5 10 1° MAGGIO 1950 - 1° MAGGIO 2010: SESSANTA ANNI ORSONO A ROMA NASCEVA LA CISL

L'Italia, appena riconquistata la libertà con la resistenza e la guerra di liberazione che avevano abbattuto il regime fascista e scacciato l'invasore nazista, si trovava di fronte alla grande sfida della ricostruzione del Paese, sotto il profilo materiale e civile, ma anche e soprattutto morale e spirituale.

La straordinaria unità del fronte antifascista non aveva soltanto liberato l'Italia, ma anche dotato il nostro Paese di un nuovo ordinamento istituzionale (la Repubblica) fondato sulla Costituzione democratica (entrata in vigore il 1 gennaio 1948) di straordinaria modernità e lungimiranza.

Dopo tutti questi preliminari era doveroso e necessario uno sforzo comune per dare vera consistenza alla democrazia: un metodo pressoché sconosciuto ai più ma fondamentale per il Paese che si apprestava a costruire il suo futuro partendo dai disastri, le devastazioni e le macerie in ogni senso causate dalla guerra.

La rottura del sindacato unitario e la conseguente nascita della CISL sembrerebbero una colossale contraddizione con quanto appena detto circa la necessità di uno sforzo comune per la ricostruzione. A ben vedere però, quella fu una scelta importante e perfettamente in linea con il dettato costituzionale circa l'importanza della libertà e l'esercizio della democrazia. Non fu una scelta facile. Furono tempi duri ma fecondi per la democrazia e per il futuro del Pese.

Con la CISL non è nato un nuovo sindacato, ma un sindacato nuovo. Non migliore della CGIL, ma profondamente diverso. I tratti fondamentali che hanno caratterizzato la CISL al momento della sua nascita sono parte dell'identità di questo sindacato: libero, democratico, apartitico, ma non apolitico, aconfessionale e laico, ma non agnostico, autonomo, ma non corporativo.

La CISL ha il merito di aver rotto la cultura della "cinghia di trasmissione" tra partito e sindacato (tale cultura non ancora del tutto debellata in casa CGIL) adottando per prima, norme di autonomia e incompatibilità tra cariche nel partito e cariche nel sindacato. Insomma, la CISL si è voluta mettere il vestito di un sindacato democratico e contrario al centralismo. Infatti, la CISL è nata non come una confederazione di lavoratori, ma come una confederazione di categorie di lavoratori. Un vero e proprio antidoto strutturale e statutario al centralismo, perché fonda l'unità dell'organizzazione non sull'unanimismo, ma sulla sintesi tra istanze sindacali di categorie autogovernate. Qualche osservatore attento ha definito la CISL una splendida anomalia nell'ampio panorama sindacale italiano. Con queste caratterizzazioni si sono affrontati i temi e le difficoltà che la ricostruzione postbellica imponeva, vincendo una serie di battaglie di metodo e di contenuto, sul fronte padronale, sociale e politico, e tutto nell'interesse dei lavoratori e del Paese.

Oggi, questa CISL sessantenne, quindi più matura e anche più solida, si trova ancora una volta a dover essere la mosca cocchiera di una serie di iniziative per affrontare una ricostruzione, diversa da quella postbellica, ma non meno impegnativa. Una ricostruzione che ha come obiettivo quello di correggere il sistema economico, finanziario, sociale e politico che ci ha portato a questa crisi dai contorni indefiniti e dagli esiti molto incerti, ancorché pericolosi per la democrazia, per la giustizia e per la pace. Il lavoro che attende tutto il sindacato non è meno gravoso e difficoltoso di quello che caratterizzò gli anni della ricostruzione. Oggi tutto è diverso. A livello europeo e nazionale, con i governi delle destre, le controparti, pubbliche e private, sono più agguerrite, più subdole, più sfuggenti nell'essere individuate, reperite e portate al tavolo negoziale. Nel processo di globalizzazione, i fattori da combinare per la effettiva tutela dei lavoratori sono molto complessi e complicati, spesso sono inediti e difficili da capire e portare a compimento. La classe dirigente sindacale quindi, ha il dovere e bisogno di adeguarsi ai tempi, aggiornando i propri programmi di competenze e di studio, senza perdere di vista i valori fondanti del nostro ordinamento Costituzionale democratico. Le battaglie che attendono il sindacato sono tutte in campo aperto e spaziano dalla tutela degli interessi dei lavoratori, alla difesa dei loro diritti sindacali e costituzionali, e tutti nella salvaguardia della libertà, della democrazia, della giustizia sociale e della pace. Un impegno duro, per "uomini liberi e forti", capaci di alzare le braccia al cielo, invocando l'aiuto del Creatore (CV 79). Maggio 2010

Valerio Dalle Grave

Valerio Dalle Grave
Economia