Guaio carburanti, partecipatissima assemblea, forte la preoccupazione

Inchiesta sui depositi privati di carburante

IL PRESIDENTE DE CAMPO (Fai/Conftrasporto):  «Il diritto alle accise non può e non deve essere messo
in discussione da una mera mancanza amministrativa»
Partecipatissima l’assemblea degli autotrasportatori dove si è fatto il punto sulla questione

12 giugno 2017 – «È possibile che una mancanza amministrativa possa fare decadere il diritto alle accise? Secondo noi questo non può e non deve accadere, innanzitutto perché iniquo e poi perché le conseguenze, non solo in Valtellina ma anche nel resto d’Italia, sarebbero dirompenti e paralizzerebbero un intero settore fondamentale per l’economia nazionale». Ruota intorno soprattutto alla necessità di ottenere da parte del ministero dell’Interno una risposta chiara e definitiva a questo fondamentale quesito l’impegno della Fai (Federazione Autotrasportatori Italiani)/Conftrasporto della provincia di Sondrio, attiva all’interno dell’Unione Cts, nell’ambito dell’inchiesta sui depositi privati di carburante per autotrazione in atto sul nostro territorio da parte della Guardia di finanza.

A ribadirlo con forza e determinazione il presidente della Fai/Conftrasporto provinciale Matteo Lorenzo De Campo, in occasione dell’assemblea degli Autotrasportatori che ha avuto luogo sabato 10 giugno nella sede di Sondrio dell’Unione Cts. Un incontro molto sentito e perciò partecipatissimo - con la sala assemblee che non è riuscita a contenere il pubblico (un centinaio gli operatori presenti, provenienti da tutto il nostro territorio) -, costellato da numerosi interventi e in cui era palpabile la forte preoccupazione che sta vivendo il settore.

Al tavolo dei relatori il presidente De Campo, insieme al vicepresidente della categoria Roberto Fay e al segretario Maurizio Canova. «Sono in molti – spiega De Campo – a sentirsi fortemente minacciati da quello che sta accadendo. I trasportatori non sono abituati ad avvisi di garanzia su indagini penali con accuse pesantissime, benché ipotetiche, e in ballo ci sono cifre importanti che minerebbero la sopravvivenza di un intero settore della nostra economia, il tutto per una mera questione amministrativa. Siamo in attesa di conoscere gli esiti delle indagini per capire l’entità del problema, ma intanto cresce la preoccupazione, perché si percepisce che alcuni Comuni, invece di andare incontro alle richieste degli autotrasportatori, stanno reagendo con un atteggiamento di chiusura. A tale riguardo, consideriamo estremamente positivo l’interessamento messo in campo dal presidente della Provincia Luca Della Bitta per dialogare con i Comuni con l’obiettivo di far adottare a tutte le amministrazioni una medesima prassi condivisa, evitando che ci si possa impuntare su meri aspetti burocratici. Ricordo, infatti, che compete ai Comuni la responsabilità di provvedere a regolarizzare quelle posizioni che devono e possono essere regolamentate, e che essi non sono esenti da colpe nella vicenda».

Intanto, la categoria ha attivato tutti i possibili canali per sviscerare ogni aspetto della questione e arrivare alla sua soluzione: accanto all’interessamento della Provincia appena ricordato, vi è tavolo di confronto in Prefettura, a cui siedono, vicino al Prefetto, le rappresentanze delle categorie coinvolte (tra cui l’Unione Cts), la Regione, la direzione dell’Agenzia delle Dogane e la direzione dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, in recente incontro a Milano la Regione ha preso l’impegno di fare ulteriori approfondimenti e verifiche nel merito della normativa regionale che disciplina la materia e che appare, come sottolinea De Campo, «fin troppo restrittiva, tanto da essere in taluni casi e realtà addirittura inapplicabile».

Ma soprattutto la risposta più attesa, come anticipato, è quella che deve arrivare da parte del ministero dell’Interno. «Il ministero – chiarisce De Campo – dovrà pronunciarsi e dire se l’ipotesi interpretativa in merito alla normativa regionale debba essere considerata appropriata oppure no, in buona sostanza se una non corretta detenzione del deposito privato di gasolio per autotrazione faccia automaticamente decadere il diritto alle accise. Dal nostro punto di vista, sarebbe inammissibile veder decadere un diritto così importante per una mera questione amministrativa».

Proprio per conoscere le dimensioni del problema e capire quanti sono gli autotrasportatori coinvolti su tutto il territorio italiano, la Fai Conftrasporto nazionale ha avviato un’indagine. «Abbiamo il sentore – spiega De Campo – che la questione non abbia solo una dimensione provinciale ma, al contrario, sia ben più estesa. In considerazione di ciò, vogliamo presentarci al ministero con dei numeri, con l’obiettivo di creare una maggiore attenzione e sensibilizzazione verso questo problema».

I tempi non si annunciano brevi, anche se «confidiamo – dice De Campo – in una risposta prima della pausa estiva, pur sapendo che purtroppo non vi è nessuna garanzia che questo possa avvenire. Ai colleghi autotrasportatori, di cui condivido appieno le preoccupazioni, dico di attendere con pazienza l’evolversi della questione e, in caso di dubbi, di non esitare a contattare la Fai/Conftrasporto della provincia di Sondrio presso l’Unione (tel. 0342-533311). Il diritto alle accise è una conquista che non ci può essere tolta. Se un errore vi è stato, vedremo come porvi rimedio: chi ha usato il gasolio in modo corretto, dal nostro punto di vista non dovrebbe avere nulla da temere riguardo alle accise, né oggi né ieri e neppure domani; abbiamo necessità che da questo punto di vista si abbia certezza del diritto».

«Apprendiamo, infine, dalla stampa locale – conclude De Campo – degli accertamenti che la Guardia di finanza sta eseguendo con il tracciante per verificare la provenienza del carburante: da parte della Fai/Conftrasporto non può che esservi un plauso per questa operazione, noi siamo per la legalità e perché le mele marce vengano tolte dal cestino, tant’è che stiamo valutando l’opportunità di organizzare una manifestazione provinciale proprio sul tema dell’importanza della legalità e di combattere la concorrenza sleale di chi opera violando coattamente e sistematicamente le regole».

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