Sanzioni alla Russia: paghiamo noi e i nostri allevatori

Sanzioni contro la Russia. Chi paga? I nostri allevatori

Gira e rigira quando ci sono sanzioni internazionali chi paga di più è l'Italia. Ne è esempio la per l'Italia disastrosa e folle campagna guerrafondaia di Libia dalla quale non hanno avuto danni i bombaroli Sarcozy e Cameron bensì manna dal cielo per le loro aziende belliche impegnate a  reintegrare gli arsenali, pronte a nuovi massacri. Adesso siamo alle sanzioni contro la Russia. Ci vuole, in premessa, un accenno a considerazioni di carattere generale. L'Occidente le ha sbagliate tutte dalla seconda guerra del Golfo in poi e quindi non gli è parso vero di sbagliare anche nei rapporti con la Russia che comunque è Europa ed è essenziale per l'Europa visto con chi ci si deve confrontare, Cina, India, Brasile, Sudafrica.

Le sanzioni? A Putin faranno il solletico. A noi no specie se come vogliono i falchi, USA in testa (che non hanno niente da perdere) le si intensificano. Noi in prima linea a pagare. Se lui chiude i rubinetti del gas ci scaldiamo con le stufe a legna? Questa non è prospettiva immediata, ma le prime 'contro-sanzioni' sono già in vigore. Chi pagherà? In prima linea noi, i nostri allevatori. Alcune considerazioni dell'assessore regionale all'agricoltura Gianni Fava:

Così l'assessore regionale all'agricoltura Fava

"Le misure europee varate per contrastare gli effetti negativi dell'embargo russo sono soltanto un pannicello caldo che non risolve minimamente il problema e che avrà conseguenze estremamente negative per gli agricoltori della macroregione agricola del Nord, molto superiori rispetto ai mancati introiti dovuto dalle vendite di ortofrutta e prodotti lattiero caseari". 

"L'embargo deve essere tolto e il mercato russo deve ripartire. E in questa direzione deve muoversi l'Unione europea, altre possibilità non ce ne sono. Tutto il resto serve solo per occupare spazi sui giornali".
 
"Non capisco quelli che gioiscono per un accordo monco e che, con ogni probabilità, metterà in campo risorse insufficienti per le imprese agroalimentari del Nord". I ministri agricoli di Francia e Spagna si sono incontrati per affrontare la questione del comparto lattiero caseario in completa sintonia, sarebbe auspicabile che il ministro Martina incontrasse il ministro tedesco Schmidt, onde evitare che un fiume di latte a basso costo valichi il confine delle Alpi e metta in crisi, in questa fase delicata di rinnovo del prezzo del latte alla stalla, i produttori lombardi e del Nord".
 
Quello lattiero caseario è un mercato che vive equilibri estremamente delicati ed è fortemente esposto alla volatilità, la priorità è tutelare la filiera di casa nostra, evitando di farsi mettere i piedi in testa".

Di qui il suo invito alle organizzazioni sindacali agricole, ai consorzi del Grana Padano e del Parmigiano-Reggiano e alle rappresentanze dell'industria lattiero casearia a valutare l'ipotesi di un polverizzatore di latte, con gestione pubblico-privata, che serva "come valvola di sfogo per contrastare eventuali eccedenze di latte sul mercato ed evitare crolli di prezzo".

(Tramite Lombardia Notizie) 

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