IL FANTASMA DEL NATALE PASSATO…. REMOTO

Che Natale... Quasi malinconia, tanta tenerezza. E il rimpianto.

Non mi fa paura questo fantasma, il Natale di un passato abbastanza remoto era quello dell’albero fatto alla vigilia, con le luci che non duravano fino a capodanno, del presepe col muschio vero e il laghetto delle oche fatto col vassoio della zia Gina. Quel Natale che fuori le calze stese ad asciugare sembravano piangere per il freddo, avevano le gocce di ghiaccio dove si raccoglieva l’acqua a sgocciolare, fuori era freddo ma la casa era calda di affetto. I nonni iniziavano a pensare al pranzo del 25 e 26 con largo anticipo anche se il menù era sempre quello, ravioli, tasca di vitello ripiena, radici amare bollite e il giorno dopo l’immancabile risotto giallo col lesso. Fuori dalla finestra cibo per le renne, vino per Babbo Natale e latte per Gesù Bambino, un miscuglio di sacro e profano, poi le campanelle che annunciavano la presenza dei doni in salotto. Quei natali dove si stava ore a tavola, e la tavola diventava più grande e tante le sedie occupate… Poi col tempo l’albero diventa più piccolo e le sedie più vuote, la magia pian piano scompare e lascia posto ai natali presenti che diventano passati ma senza ricordi. La paura me la fanno i Natali futuri, vedo tanto egoismo e superficialità, la magia si è persa nel consumismo per chi può,  una corsa affannata a superare gli altri non a condividere e mi viene da dire speriamo arrivi presto il sette gennaio perché di queste feste non ne posso già più ancora prima che inizino.
Tiziana Gatti

Donne di Valtellina