IL PRESIDENTE DELLA SEZIONE SONDRIESE DEGLI ARTIGIANI STEFANO RAMPONI FA IL PUNTO SULLA CRISI E I POSSIBILI SVILUPPI: 1500 IMPRESE E 4500 ADDETTI SONO UN PATRIMONIO DA SALVAGUARDARE E DA INCORAGGIARE

Il mandamento di Sondrio secondo la suddivisione territoriale di Confartigianato raggruppa il capoluogo e 21 comuni limitrofi. Uno spaccato delle attività valtellinesi che ha ovviamente molti punti in comune con il resto della provincia ma che presenta anche alcune sue specificità. A parlarne in un momento di crisi diffusa è il presidente della Sezione di Sondrio Stefano Ramponi.

"Sono oltre 1500 le imprese artigiane di quest'area e non posso non ricordare come i segnali della crisi si avvertano ad ogni latitudine e, mai come in questo momento, il linguaggio dell'artigiano sondriese sia sintonizzato su quello di altre realtà lombarde e non solo. Non va tuttavia dimenticato che proprio per la connotazione geografica la nostra è una "piazza di servizi" con tutto quel che ne consegue. Val la pena sottolineare che stiamo parlando di 4500 addetti che stanno vivendo da tempo una situazione cupa e con prospettive non incoraggianti se non addirittura compromesse.

Se dovesse segnalare un punto dolente in particolare ?

Sicuramente quella dell'IMU è stata un'occasione persa per lanciare un segnale di attenzione, e permettetemi di apprezzamento, ai numerosi imprenditori che ogni giorno lottano, e di questi tempi il termine è più che mai azzeccato, per cercare nonostante tutto di mantenere l'occupazione e creare benessere e ricchezza per tutto il territorio.

Il sistema creditizio come vi sostiene?

La sezione di Sondrio è in testa alla "classifica" delle richieste di utilizzo del recente strumento di accesso al credito "Fiducia Valtellina". Ciò significa che - al di la del momento difficile - quando si individua con il coinvolgimento del consorzio confidi (Artigianfidi) uno strumento nuovo, agile ed efficace, la volontà degli imprenditori artigiani resta quella di essere protagonista in prima persona. L'artigiano si mette in moto perché di natura non è arrendevole e crede fortemente in ciò che fa, e la voglia di intraprendere rimane quella di sempre anche se troppo spesso mortificata da colpe non sue.

Ma 1500 aziende in un'area così circoscritta non sono troppe?

Credo che le aziende non siano mai troppe, da sempre auspichiamo un maggiore coinvolgimento da parte dei nostri associati, che porti a momenti utili di confronto e di crescita per tutti. Non c'è dubbio che il concetto di "stare insieme" più volte evocato, in tempo di crisi diventa una necessità e una risorsa. Ora più che mai, chi non ha una rappresentanza forte che lo tuteli al tavolo delle trattative, rischia di pagare il conto più salato. Per intenderci mi permetto di fare appello al singolo artigiano che per risparmiare il costo della tessera si priva della opportunità di mettere in campo un potere contrattuale molto più alto e di incoraggiare un modo sano di fare lobby e di strappare complessivamente condizioni migliori e maggior tutela.

Ma la crisi attraversa tutti i settori?

E' un po' la caratteristica di questa fase: c'è un effetto domino che contagia i vari settori e genera un clima di sfiducia fondato su quel telefono che non squilla che potrebbe essere assunto come la metafora di questo periodo.

Ma quando richiamava le analogie con altri territori, a cosa si riferiva in particolare?

Alla peculiarità e al paradosso del mondo produttivo italiano. Mi spiego con una semplice equazione: 94% delle aziende = 10% sovvenzioni, 6% delle aziende = 90% delle sovvenzioni. Il 94% del nostro sistema produttivo è composto da microaziende alle quali va circa il 10% delle sovvenzioni pubbliche mentre la polpa viene servita alla tavola del restante 6%. E' questa forbice una delle più forti contraddizioni del nostro sistema.

Da una parte non c'è politico o Governo di turno che non riconosca e decanti il valore del "piccolo" ma è ora di dire basta alle frasi fatte; il "piccolo è bello" è uno slogan anacronistico e ora suona quasi come una presa in giro.

Ha toccato marginalmente il tema della politica e non a caso a Sondrio siamo alla vigilia di appuntamenti elettorali di massima delicatezza. Voi come vi ponete ?

Lasciamo perdere le consultazioni politichee quelle regionali "cadute tra capo e collo". Mi limito al rinnovo del Comune di Sondrio, che è anche l'area cruciale del mandamento e dico sin d'ora che vogliamo conoscere programmi e progetti, capire che città si vuole e come e con chi la si vuole costruire e amministrare. Il tempo delle cambiali in bianco è scaduto. Non bastano né la lista della spesa né gli interventi "last minute" o quelli da fumo negli occhi e qui chiamerò in causa anche i nostri associati perché esprimano le loro esigenze e le priorità. Darò loro un mezzo per esprimere la propria opinione per evitare quella pratica comprensibile del mugugno che però non risolve nulla e non cattura simpatie.

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