Il Credito Valtellinese non si fonde né ad Ancona né da altre parti

Secca smentita alle voci di fusione con la Banca Marche colte dal Messaggero in “ambienti politici”, non finanziari

Tal quale il comunicato emesso dal Credito Valtellinese:

“Precisazioni in merito a notizie di stampa
Sondrio, 5 giugno 2014. In relazione alle indiscrezioni di stampa apparse oggi su Il Messaggero nell’articolo al titolo: “Banca Marche partner a un passo” il Credito Valtellinese precisa che nessuna valutazione su operazioni straordinarie relativamente a fusioni con Banca Marche né
con altri istituti di credito è attualmente allo studio”.

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La notizia di stampa
La notizia veniva dall'articolo citato dal Messaggero da cui riportiamo il punto più significativo (quanto a chi è la Banca Marche lo spieghiamo in calce):
“Il partner per Banca Marche a un passo. Credito valtellinese, secondo fonti accreditate, sarebbe pronto ad entrare nell'istituto di credito marchigiano, commissariato dallo scorso settembre.” Troviamo poi nell'articolo un po' di fantafinanza come una iniziale ipotesi di fusione con la Banca Popolare di Sondrio, che però avrebbe lasciato il passo ad un partnernariato futuro di Creval con Banca Marche che così si salverebbe. In chiusura di articolo infine di nuovo la fantafinanza con l'ipotesi di aggregazione con la Popolare di Sondrio. Popolare che a sua volta ad ogni stormir di fronda in questo senso, ed in genere ad opera di frettolosi cronisti, ha sempre assunto una posizione speculare con il Creval: niente matrimonio ma neppure fidanzamento e, modernamente, neanche convivenza comune. Rispetto reciproco, questo sì, visto che siamo in Valtellina. E lasciamo a parte i futuribili.

Fonti
Importante additare la fonte cui ha attinto il quotidiano romano: “ambienti politici”. E allora anche noi andiamo ad una fonte politica, il consigliere regionale marchigiano avv. Dino Latini (Presidente Commissione Bilancio) secondo il quale, dichiarazione ufficiale, la banca verrà rilevata da Banca Intesa (che ha comunque il diritto di prelazione). Un'osservazione. Che “ambienti politici” entrino in una situazione che pare abbastanza difficile per sé stessa appare comprensibile sia per i risvolti economico-finanziari che anche tenendo presente che nella Banca Marche, e nei suoi 300 sportelli, lavorano 3.000 persone.
Comprensibile che cerchino di dare una mano.
Incomprensibile, se se ne occupano, che dimentichino il proverbio fondamentale di situazioni di questo genere, ovvero “un bel silenzio non fu mai scritto”.

No?
GdS

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Banca Marche
Banca Marche, costituita tra il 1994 e il 1995 per effetto della fusione fra le Casse di Risparmio di Macerata, Pesaro e Jesi, è capogruppo dell'omonimo gruppo bancario, che comprende anche la Carilo Cassa di Risparmio di Loreto S.p.A. con sede in Loreto, la Focus Gestioni S.G.R. S.p.A. società di gestione del risparmio e la Medioleasing S.p.A.  La compagine societaria vede la partecipazione di alcuni soci rilevanti: le Fondazioni Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata, Cassa di Risparmio di Pesaro e Cassa di Risparmio di Jesi (le quali complessivamente detengono il 55,8% del capitale) e, inoltre, il Gruppo Intesa Sanpaolo (5,84%) e la Fondazione Carifano (3,35%). Un'importante quota di capitale (circa il 32,1%) è distribuita tra circa 40.000 piccoli azionisti, per lo più clienti di Banca Marche, che investendo propri capitali hanno partecipato al processo che ha condotto negli anni novanta alla privatizzazione della Società.
300 gli sportelli presenti nelle Marche, in Umbria, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo e Molise, e circa 3.000 dipendenti.
 

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