AUTOSTRADE: E’ ORA DI FINIRLA CON LE VENDITE AGLI STRANIERI

Il Dio-mercato domina. Prima si liberalizza, magari a prezzi comodi. Poi i giri di valzer finanziari. Infine si vende. C’è chi ci guadagna e uno solo che ci perde: il cittadino qualunque

Gli arabi volevano acquisire i porti statunitensi. Gli USA hanno bloccato l’operazione.

Gli spagnoli volevano acquisire gli aeroporti inglesi. Blair ha bloccato l’operazione.

Gli spagnoli si sono girati e hanno messo gli occhi sulle autostrade italiane. Noi non riusciamo a opporci e Autostrade finisce dentro una società spagnola, con sede a Barcellona e amministratore delegato uno spagnolo.

Ci prendono anche in giro dicendo che Autostrade dopo la fusione con Abertis sarà dentro alla nuova società, a questo punto numero uno al mondo, come primo azionista. Ma ci prendete per scemi? Cosa conta essere il primo azionista quando il secondo, il terzo e così via insieme hanno la maggioranza?

L’atteggiamento dell’amministratore delegato Vito Gamberale, revocato perché, di fatto, contrario, è sintomatico.

I Benetton evidentemente hanno fatto un affare. L’Italia no.

Basti pensare che quando ci sarà da intervenire sulle strade o per mantenere o per ristrutturare o per sviluppare la decisione verrà presa a Barcellona!

Nelle banche stranieri in frotta a fare shopping L’industria alimentare è in parte notevole in mani straniere. Gli investimenti prevalenti sono, ahimé, di natura finanziaria e quindi senza un legame diretto con la produzione. Dove si regge arrivano i cinesi. In Europa domina la più straordinarie delle burocrazie. Nel mondo comanda ormai il WTO che è un’organizzazione non politica ma del commercio in grado di dettar legge alle legislazioni d’Europa e dei singoli Paesi. Ma che futuro prepariamo per i nostri figli? Se non si interviene tornando indietro – non sempre è disdicevole retrocedere! – i nodi nel giro di 5, massimo 10 anni sono destinati a venire al pettine. Con Che guai!

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
Economia