi che includono la sicurezza alimentare e la politica, le relazioni internazionali, la scienza e la tecnologia, la nutrizione e la salute, oltre alla cultura culinaria. Progettato dal premiato architetto James Biber, il Padiglione USA rende omaggio alla ricca storia agricola dell'America con una struttura aperta delimitata da una grande zona agricola verticale da cui si otterrà un raccolto tutti i giorni. L'edificio, completamente sostenibile, dispone di una passerella in legno recuperato che proviene dal lungomare di Coney Island, di un’imponente video-installazione, di aree espositive interattive, di una terrazza panoramica, di spazi per i VIP e per la vendita al dettaglio. Il programma e gli eventi del Padiglione  comprendono “Food Truck Nation”, una serie di furgoncini che servono innovativi cibi e bevande regionali americani; il ristorante James Beard nel centro di Milano, spettacoli di cucina americana grazie a un programma di talenti culinari americani che si rinnova periodicamente; e, infine, un programma per Studenti Ambassador grazie al quale 120 studenti universitari americani sono diventati le guide e i docenti per il Padiglione, gli eventi culturali e le conferenze. Gli Amici del Padiglione USA Milano 2015 - una collaborazione tra la James Beard Foundation e l'International Culinary Center, in collaborazione con la
Camerali Commercio Americana in Italia – è stato selezionato dal Dipartimento di Stato americano per organizzare la presenza degli Stati Uniti a Expo.

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