DOPO I REFERENDUM. FITTO: "A PAGARE GLI INVESTIMENTI NON SARA' LO STATO, VIA IL 7% DALLE BOLLETTE" 11 7 10 19

Incassati i risultati del referendum, il governo sfida i gestori (quelli schierati sul fronte del sì) alla cancellazione del 7% di remunerazione del capitale investito dalle tariffe. «Perché non sarebbe giusto continuare a far pagare ai cittadini ciò che i cittadini hanno abrogato con il loro voto». Una cosa è certa: «a pagare per gli investimenti non sarà lo Stato». Così il ministro per gli affari regionali Raffaele Fitto, autore della riforma spazzata via dal referendum del 12 e 13 giugno.

«Era impossibile per il governo cercare di informare adeguatamente l'opinione pubblica sui reali contenuti della legge», dice il ministro in una intervista al quotidiano ItaliaOggi. «La materia è ostica e la strumentalizzazione messa in atto dai comitati promotori dei referendum ha prevalso grazie all'effetto traino della paura nucleare dopo l'incidente di Fukushima».

Sul tema dell'Autorità nazionale per il servizio idrico, il ministro insiste: "l'esigenza di un organismo di regolazione rimane. Per questo l'Authority non solo non va smantellata ma va rafforzata. Quella del decreto sviluppo è una buona norma, anche se personalmente avrei preferito, anziché istituire un nuovo soggetto, creare una sezione ad hoc all'interno dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Spetterà alla neonata Agenzia fissare le nuove tariffe che dovranno tenere conto degli esiti delle urne"

Sull'abolizione delle Ato nessuna marcia indietro, promette. "Le Ato nascono per stabilire la dimensione ottimale nella gestione dell'acqua e dei rifiuti. Con la legge n.42/2010 ne abbiamo disposto la soppressione prevedendo che debbano essere le Regioni a distribuirne le funzioni tra gli Enti Locali. Così dovrà essere".

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