MISURAZIONI GAS: INCHIESTA DELLA GDF, IPOTIZZATA LA TRUFFA. IL COMMENTO DI BERSANI

Presunta truffa sui sistemi di misurazione del gas. Nell’ambito di un’indagine avviata lo scorso anno dalla Procura della Repubblica di Milano sugli strumenti di misura del trasporto e della distribuzione del gas naturale utilizzati in Italia dalle imprese del settore, il Nucleo della Guardia di Finanza ha operato un sequestro di documenti presso gli uffici di varie società operanti in questo mercato. In particolare, risultano coinvolte l’Eni, Snam Rete Gas, Italgas, Aem e Arcalgas (la società della Famiglia Covati, alleata con Camfin-Gaz de France in EnergieInvestimenti).

Le perquisizioni (a Roma, Torino e Milano) hanno riguardato le sedi delle società, ma ci sono state visite della Gdf anche al Mse e alle Infrastrutture. Le accuse ipotizzate dai pm, Sandro Raimondi e Maria Letizia Mannella, sono a vario titolo truffa, violazione della legge sulle accise, ostacolo all’attività di vigilanza e utilizzo o detenzione di misure o pesi con falsa impronta.

Gli strumenti sotto indagine sono i cosiddetti misuratori venturimetrici, utilizzati nelle cabine di “primo salto”, per il passaggio del gas dall’alta alla media pressione. “L'indagine -si legge in un passo del decreto dei pm, riportato dalle agenzie - ha consentito di appurare che le transazioni

vengono effettuate con strumentazioni di vario tipo le cui indicazioni vengono poi corrette allo scopo di convertire i volumi di gas a condizioni cosiddette standard con conversione autonomamente previste dall'erogante e non asseverata da alcuna norma di legge”.

Il problema, precisa Snam, sarebbe legato all’ “assenza di formale omologazione” dei misuratori, la cui affidabilità tecnica è stata comunque “attestata costantemente negli anni dai più autorevoli enti ed istituti esperti nella materia” nonché “confermata dal fatto che tali misuratori trovano largo impiego in Europa e nel mondo”. Mentre Eni e Aem hanno sottolineato che tali strumenti non incidono sulle misurazioni relative alla bolletta dei consumatori. “Siamo sereni - ha commentato l’a.d. Paolo Scaroni - io stesso, appena giunto in Eni, ho attivato una procedura di verifica sulle misurazioni del gas, avvalendomi di consulenti internazionali specializzati. Peraltro, si fa riferimento a misurazioni su gas non contabilizzato, ossia la differenza tra il gas che Eni compra dai propri fornitori e quello che poi rivende ai distributori, che rappresenta per la nostra azienda una perdita secca di alcune centinaia di milioni di metri cubi ogni anno. Mi preme ricordare - continua Scaroni - che le misurazioni del gas per quanto riguarda la distribuzione cittadina vengono realizzate seguendo rigidamente le indicazioni emanate dall’Autorità per l’Energia e dai competenti uffici del Mse.”

Aem, tramite un comunicato, ha fatto sapere di confidare che “venga appurata la correttezza dell’operato del proprio gruppo, che si ritiene estraneo a quanto oggetto dell’indagine”.

Le persone coinvolte nell’indagine sarebbero, oltre a Scaroni (in qualità di legale rappresentante della capogruppo Eni Spa) Domenico Dispenza, direttore generale della divisione Gas & Power di Eni, Carlo Malacarne, a.d. di Snam, Vincenzo Cannizzo, responsabile della sezione misure di Snam, Giovanni Locanto, a.d. di Italgas, Giuliano Zuccoli, a.d. e presidente di Aem, Roberto Gilardi, direttore generale di Aem acquisto e vendita energia, Dario Cassinelli, presidente di Aem acquisto e vendita energia, Aldo Scarselli, presidente di Aem Distribuzione Gas e Calore, Agostino Covati e Angelo Ferrari (Arcalgas).

Lasciamo lavorare la magistratura: questo il commento del ministro Bersani alla notizia delle indagini della procura di Milano. "Il tema delle misurazioni e' molto complesso -osserva Bersani - difficile da districare dentro a sistemi di relazioni internazionali, questioni prettamente tecniche e giuridiche. Noi stavamo cercando di risolvere, di normare questo aspetto, adesso valuteremo perche' non vogliamo che in nessun modo la nostra iniziativa suoni come una interferenza all'azione della magistratura. E' un meccanismo, pero', che richiede

una regolazione da parte dell'Authority e voglio augurarmi che tutta la questione riguardi essenzialmente l'accesso ai tubi alle frontiere e non i consumatori. In ogni caso la magistratura fara' le sue verifiche".

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