III CONFERENZA NAZIONALE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI. AMMONISCE IL PRESIDENTE DI CONFSERVIZI CREMONESI: "FAVORIRE GLI INVESTIMENTI" 11 7 10 18

Il problema è trovare 200 miliardi di cui 60 per le reti idriche

"Servono ben 200 miliardi di investimenti per rimodernare i servizi pubblici: 60 miliardi per le reti idriche nei prossimi 20 anni, più trasporti pubblici e rifiuti". E' quanto spiegato dal presidente di Confservizi Giancarlo Cremonesi nel corso della 3^ Conferenza nazionale dei servizi pubblici locali, che si e' svolta nei giorni scorsi a Roma. "Questi fondi - ha spiegato Cremonesi - non possono essere attinti, almeno non completamente, dalle risorse pubbliche. E' necessario che si stabiliscano delle tariffe per permettere di aumentare gli investimenti. L'Italia deve cambiare marcia e deve mettere in campo azioni di sostegno all'economia e allo sviluppo ormai non più rinviabili, al fine di permettere al nostro Paese di ottenere un forte rilancio dell'economia".

Durante la Conferenza è stata presentata la ricerca condotta da Assirm (Associazione tra istituti di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale) e Confservizi dal titolo 'I servizi tra aziende e cittadini:

un caso di strabismo percettivo'. Secondo lo studio, i cittadini favorevoli a una gestione totalmente pubblica o mista dei servizi (71% per il trasporto pubblico, 73% per i rifiuti, 80% per l'acqua) sono sensibilmente più delle stesse aziende (rispettivamente 49%, 59% e 76%). La ricerca, curata da Simone Pizzoglio (managing director Cfi Group Italia), per la prima volta ha posto, 'a specchio', alle aziende che forniscono i servizi, le domande rivolte ai cittadini. Le aziende che forniscono i servizi si dimostrano pessimiste per quanto riguarda le tariffe: il 54% dei cittadini pensa che le tariffe pagate per l'igiene ambientale coprano la gestione e la fornitura del servizio, mentre l'87% delle aziende ritiene che i cittadini siano convinti che i costi di servizio siano coperti dal gettito delle tariffe. Cosi' succede anche per il trasporto pubblico (32% cittadini, 49% aziende), l'illuminazione pubblica (39% cittadini, 79% aziende), l'erogazione dell'acqua (58% cittadini, 81% aziende) e l'erogazione dell'energia elettrica (61% cittadini, 79% aziende). La percezione circa la capacita' delle tariffe di coprire i costi di gestione dei servizi risulta quindi completamente sbilanciata.

Per quanto riguarda la qualita' dei diversi servizi, i risultati si ribaltano: le aziende tendono ad essere più ottimiste sulla percezione dei cittadini. Cosi', il 79% delle aziende nel trasporto pubblico pensa che i cittadini siano contenti del servizio, mentre in realta' solo il 54% degli intervistati si ritiene soddisfatto. Gli stessi risultati si notano anche per gli altri servizi: igiene ambientale (86% aziende, 63% cittadini), illuminazione pubblica (84% aziende, 77% cittadini), erogazione dell'acqua (96% aziende, 84% cittadini), erogazione del gas (100% aziende, 88% cittadini), mentre per quanto riguarda l'erogazione dell'energia elettrica i cittadini

soddisfatti del servizio sono il 93% e le aziende si fermano a una percezione dell'84%.

Prima dei referendum (la rilevazione tra i cittadini e' stata condotta nel mese di febbraio 2011), la ricerca ha voluto indagare anche la gestione dell'acqua tra pubblico e privato. In generale, le aziende ritengono che i cittadini preferiscano che l'erogazione di determinati servizi sia gestita da entita' pubbliche, cio' in misura

maggiore rispetto alle indicazioni effettivamente rilevate tra la popolazione. In effetti, l'ipotesi di aziende completamente private e' auspicata solo da circa un cittadino su cinque.

Un passaggio Cremonesi lo dedica anche all'esito del referendum: "Non e' certo la tipologia della societa' a garantire la qualita' del servizio, ma il contratto che si stipula con la pubblica amministrazione. Pubbliche, miste o private non importa, si guarda a quanto preteso dalle amministrazioni, non certo dalla partecipazione societaria. E poi e' necessario creare un'authority la quale, come accade gia' con l'energia, possa essere il

controllore dei comportamenti, del rispetto dei contratti di servizio e della qualita' dei servizi erogati".

Ogni anni la Francia investe 5 miliardi per rimodernare la rete idrica, la Germania ne spende 7; l'Italia dovrebbe spendere 2 miliardi ma in pratica ne spende soltanto 1: a sostenerlo, é stato il presidente di Federutility Roberto Bazzano. "L'acqua - ha spiegato Bazzano - piove dal cielo ma non arriva da sola nei rubinetti delle case. Dietro c'é una industria complessa, fatta di impianti e di professionalità che non si

può non garantire con una serie di società e che necessità di capitali. Inoltre è necessario costituire un'Authority".

15 - Federutility

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