“L’ACCORDO FISCALE sull’imposizione dei frontalieri é legge”

Roma, 31 maggio 2023.  Dopo un lungo iter cambiano le regole per la tassazione dei lavoratori frontalieri tra Italia e Svizzera in vigore dal 1974 con l’OK del D.L. al Senato

Viene riformato il sistema fiscale per i nuovi lavoratori frontalieri che stipuleranno un
contratto di lavoro a far data dall’entrata in vigore della nuova legge, lasciando inalterata
la normativa per tutti coloro i quali svolgono o hanno svolto il lavoro frontaliero nel periodo
ricompreso tra il 31/12/2018 (la cosiddetta clausola di salvaguardia) e l’entrata in vigore
dell’accordo medesimo, a valle della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e le
comunicazioni conseguenti tra i Governi.
L’accordo contro le doppie imposizioni abbandona per i nuovi frontalieri il sistema della
tassazione esclusiva in Svizzera in luogo di una tassazione concorrente e, grazie al primo
accordo sindacale tra MEF, organizzazioni sindacali ed Associazione dei Comuni di
frontiera, sottoscritto nel dicembre 2020, il cosiddetto Memorandum d’Intesa, riportato
integralmente nel disegno di legge, introduce una serie di elementi perequativi volti a
ridurre l’inevitabile distanza determinata dal trattato internazionale nel passaggio dalla
vecchia alla nuova tassazione secondo il modello OCSE, a partire dall’incremento del
credito d’imposta (franchigia) a 10.000 € (in luogo dei 7500 precedenti), la deducibilità dei
contributi obbligatori per il prepensionamento, la non imponibilità degli assegni familiari,
le nuove modalità di calcolo della Naspi. Tali norme si estendono a tutti i lavoratori
frontalieri italiani nei nove paesi confinanti o limitrofi governati da analoghi accordi
bilaterali.
Per le comunità locali la garanzia del mantenimento delle risorse, dopo il superamento del
sistema dei ristorni, attraverso l’istituzione di un apposito fondo con dotazione pari a 89
milioni, unitamente alla creazione di un ulteriore fondo specifico per i progetti
infrastrutturali e socio-economici, per oltre 220 milioni di euro destinati alle aree di
frontiera a regime.
Le OO.SS. esprimono inoltre soddisfazione per l’istituzione del tavolo interministeriale tra
MEF, MILAV, MAECI e parti sociali, per la definizione, tra l’altro, di uno Statuto del lavoro
frontaliero che dia finalmente veste giuridica agli oltre 110.000 lavoratori italiani e stranieri
che lavorano in Italia come personale transfrontaliero.
Resta il rammarico per il mancato completamento di una norma che risolvesse in via
definitiva la questione del telelavoro ben oltre il termine del 30 giugno, per la quale le
OO.SS. chiedono che si avvii al più presto un confronto con la Confederazione Elvetica
utile ad individuare una soluzione strutturale per gli oltre 15.000 lavoratori frontalieri che,
anche spinti dalla lunga fase pandemica, hanno modificato strutturalmente le proprie
modalità di lavoro.
CGIL
(Giuseppe Augurusa)
CISL
(Luca Caretti)
UIL
(Pancrazio Raimondo)

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