“L’idea della zona franca non è campata in aria”

Ha offerto spunti interessanti la presentazione del rapporto Einaudi curata dal Gruppo UBI presso la sede di Confartigianato Sondrio che meritano di essere ripresi nel nuovo quadro romano.
Nel suo intervento il presidente Gritti ha toccato alcune questioni di stringente attualità. Su tutti merita attenzione la riflessione sulle zone franche (non certo quelle istituite dal Ministero dello Sviluppo Economico di cui nessuno sa più nulla).: “Se è vero che l’unico indice positivo e incoraggiante della nostra economia è legato alla voce esportazione, che ha permesso la tenuta del sistema imprenditoriale, occorre sottolineare come la palla al piede del fisco e della burocrazia minano la nostra competitività. Una debolezza delle imprese stesse e dei territori. Ne consegue che sarà sempre più difficile che gli imprenditori stranieri vengano da noi ad investire. Di qui la necessità di un radicale cambio di rotta.
In questo senso, come peraltro sta avvenendo in altre zone limitrofe (Como e Lecco su tutto) è necessario avviare un processo che riconosca come zone franche le aree, come la nostra, che sarebbero appetibili senza lacci e laccioli. Sono convinto che non sono più i tempi dei pannicelli caldi ma delle idee forti e coraggiose. Altrimenti la Svizzera diventerà la terra promessa per molti imprenditori.
Siccome i problemi sono tra loro legati, torna di estrema attualità la necessità di un sostanziale dimagrimento dell’apparato pubblico in tutte le sue articolazioni. Lo Stato Centrale ha fortemente penalizzato le amministrazioni locali e le ha messe nelle condizioni di diventare esse stesse esattori. Alla faccia del conclamato federalismo. A tale proposito risulta anacronistico ma reale rispolverare uno slogan di qualche decennio fa: ‘Più impresa e meno Stato’. L’amarezza che scaturisce dal confronto con altri interlocutori è che sembra che la politica faccia di tutto per non mettere gli imprenditori nelle condizioni di esprimere le loro capacità e di ritrovare lo spirito e l’entusiasmo per investire e innovare.
Senza queste componenti storiche - che hanno permesso lo sviluppo del nostro paese anche in condizioni altrettanto drammatiche – la famosa crescita diventa una pericolosa chimera.
 

Gionni Gritti, Presidente Confartigianato Sondrio
Economia