Ivan Fassin, il ricordo di Bruno Ciapponi Landi

 

Nelle prime ore di oggi domenica 28 giugno è morto nel suo letto l'amico Ivan Fassin. Lo ha trovato questa mattina il figlio Giovanni che lo piange con la sorella Anna. Era nato a Torino nel 1938 da Giovanni e Zelia Rabbiosi, a tre anni era rimasto orfano del padre caduto in guerra e la famiglia aveva quindi fatto ritorno in valle e preso dimora a Sondrio, dove la madre era impiegata all'INAM. A Sondrio aveva frequentato le scuole fino al liceo classico dove aveva brillantemente conseguito la maturità e conosciuto Franca Lorrai che sarebbe diventata sua moglie. Si era laureato in lettere all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove era stato, prima allievo e poi vicedirettore del Collegio Augustinianum. Malgrado le insistenze del suo maestro Mario Apollonio che avrebbe voluto avviarlo alla carriera universitaria, scelse di restituirsi alla famiglia, alla mamma, alla nonna e alla zia che avevano sempre visto in lui le speranze che la sua precoce e vivacissima intelligenza aveva suscitato. Dopo un periodo non breve di insegnamento di Lingua e letterature classiche e moderne al Liceo-ginnasio "G. Piazzi", decise di dedicarsi all'attività sindacale come dirigente nazionale Sism-Cisl, assumendo, più tardi, la presidenza dell'importante Biblioteca Pedagogica di Firenze e la dirigenza nazionale del Settore Formazione della Cisl. Tornato all'insegnamento a Sondrio concluse la carriera come preside dell'Istituto Magistrale Lena Perpenti. Non interruppe mai l'attività sindacale in provincia e non aderì mai ad alcun partito, malgrado il suo interesse per la politica nella concezione più nobile del termine. In ambito religioso si segnalava per interesse nella ricerca del modo migliore per essere cristiani nel solco della storia e per vivere la fede.

Alpinista appassionato, socio del CAI, specialista di analisi della cultura popolare, in particolare alpina, lascia numerose pubblicazioni.

Era membro del Comitato scientifico del Museo Etnografico Tiranese al quale  è stato vicino fin dai primi passi (anzi, con padre Camillo, Elio Bertolina, Roberto Togni, Mario Garbellini, Giovanni Bettini aveva contribuito a creare le basi culturali di partenza). Era stato vicinissimo anche all'IDEVV (Istituto di dialettologi e di etnografia valtellinese e valchiavennasca), con il suo contributo qualificato e sistematico quanto appassionato, fin dalla sua ideazione come strumento di approfondimento e di divulgazione in ambito immateriale del ruolo che il museo è chiamato a svolgere in ambito "materiale". Socio da sempre della Società Storica Valtellinese aveva collaborato al bollettino con ricerche di ambito etno-antropologico, raramente indagate fino ad allora. Venerdì era andato in visita a Coira con l'Associazione amici del museo e nulla faceva immaginare l'imminente dipartita. Sulla via del ritorno lo avevo raggiunto telefonicamente ed avevamo parlato a lungo del museo, dell'aggiornamento delle esposizioni, delle iniziative di rilancio del Museo etnografico tiranese.
Da lunedì mattina la salma sarà composta nella camera mortuaria dell'Ospedale civile di Sondrio. I funerali seguiranno martedì 30 alle 15 in Collegiata dove lunedì sera ci sarà la recita del Rosario.

Articolo dal titolo  "La scomparsa di Ivan Fassin Direttore del Corriere della Valtellina" all'indirizzo  http://www.gazzettadisondrio.it/speciali/28062015/scomparsa-ivan-fassin-...

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