Scomparsa "la Cicci del Cerere"

A 90 anni è scomparsa Rosalinda Franchetti in Del Zoppo ma quasi nessuno la conosceva con questo nome. Lei era “Cicci” e basta. Mamma Rina Lanzini e papà cav. Olindo avevano deciso di farla studiare e lei aveva, fin lì, corrisposto conseguendo l'abilitazione magistrale quando nei nostri paesi 'la sciura maestra' era un, anzi il, personaggio. Non era facile insegnare anche per la difficoltà di raggiungere le scuole disseminate un po' in tutti e 78 Comuni e con un orario che prevedeva lezioni tra le 9 e le 12 e tra le 14 alle 16, giovedì festivo. Che non fosse facile lo dimostra il suo esordio in cattedra, quale supplente, in quel di Faedo. Ci doveva pensare il fratello Guido (c'erano in famiglia altri due maschi (Albano ed Emo e altre tre femmine, Sandra, Graziella e Wanda). Con una lambretta su strada sterrata, quale che fosse il tempo, anche se c'era la neve, la portava a scuola per tornare poi a riprenderla. Pensare che già Faedo era un buon posto rispetto ad altri, casi limite come Tartano, Livigno, gli abitati in quota.
Non era l'insegnamento, il suo futuro nonostante che, in particolare, il cav. Olindo ci tenesse. E difatti, presentatasi l'occasione, aprì un'attività commerciale, la prima lavanderia a Sondrio in Via Battisti, Lavatex.
Un passo indietro. La famiglia Franchetti aveva diverse attività. All'albergo si aggiungevano il bar-ristorante, la sala sottostante per il ballo, bigliardo, un negozio che vendeva anche sigarette e francobolli, torchio. All'orto-giardino sul retro si aggiungeva l'altro ampio “in villa” un 200 metri più in là sempre in Via Guicciardi. Il ristorante, meglio: la signora Rina, conservava allora un segreto, quello degli ingredienti dei “sciat” e quello di come procedere sino al momento giusto indicati dallo stecchino sul pane. Pare impossibile ma era questo il segreto, conosciuto inizialmente dalla figlia Wanda che, abitando a duecento metri le dava una mano e che poi, acquisita la Trattoria Adda, per anni fu il riferimento abituale per quanti amavano mangiare Valtellina.
La scomparsa della madre pose il problema di cosa fare. E' qui che l'intraprendenza commerciale della “Cicci” venne fuori tutta. Tornò a studiare, questa volta non sui banchi di scuola ma fra cucina e salla a manger.  Venne eliminata la sala-bigliardo ampliando, anche lato terrazzo, il locale. Passata al fratello la lavanderia in Sondrio, si buttò a pesce nell'attività. Poco alla volta il Cerere divenne un richiamo per tanti, anche per il Lions. Lo si vedeva. La Piazza Bernardino Luini non riusciva ad accogliere tutte le auto  dei clienti, accolti da un ciarliero pappagallo, parte delle quali auto dovevano andare in Piazza della Vittoria. Episodio curioso. La sera in cui La Scala presentò a Sondrio, e d'intesa con il Circolo Musicale CID un'opera, non si trovava, allora, dove portare il Sovrintendente Grassi e lo staff della Scala a cena a quell'ora, cioè verso la mezzanotte. Era un'impresa ma alla fine fu proprio lei a risolvere la situazione obiettivamente assai difficile. Lo ricordiamo per il seguito. Parecchio tempo dopo infatti la “Cicci” si vide capitare senza alcun preavviso Paolo Grassi con il Direttore Abbado. Tornavano dal Festival di Edimburgo e si erano presi la licenza di passare per Ponte, per andare, quasi incredibile, a mangiare al Cerere!
Il tempo passa. Prima l'affitto, poi la cessione del ristorante che continua, con Marino, una storica attività.
Il cordoglio alla famiglia.

 

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