LE IMPRESE ITALIANE PAGANO L'ELETTRICITÀ IL 31,7% IN PIÙ DELLA MEDIA EUROPEA

Abbiamo sbaraccato il nucleare, gli altri no. Da loro cosa compriamo? Energia prodotta nelle centrali nucleari. Pagandola di più. E altre cose come insegna Napoli

Confartigianato risollecita una vera concorrenza nel settore energetico L'Italia ha il primato negativo in Europa per la bolletta elettrica più costosa a carico delle imprese. I nostri imprenditori, infatti, pagano l'energia il 31,7% in più rispetto alla media UE. Tradotto in denaro si tratta di un maggiore costo di 7.939 milioni di euro l'anno, equivalenti a circa mezzo punto del valore aggiunto. Per ciascuna azienda italiana significa

un esborso di 1.776 euro in più all'anno rispetto ai competitor europei. Il gap Italia-Ue nei costi dell'energia utilizzata dalle imprese emerge da un'analisi condotta dall'Ufficio studi di Confartigianato che ha elaborato la classifica delle regioni e delle province in cui gli imprenditori subiscono le differenze di costo più ampie rispetto all'Europa.

La regione più penalizzata è la Lombardia, con 1.808 milioni di euro di divario di costi rispetto alla media Ue, seguita dal Veneto e dall'Emilia Romagna. La classifica provinciale vede al primo posto per il più ampio divario di costi per le imprese

rispetto alla media europea Milano, con un gap di 448 milioni di euro, seguita da Roma (365 milioni euro), Brescia (356 milioni euro). Se, in media, ogni azienda italiana paga l'energia elettrica 1.776 euro all'anno in più rispetto agli imprenditori europei, questo gap si allarga a 3.151 euro per ogni impresa del

Friuli Venezia Giulia, a 2.708 euro per ciascuna impresa della Sardegna, a 2.208 euro per ogni azienda della Lombardia, a 2.187 euro per ciascuna impresa della Valle d'Aosta.

A gonfiare la bolletta energetica delle imprese contribuisce la pressione fiscale che incide per il 22,7% sul prezzo finale dell'elettricità. Anche in questo caso l'Italia detiene il

record negativo nell'Ue: le imposte sull'energia ammontano a 31.750 milioni di euro l'anno e sono più alte del 23% rispetto ai Paesi dell'Eurozona. Questo significa che cittadini e imprese italiane pagano la tassazione sull'energia 6,1 miliardi in più ogni anno rispetto alla media europea.

Sul fronte fiscale per le piccole imprese il gap con l'Europa è ancora più ampio: in valore assoluto il peso del fisco sui consumi di energia delle aziende in Italia è il più alto d'Europa

ed è maggiore del 134,1% rispetto alla media Ue.

Per abbassare il costo dell'energia, il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini sollecita "riforme strutturali che aprano alla vera concorrenza i settori dell'elettricità e del

gas, puntino sull'efficienza energetica e sull'uso di fonti rinnovabili, consentano di ridurre e riequilibrare la pressione fiscale sul prezzo dell'energia che grava soprattutto sulle piccole imprese".

Nostra nota

Aggiungiamo il caso Napoli. Guai agli inceneritori come se fossero tante Chernobyl. Caos dei rifiuti. E il Sindaco De Magistris che aveva promesso di risolvere il problema in tre o quattro giorni con la raccolta differenziata adesso manda i rifiuti nella penisola scandinava. Paga il trasporto, Paga lo smaltimento (40 €uro la tonnellata) e lassù si fanno grasse risate perché non solo incassano ma addirittura con i rifiuti ci producono quella energia che potrebbe invece essere prodotta in Campania e distribuiscono il calore.

Pazzesco!

NdR

ndr
Economia